Il museo è nato nei locali della Biogem,l’istituto arianese di ricerca situato in località Camporeale
Ariano Irpino – Nella seconda giornata di lavori del meeting “Le due culture”, taglio del nastro, per il Museo di Storia della vita sulla Terra, fortemente voluto dal presidente Biogem,Ortensio Zecchino, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e con Luigi Papasso dell’Università di Chieti, fondatore del Museo della Medicina. Si tratta di una piccola perla nata nei locali Biogem, l’istituto arianese di ricerca situato in località Camporeale, per incentivare la cultura e la divulgazione scientifica, soprattutto nelle scuole. E proprio pensata per i ragazzi è la sezione più spettacolare del museo, quella dedicata ai vulcani. Pannelli scientifici colorati e miniature di vulcani che mimano scenograficamente e olfattivamente l’eruzione vulcanica attirano immediatamente l’attenzione dei bambini presenti. Un’altra sezione è dedicata alle riproduzioni degli antichi strumenti di rilevazione sismologica. La sala principale accoglie fossili e pannelli che richiamano alcuni elementi fondamentali quali l’acqua e la terra. I curatori del museo, Graziano Ferrari, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di Geofisica di Bologna e presidente del Centro SISMOS di Roma, e Giuliana D’Addezio, coordinatrice dell’attività didattica e della divulgazione scientifica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, spiegano ai lettori de Il Grecale le caratteristiche delle sezioni del museo che hanno curato,rispettivamente quella dedicata all’antica strumentazione sismologica e quella dedicata ai vulcani.
Graziano Ferrari – “In Italia abbiamo una grande tradizione sismologica , i primi strumenti di rilevazione sismica risalgono al 1731. In questa sezione esponiamo un duplicato storico di uno strumento della seconda metà del 1800, il sismografo elettromagnetico di Luigi Palmieri. Tale strumento si compone di un sensore e di un registratore, nato per rilevare i piccoli fenomeni del Vesuvio da associare a quelli visivi ,quali ad es. le fumarole. Tale strumento fu costruito a Napoli, precisamente nel 1856. Ci sono soltanto due copie. Oltre al duplicato del prototipo storico, in questa sezione anche un fimato che racconta i 250 anni di storia sismologica italiana, unica a livello mondiale.
Giuliana D’Addezio – “Questa sezione è dedicata ai terremoti e ai vulcani, dunque, ai fenomeni più pericolosi e spettacolari. Scopo di questa mostra è spiegare come si manifestano tali fenomeni, in maniera coinvolgente e divertente, soprattutto per i ragazzi in età scolare. La parte dei vulcani è arricchita da modelli che mimano le vere eruzioni. In questo modo possiamo far comprendere facilmente le modalità con cui un vulcano si manifesta, quale è più pericoloso e quale meno, la tipologia dei vulcani presenti in Italia. La vulcanologia è stata una materia studiata fin dall’antichità, basti pensare alla cd. vesuviana o pliniana, cioè l’eruzione del Vesuvio descritta da Plinio. Per quanto riguarda i terremoti ciò che bisogna comprendere è il modo in cui viene localizzato e valutata la grandezza