Giornata Mondiale Dell’Alfabetizzazione

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Lo sfruttamento del lavoro minorile è un problema globale. Secondo i dati ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro), nel mondo ci sono 317 milioni di bambini economicamente attivi, 218 milioni di bambini il cui lavoro è sfruttato, di cui 126 esposti a lavori rischiosi e alle peggiori forme di sfruttamento (sessuale, traffico, ecc.). Molti bambini lavoratori sono più visibili, come i bambini di strada; altri, come i lavoratori domestici, sono più nascosti e vulnerabili. I bambini e le bambine che lavorano si concentrano per lo più in Asia e nel Pacifico, dove sono 123 milioni (56%). In Africa Sub-Sahariana sono invece economicamente attivi 49,3 milioni.

I bambini lavoratori, tuttavia, non sono una realtà che riguarda esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, ma anche quelli ad economia in via di transizione e quelli industrializzati, dove la percentuale dei minori lavoratori rappresenta l’1%. In Italia, secondo l’ISTAT, lavorano 144000 bambini tra i 7 e i 14 anni; e di questi, 31500 sono da considerarsi veri e propri casi di sfruttamento! Ma per l’Ires (e per la CGIL) la cifra è di 400 mila bambini; questa stima è confermata anche da un’indagine realizzata dall’Istituto Nazionale Consulenti del Lavoro nel 2007 e dal rapporto pubblicato da Telefono Azzurro Eurispes nel Novembre 2007. Le differenze tra queste stime dimostrano che il fenomeno nel nostro Paese è ancora poco analizzato. Circa 776 milioni di persone (un adulto su cinque) sono analfabeti. 75 milioni di bambini non hanno accesso alla scuola. Quest’anno l’8 settembre è dedicato al rafforzamento dell’istruzione come strumento di partecipazione e sviluppo sociale.

La campagna internazionale Stop Child Labour – School is the best place to work è promossa dal network europeo Alliance2015 (Cesvi, German Agro Action, Hivos, Concern, People in Need) grazie al sostegno della Commissione Europea e vede il coinvolgimento del Comitato India Olandese, della Federazione Olandese dei Sindacati (FNV) e dell’Unione dei Sindacati Olandesi per l’Educazione (AOb). La campagna durerà fino alla fine del 2009 e in Italia è promossa da Cesvi.La campagna ha l’obiettivo di richiamare tutti i governi, le imprese e gli attori sociali alle loro responsabilità verso i bambini e le bambine vittime dello sfruttamento del lavoro minorile.Per sfruttamento del lavoro minorile la campagna intende “qualsiasi forma di lavoro compiuto da bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni che interferisca negativamente con la loro educazione e/o possa danneggiarne la salute fisica o psicologica e lo sviluppo mentale, spirituale, morale o sociale(Convenzione dei diritti dell’infanzia, articolo 32.1).La campagna si basa su 4 principi guida:         – Lo sfruttamento del lavoro minorile nega ai bambini il diritto all’educazione.          – Tutte le forme di sfruttamento sono inaccettabili         I Governi, l’Unione Europea, le Organizzazioni Internazionali, le aziende e i consumatori devono lavorare insieme per fermare lo sfruttamento del lavoro minorile.         – Gli standard di lavoro vanno rispettati e rafforzati per eliminare lo sfruttamento.In Italia, la campagna intende informare, sensibilizzare e educare la società civile sui temi dello sfruttamento del lavoro minorile in Italia e nel mondo, dei diritti dell’infanzia e dell’importanza dell’educazione come “soluzione” al problema. Per questo la campagna afferma che “la scuola è il miglior posto in cui lavorare” (School is the best place to work). Questo implica la promozione e la valorizzazione del diritto ad un’educazione pubblica, di qualità e a tempo pieno per tutti i minori. Nel 2005 l’ILO ha dichiarato “Ogni dollaro investito in educazione ne restituisce sette in termini di crescita economica”. Per ottenere questi risultati la Campagna, agisce in azione congiunta con altre ong italiane. Per promuovere il dialogo e il confronto tra la società civile e i soggetti politici al fine di garantire un reale impegno da parte dell’Italia nella lotta allo sfruttamento in Italia e nel mondo, e per favorire l’accesso ad un’educazione di qualità. Per questi motivi Cesvi ha lanciato una petizione che invita tutti a prendere una posizione contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Circa 6.000 persone hanno già aderito alla petizione, che verrà consegnata al governo italiano per fare pressione affinché il nostro paese si assuma degli impegni precisi a livello nazionale e internazionale sulla lotta allo sfruttamento del lavoro minorile. Per aggiungere la propria firma: www.stoplavorominorile.it.

 

Responsabilità sociale d’impresa. Cesvi promuove un approccio con il mondo delle imprese basato sul dialogo, la collaborazione e la presa di coscienza del problema dello sfruttamento economico dei minori lungo la filiera produttiva. Si chiede alle aziende di utilizzare un approccio multistakeholder per cui le aziende che producono parzialmente o completamente all’estero possono dialogare con la società civile, le ong, i governi locali al fine di combattere tutti insieme lo sfruttamento del lavoro minorile, promuovere il diritto all’educazione e favorire l’accesso all’istruzione dei minori.