Dal concetto arbitrario di paternità, passando attraverso la presunzione delle grandi religioni monoteiste, la donna ha sempre avuto un ruolo marginale nello scheletro della storia. Il diritto degli uomini è stato difeso dallo squilibrio delle leggi e dei dogmi, nonostante in natura sia la madre l’unica certezza. Lei non subisce le stagioni della vita, conosce soltanto la primavera. Il genere maschile è dunque una semplice testimonianza, che dichiara la propria debolezza col linguaggio della violenza. Che sia psicologica o fisica, riguarda una donna su tre al mondo, ed è sconcertante apprendere come essa rappresenti la prima causa di morte o invalidità femminile fra i 15 e i 40 anni d’età. Il Ministero delle Pari Opportunità ha promosso e sostenuto la campagna di sensibilizzazione al problema, perché non c’è sentenza peggiore del silenzio. Peggiore di ogni pandemia, il mancato rispetto della donna è denunciato e condannato senza appello dalle istituzioni , le stesse che sovente minimizzano la questione all’occorrenza. Ma quale occorrenza può ridurre a indifferenti lettori di statistiche? Botte, stupri e vessazioni, angherie, mutilazioni e molestie, costrizioni e sopraffazioni, la lista è lunga e non si ferma neppure dinanzi ai legami di sangue, sfera in cui peraltro l’incidenza è elevatissima. Negli USA ogni dodici secondi viene aggredita una ragazza; in Nepal oltre diecimila all’anno vengono vendute, dalle rispettive famiglie, al mercato della prostituzione; e tanto nel Terzo Mondo quanto negli stati più avanzati, il fenomeno ha la drammatica geometria di una piaga. L’associazione volontaria Telefono Rosa ha individuato come principale ostacolo alla lotta contro questo tipo di crimini l’abitudine, la gestualità deviata e la reiterazione delle minacce, che nel novanta per cento dei casi rimane sommersa. Le vittime, infatti, conoscono bene i persecutori, vivono a contatto coi loro aguzzini, e le mura domestiche permettono a costoro di separare l’atteggiamento fra il privato e gli spazi pubblici. Tant’è, amore non vuol dir gelosia, eppure i tribunali continuano ad essere pieni di uxoricidi, delitti d’onore, lapidazioni, omicidi e maltrattamenti. Sono finite le sorprese dei Carabinieri nelle alcove, e la gente se ha le corna o le tiene, o divorzia. Quelli che non subiscono la sindrome di Otello e Desdemona sono i disoccupati, troppo intenti a sbarcare il lunario, piuttosto che a leggere I Dolori Del Giovane Werther, perché la cassa integrazione attenua anche gli slanci sentimentali. E quando papa Luciani avanzò l’ipotesi teologica che l’onnipotente fosse anche madre, intendeva accollare al creatore la responsabilità di aver messo al mondo il mondo in sé, ossia un atto di tumultuosa e deliberata maternità. Che alla donna deve l’atto generativo, e tutto il credito che nei secoli ha accumulato.