La pandemia, che in questo periodo ha creato e sta creando panico in molte partidel mondo, come negli USA, in Giappone, in Francia, e in Gran Bretagna, è una realtàda non sottovalutare. Il virus di cui stiamo parlando sta mostrando capacitàmutanti, questo vuol dire che sviluppa ceppi resistenti agli anti-virali comeil Tamiflu, e potrebbe sviluppare mutazioni più virulente e letali.
Si pensi, che nel Regno Unito l’influenza ha già fatto molte vittime, 14morti, 12 in Inghilterra e due in Scozia . Il ministro della sanità inglese Andy Burnham in parlamento ha riportato una statistica del NHS: «I casiraddoppiano ogni settimana e se la tendenza resterà la stessa, potremmoarrivare entro fine agosto a oltre 100.000 casi il giorno». I casi d’influenzaA registrati in Gran Bretagna sono al momento 7.447. Le aree dove il virus sista diffondendo maggiormente sono Londra, nel East Midlands e il Sud-Ovest el’Est del Paese. L’Organizzazione mondiale della sanità ha, infatti, deciso dialzare il livello di rischio pandemia per influenza suina da 5 a 6, su unascala da 1 a 6.
Purtroppo bisogna dire che c’e anche un altro “virus” che accompagna questaepidemia, è il virus della scarsa informazione ai cittadini. Per non crearepanico nella popolazione i governi non diffondono notizie concernenti il virusN1H1, o se lo fanno le danno in modo molto “discreto”, in conseguenza la stampariflette questo stile di comunicazione e molto spesso le informazioni sullapandemia sono soffocate dalla presenza di altre notizie, spesso sportive messein prima pagina. Chi di voi sa veramente qualcosa su tale virus? Nessuno.
E questo è il primo sintomo dell’influenza che silenziosamente si diffondetra l’indifferenza della popolazione generando le sue vittime.
Una conoscenza dei fatti sull’influenza può prevenire unpanico inutile, e pone i cittadini nelle condizioni corrette per capire eaffrontare la situazione senza cadere in paure generate da ignoranza edisinformazione.
Vediamo di capire allora cosa è il virus A/H1N1 (virus dell’influenzasuina):
Il virus dell’influenza suina classica (virus influenzaleA/H1N1 è stato isolato per la prima volta negli anni 30 del secolo scorso. Nelcorso degli anni, sono emerse diverse varianti di virus influenzali suini; almomento, nei maiali sono stati identificati 4 sottotipi principali di virusinfluenzali di tipo A : H1N1, H1N2, H3N2,and H3N1.
Comunque l’influenza suina è una malattia respiratoriaacuta dei maiali causata da virus influenzali del tipo A, che causanoabitualmente epidemie d’influenza tra i suini.
Non si contrae l’influenza suina mangiando carnedi maiale o prodotti a base di carne suina.
I casi d’infezione umana da virus dell’influenza suina sipossono invece manifestare in persone con esposizione diretta ai maialie a contatto diretto con i maiali (per esempio lavoratori addetti ad allevamentie industrie alimentari, frequentatori di fiere zootecniche).
Per quanto riguarda la trasmissione dell’influenza suina da persona apersona, ciò accade con le stesse modalità di trasmissione dell’influenzastagionale, cioè attraverso la diffusione di goccioline di secrezioninaso-faringee con la tosse e lo starnuto.
I sintomi da virus A-H1N1 sono quelli dell’influenzastagionale: febbre, sonnolenza, perdita di appetito, tosse. Alcune personehanno manifestato anche raffreddore, mal di gola, nausea, vomito e diarrea. Comel’influenza stagionale, l’infezione da virus d’influenza suina nell’uomo puòpresentarsi in forma lieve o in forma grave. Per il trattamento dell’influenza umana davirus A-H1N1 sono raccomandati oseltamivir (Tamiflu) e zanamivir(Relenza).
Al momento non è disponibile un vaccino per la cura e la prevenzione dell’influenza deisuini, ma il vaccino potrebbe essere pronto nel giro di qualche mese[MMM3] . Ma come abbiamo già detto il virus ultimamente ha mostrato una certarapidità nel mutare e questo rende più complessa la produzione di un vaccino.
Ladomanda che uno può porsi è: ” … finchenon si trova un vaccino efficace come ci si può difendere da tale contagio?”
Innanzituttoconoscendo il problema. Come detto in precedenza una sana e approfondita informazioneaiuta a capire e a prevenire il problema. Considerare i cittadini incapaci dicapire il problema e crederli ignoranti davanti all’evidenza dei fatti è unprimo sintomo di una società malata, che in questo specifico caso diventa un terrenomolto fertile per il virus N1H1 che affonda le sue radici la dovel’informazione è negata.
E’giuntoil momento che i governi, trattino i cittadini come persone in grado di comprendereil problema e capaci di potersi difendere se sono a conoscenza della situazione.
Se unapersona conosce un problema, non ne può avere paura, anzi cercherà diapprofondire le conoscenze per salvaguardarsi da esso. La conoscenza di un fatto o di un problema (specienel caso della salute) è la migliore attività preventiva che si possa metterein atto prima di prendere medicinali.
Possiamotrovare delle importanti informazioni nel sito http://www.who.int/en/ (World Health Organization) ma èletto solo da poche persone e spesso solo dagli addetti ai lavori, ricercatori,medici, e pochi altri. Una maggiore diffusione dovrebbe essere promossa daimedia di tutto il mondo per sottolineare la pericolosità del problema esensibilizzare i cittadini.
Igoverni hanno il dovere di informare i cittadini di cosa sta accadendo,dovrebbero costruire un ponte di dialogo aperto e dichiarare la realtà dellasituazione prima che il problema, trattato deliberatamente sottotono per motividi opportunità politica, quando dovrà essere dichiarato nella sua gravitàgeneri ondate di panico.
Uno dei semplici modi per iniziare a proteggersida tale infezione è l’uso di mascherine (simili a quelle di chirurghi) in postiad altra concertazione di persone (come aeroporti, metropolita, stazioni,strade affollate ecc). Questo accorgimento può ridurre significativamente, conuna serie di altri accorgimenti e comportamenti, il contagio. Certo, non èforse bello o comodo vedere persone con mascherine bianche o colorate in giroper le strade, ma almeno si limitano i rischi della diffusione per esempio conuno starnuto.
Cisono già persone, specie Cinesi, Giapponesi, e qualche inglese che portanomascherine di protezioni, si vedono per le strade, ma sono davvero unaminoranza e possono sembrare buffi e far ridere, ma se il problema (come delresto lo è già) prende le dimensioni previste dal Ministro della Sanità,spingerà l’NHS a consigliare a tutti l’uso delle mascherine di protezione, averlein dotazione nelle nostre case e portarle sempre con noi come si fa con ilcellulare.
Adessola WHO consiglia per tutti l’uso di tali (apparentemente inutili mascherine) elo sottolinea più volte nel suo sito, ma l’NHS inglese per esempio non né danotizia o se ne accenna dice che per ora non servono, soffocando prima laverità e in secondo luogo ingannando i cittadini. C’è da chiedersi come mai traWHO e NHS ci sono queste divergenze, c’è da chiedersi come si stanno muovendo igoverni per fronteggiare questa pandemia e sopratutto come la popolazione devecomportarsi.
Nell’attesache i governi Europei e mondiali emergano dal loro silenzio, la cronaca avanza,è una notizia fresca di questi ultimi giorni, la morte di un ragazzo 19enne nelSud Est di Londra.
Nonserve che alcuni ministri riportino cifre o dire in una sola riga che siamo inuno stato di allerta, lo stato di allerta è già stato superato dalla realtà,sarebbe meglio dire che siamo al passo successivo, cioè di fronte a unapandemia come dichiarato dalla WHO.
Peresempio, in paesi come Israele e la Finlandia per citare due situazioni agliantipodi, i governi, riguardo a problematiche di sicurezza della popolazionecivile, fa una vera e propria compagna d’informazione capillare partendo daspot televisivi, arrivando nelle scuole, passando per corsi e addestramenti suiposti di lavoro. In questi paesi c’è una vera e propria politica, un’attenzionee un’istruzione sui problemi di emergenze che coinvolgono la popolazioni (dagliincidenti chimico nucleari, alle catastrofi naturali, o agli attacchiterroristici). Queste politiche che non nascondono i problemi alla cittadinanzaforse possono non essere molto popolari o piacevoli, ma creano una cultura euna consapevolezza nella popolazione che permette di affrontare questi problemisenza isterismi.
Forsegli altri governi dovrebbero prendere esempio e iniziare seriamente a istruirei cittadini come essi meritano, per una difesa della propria salute unica veraricchezza e patrimonio delle persone.
IL VIRUS DEI SUINI CONTINUA A FARE LE SUE VITTIME
Capitolo due
di Filippo Baglini
La BBC sottolinea in manieraseria che il virus N1H1 si è ormai diffuso in tutto il Regno Unito siamo a 14morti e migliaia di persone infettate.
Il professor LiamDonaldson ufficiale medico del NHS e rappresentante del WHO che informa ilgoverno inglese delle situazioni sanitarie, ha detto che ci sono 335 persone inospedale in Inghilterra con influenza suina, di chi 43 sono in situazionecritica. Il Regno Unito ora ha il terzo numero più alto di casi d’influenza suinanel mondo 9,718 dopo gli Stati Uniti ed il Messico.
Ilprimo caso di H1N1 negli Stati Uniti fu confermato dal laboratorio CDC (Centerfor Diseas Control and Prevention) il 15 aprile 2009. Il secondo paziente fuconfermato il 17 aprile 2009. Si capi rapidamente che il virus si stava propagandoda persona a persona. Il 22 Aprile, il CDC attivò lo stato di Emergenza percoordinare meglio la risposta. Il 26 aprile 2009, il Governo di Stati Unitidichiarò un’emergenza di salute pubblica. Il 3 giugno 2009, tutti i 50 statinegli Stati Uniti ed il Distretto di Columbia ed il Portorico stavanoriportando casi di infezione da H1N1.
Queste poche cifreindicative evidenziano la serietà del caso, se il governo americano si èmobilitato con questa velocità per fronteggiare l’epidemia, (ora pandemia) vuoldire che il problema è stato considerato molto grave sin dall’inizio. Ed è per questoche il CDC (http://www.cdc.gov/) sta continuando a monitorare attentamente lasituazione. Trovare al più presto un vaccino è importantissimo, per ora stannostudiando il virus, e cercando di comprendere le mutazioni e le suecaratteristiche, la strada per una soluzione è imboccata ma la risposta èancora lontana.
Per ora il CDC stafornendo ai cittadini (statunitensi ma anche al resto del mondo) costantiinformazioni al riguardo. H pubblicato una guida illustrativa per il pubblicosu cosa fare nel caso contraggono la malattia, H1N1. Ognuno ogni giornodovrebbe fare la sua parte di prevenzione per fermare la diffusione del virus,per esempio lavarsi le mani di frequente e le persone che hanno il sospetto diessere contagiate dovrebbe rimanere in casa e dovrebbero limitare il contattocon altri. Ancora una volta sembra che la prevenzione si basa su semplici edimportanti accorgimenti, semplici gesti come lavarsi le mani possono rallentarela diffusione del virus. Ma tali prevenzioni che sono spiegate in una guida distribuitaalle famiglie americane e inglesi, perché non hanno avuto la giusta enfasi epubblicità?
Alcuni elementi per la prevenzione possono essere riassuntinei seguenti punti:[MMM4]
· Per proteggereda contaminazioni da starnuto o di tosse proteggere sempre la bocca conapposite mascherine.
· Lavarsispesso le mani con sapone o gel disinfettanti dopo aver tossito o starnutito .
· Evitareil contatto con le persone ammalate.
· Se unapersona è ammalata con un’influenza- N1H1, rimanere in casa per 7 giorni. Se isintomi peggiorano rivolgersi all’ospedale.
Altre raccomandazioni si possono trovare alsito http://wwwn.cdc.gov/travel/contentSwineFluUS.aspx
dove vi sono consigli per i viaggiatorial fine di ridurre il rischio d’infezione.
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L’WHO ha deciso dielevare il livello di pandemia alla fase 6. Qualcosa si sta muovano,l’attenzione inizia a farsi seria ma non è ancora abbastanza, non è ancoracapillare come dovrebbe, le persone ancora sono poco sensibili a questi fatti,alcuni ne hanno sentito parlare ma non sanno nel dettaglio i rischi che puòcomportare un virus del genere.
Per altri approfondimenti si rimanda al sito http://www.cdc.gov/flu/weekly/
Con questi dati, con le dichiarazioni di alcuni ministri e esponenti dellaWHO che mettono in guardia sulla pericolosità di questo virus già presente eradicato nel mondo, c’è da avere paura non dell’influenza ma del fatto che ancoranon ci sia una corretta campagna d’informazione, sui media, sulle televisioni,come è stata fatta a suo tempo per l’AIDS.