La situazione di decine e decine di Consolati italiani in America Latina è veramente deprimente!! A dir la veritá molte volte ho vergogna di essere italiano!
Le realtá dei paesi in via di sviluppo son ben diverse da quelle delle economie piú avanzate, anche se, negli ultimi tempi, questa crisi globale ha un po’ “democratizzato” il mondo e di problemi ce ne sono per tutti. Comunque, in linea di massima, possiamo affermare, con certa prossimitá morale, che l’Italia fa parte di un circolo VIP dei paesi del mondo appartenendo anche al G8.
Ma questo non si vede certamene riflesso a livello del MAE. In America Latina abbiamo decine di consolati italiani e, troppi di questi, sono letteralmente in tilt per quanto riguarda le richieste di nuove cittadinanze. Ci sono record come a Santiago dove, se tutto va bene e Dio lo aiuta, un “potenziale” connazionale che presenta una richiesta di cittadinanza con tutti i documenti oggi, otterrá il suo regolare passaporto nel 2017!! Qualcosa di simile succede a Curitiba in Brasile, ma anche in tutti i consolati italiani del colosso sudamericano. In Brasile, dove risiedono circa 30 milioni di oriundi italiani, un giorno il Presidente del COMITES di San Paolo mi disse: “Casini, al ritmo che andiamo oggi, se tutti i potenziali cittadini italiani avessero i documenti in regola e presentassero simultaneamente le richieste di cittadinanza, otterrebbero questo diritto nel giro di circa 2.000 anni!!!” . È vero dato che, in Brasile si approvano circa 20.000 nuovi cittadini italiani all’anno!!
In tutti i Consolati italiani dell’Argentina e dell’Uruguay, succede qualcosa di simile. Il piccolo Uruguay, con poco piú di 3 milioni di abitanti e 100.000 passaporti italiani in giro, non è neanche Consolato Generale, con tutto quel minimo di struttura operativa che permetterebbe al Console di turno, di lavorare con piú comoditá. Code davanti ai consolati di tutta l’America Latina per decine di migliaia di persone di origine italiana che vogliono ottenere la cittadinanza per provare a lavorare in Europa come cittadini comunitari, o negli Stati Uniti, entrando come “legali” e rimanendo come “illegali”.
Come combattere l’inadempienza dello Stato Italiano? Ci sarebbero anche le vie legali. Pensiamo un momento se decine di migliaia di connazionali facessero vertenze in tribunale simultaneamente esigendo alle autoritá italiane di non impiegare 10 anni per una pratica di cittadinanza!!!! Gli italiani piú originali sono stati quelli di Porto Alegre, uno dei centri italiani piú importanti del Brasile, con un Consolato a 360 gradi che deve sopportare decine di migliaia di pratiche all’anno. Hanno proposto al Console di pagare una dozzina di impiegati da far lavorare in Consolato per alleggerire le montagne di pratiche che aveva l’Ufficio Cittadinanza!! Risultato?? ovvio, è subito scattato il NO del Console che dovrebbe avere troppi amici nel Sindacato del MAE per permettere di avere personale “outsider” all’interno dell’ufficio. Pensate, membri del COMITES davano gratuitamente allo Stato Italiano a tempo indeterminato un gruppo di lavoratori che soltanto dovevano essere allenati per preparare le pratiche di cittadinanza (qualcosa di veramente molto facile: basterebbe un corso di 2 settimane). Con questo sistema, i pochissimi addetti alla Cittadinanza di ogni consolato che soltanto possono inoltrare una decina di pratiche al giorno quando ne piovono centinaia, avrebbero avuto una mano per fare un lavoro che, per legge, dovrebbe fare in 45 giorni ogni consolato italiano!!
Dalle comunitá spesso nascono spontaneamente proteste durissime, anche perché, gli addetti ai lavori sono persone molto ben pagate e hanno l’obbligo di lavorare meno di 30 ore settimanali! Se per un semplice “locale” con 5 figli, lo Stato Italiano paga circa 7.000 euro al mese, possiamo immaginare quanto guadagna un Console Generale o un Ambasciatore “esentasse”!!
La polemica continua, cosí come il problema
STEFANO CASINI