Nel passato remoto fu Attila, oggi bastano poche taniche di benzina e la certezza di non essere presi con le mani nella marmellata. Si finisce sui giornali, nelle notizie d’apertura dei TG. Dove si passa, non cresce più l’erba. Per interessi di parte o per semplice megalomania, continua la piaga degli incendi, in Europa e nel resto del pianeta. Bruciano i declivi, le foreste e alcune fra le boscaglie più caratteristiche, si carbonizza il profilo dolce di colline ospitali, ma non c’è la mano del destino dietro a ciò; l’uomo fa sempre tutto da sé. Il duello fra i roghi e gli arresti è impari, come la sfida fra le forze di soccorso, i pompieri e le fiamme. I piromani seguitano a flagellare le riserve naturali, mettendo a rischio i centri abitati e il polmone verde del mondo, e ciò che più desta sgomento è che il fenomeno torna a ripetersi ogni anno, ogni estate, in maniera feroce e capillare. Nonostante numerose segnalazioni, pochi individui vengono colti in flagranza di reato, e sul banco degli imputati finisce spesso la negligenza del Caso. Ma l’autocombustione, si sa, è una goccia nel mare, perché senza una miccia credibile nulla si avvampa. L’impegno globale non è venuto meno: dai boschi storici della Grecia ai preziosi pinus aristata californiani, un profondo senso di comune soccorso ha portato forze di terra e validi strumenti a impedire che bruciassero come cerini. L’ipoteca più pesante è la salute della gente, vittima di un cattivo rituale che si ripete. A guidare le mani incendiarie ci sono svariate ragioni, nessuna delle quali giustificabile. L’aureo principio di Charles Scott, “il commento è libero, ma i fatti sono sacri”, non prevede peccati di omissione, e anche i sospetti andrebbero messi alla berlina. Non sempre accade, ai nostri giorni; viviamo un tempo in cui molto è saputo, ma altrettanto deve restare all’oscuro, e che si muovano elicotteri NH500 o catene umane con secchi e idrovore improvvisate, la sostanza non cambia: il fenomeno andrebbe fermato sul nascere. Quali interessi nasconde? Perché la natura deve pagare un prezzo così alto per la follia di pochi?