Le banche italiane sono di gran lunga le più care d’Europa e si collocano al di sotto della media quanto a trasparenza. Il quadro, non certo lusinghiero, emerge da un documento di lavoro pubblicato dalla Commissione europea, nel quadro di valutazione del mercato dei consumi 2008 (Consumer Market Scoreboard 2008). Alcuni risultati del documento si basano sui dati emersi da uno studio indipendente sui costi bancari che ha analizzato i prezzi dei conti correnti in relazione a 224 banche il cui peso corrisponde in media all’81% del mercato Ue.
Il correntista italiano spende 253 euro l’anno
Qui la prima nota dolente per l’Italia: se per un privato cittadino "medio" in Belgio le spese annue per la gestione di un conto corrente e le operazioni eseguite sono di 58 euro, in Irlanda di 82, in Germania di 89, in Gran Bretagna di 103 ed in Francia di 154 (seconda in classifica), un italiano ne spende ben 253. Per i "grandi" utilizzatori la differenza è ancora più forte: si va da un massimo di 831 euro in Italia a un minimo di 28 in Bulgaria. «L’Austria, la Francia, l’Italia e la Spagna presentano risultati insoddisfacenti sul piano della trasparenza e sono tra i paesi più costosi per quanto concerne i servizi bancari», scrive la Commissione europea.
Le operazioni e i contratti troppo complessi
Oltre ad avere il primato dei costi, l’Italia, secondo la ricerca Ue, ha anche il punteggio più basso quanto a semplicità: per più del 90% delle banche facenti parte dello studio è stato necessario un ulteriore contatto, al fine di chiedere dettagli e chiarimenti rispetto alle informazioni fornite dai siti web. Un’indagine del 2008 dell’Eurobarometro, inoltre, ha rilevato che il 42% dei consumatori italiani ha difficoltà nel confrontare le diverse offerte di conto corrente, la seconda percentuale più alta nell’Ue. Quanto poi agli strumenti di pagamento, gli italiani preferiscono ancora di gran lunga le transazioni manuali che raggiungono il 64% del totale. Il numero di transazioni per cliente "adulto" è sotto la media Ue: 48 nel 2007 rispetto a 149 nella Ue15. Solo il 10% dei consumatori, inoltre, ha cambiato banca nei due anni precedenti nonostante il fatto, indica la Commissione, che il 67% di quello che lo hanno fatto abbiano trovato tariffe più basse.
Scarsa trasparenza e informazioni poco chiare
Secondo la Commissione europea, «ci sono problemi diffusi per il modo in cui le banche europee informano e consigliano i propri clienti». Le informazioni sono spesso difficili da capire, le spese bancarie sono opache, ci sono bassi livelli di trasferimenti di conti. Secondo la Commissione Ue quasi un terzo dei consumatori interpellati non è in grado di confrontare le offerte in materia diconti correnti e le informazioni sui prezzi fornite online sono incomplete. In due casi su tre (66%) gli esperti che hanno redatto la relazione sui costi bancari hanno dovuto mettersi ripetutamente in contatto con le banche per avere chiarimenti sulle informazioni relative ai costi. Ed anche allora le banche in molti casi hanno offerto soltanto informazioni orali sulle loro tariffe ma hanno rifiutato di inviare il loro tariffario. Circa il 10% delle banche aveva caricato sui propri siti web poche o alcuna informazione sui prezzi e il 33% presentava nei prospetti delle tariffe informazioni incomplete sui prezzi.
Dallo studio emerge che il 79% dei cittadini europei esige informazioni standardizzate chiare e comparabili .e ci «sono sempre più prove del fatto che i consumatori spesso non ricevono la consulenza adeguata sui servizi finanziari». Ad esempio, dai dati della Germania emerge che i consumatori revocano prematuramente il 50-80% di tutti gli investimenti a lungo termine a causa di una consulenza inadeguata, il che determina una perdita stimata di 20-30 miliardi di euro all’anno.
Nell’Ue mercato ancora frammentato
Il mercato europeo è frammentato, osserva la relazione, e questo «priva i consumatori dei vantaggi del mercato interno dell’Ue». Per quanto concerne gli attuali conti correnti bancari i tassi di passaggio dei clienti da una banca all’altra rimangono bassi situandosi al 9% per il biennio 2007-2008, rispetto ad esempio al 25% di cambio di assicuratore che si registra per il settore automobilistico. Secondo il Commissario Ue ai Consumatori Meglena Kuneva «i servizi bancari al dettaglio abbandonano i consumatori. È ampiamente provato che i principi fondamentali della tutela dei consumatori vengono violati con la complessità dei prezzi per gli oneri nascosti e informazioni che non sono chiare e complete. Le banche – sostiene la commissaria – hanno la necessità di mettere ordine in casa propria con un cambiamento culturale nel modo di trattare i clienti e le autorità degli Stati membri devono adempiere al loro obbligo di rispettare le leggi sui consumatori nell’Unione europea». «La Commissione è determinata a combattere questi problemi – dice il commissario al Mercato Interno Charlie McCreevy -. Ciò significa imporre la trasparenza e informazioni comprensibili e comparabili, impostando le regole di base per la conduzione degli affari. Dato che i cittadini europei continuano a sentire gli effetti della crisi economica, questo lavoro è diventato ancora più importante».