Telediatribe e polveroni feroci, l’informazione catodica ormai non riesce a produrre altro. Un tempo censuravano Grillo e allontanavano Biagi, oggi sugli schermi passa tutto il trash minuto per minuto, senza che nessuno lavi i panni sporchi in famiglia. Amplificare è la parola d’ordine, e l’ordine implicito è mettere in piazza, sparpagliare qualsiasi diatriba di fronte al popolo e agli occhi di un mondo sempre più voyeur. Il livello morale italiano è allo sbando, e il testimonial più efficace lo danno i rappresentanti della Repubblica legittimati dal voto: un politico non può scansare degli impegni istituzionali in favore di feste e tarantinismi. L’opposizione non si oppone, borbotta barbosi borborigmi borghesi, e all’ombra dei giochi di parole coltiva l’aiuola del gossip perché inaridita, priva di argomenti intellettuali. Nei comizi si avvita contro se stessa e i propri rappresentanti; dalla carta stampata lancia anatemi improponibili, crociate acefale verso un Padre Padrone (più spesso Padrino) stucchevoli e autolesioniste. E la diatriba sull’informazione riprende il concetto dell’onorata società, che strumentalizza virtù e meriti a scopo truffaldino. È un inganno storico: proclama di organizzarsi per i più deboli, per poi fare il suo interesse. Roba che si trova in qualunque libro di Filosofia Politica. Ma il cittadino ha diritto di conoscere la verità. Le case dei terremotati sono state ricostruite dalla provincia di Trento coi soldi della Croce Rossa, peraltro utili in simili casi. Un putiferio. Già, ma cosa è stato fatto negli anni precedenti? C’è gente che da anni aspetta promesse che nessuno ha mai mantenuto, nonostante la sete di consenso e seggiole preziose di molteplici onorevoli. La rilevanza data alla polemica sulle maggiori testate ha varcato i confini di stato, fino a prendere i contorni di una parodia. La politica fa del male al proprio paese quando va all’estero a denigrare il suo operato. Diffamazioni e bugie sono all’ordine del giorno, ma se Fassino e Di Pietro querelano giornali a rotazione, quando a farlo è il Premier tutti gridano all’attacco alla libertà. Tutto inizia il 27 Aprile. Miss Sofia Ventura scrive come vengono selezionate le candidate da indirizzare verso la comunità europea, ed è subito commedia. Pur conoscendo le regole tutti si fingono increduli, stupiti di certi costumi. Le notti brave, le frequentazioni proibite e il triangolo delle escort sono la punta dell’iceberg. Siano realtà depravate o frutto di fantasia, l’ultima edizione de La Bubbola risale ai tempi di Walt Disney, e il giornalismo serio dovrebbe avere a cuore la tutela della privacy, in quanto garante della discrezione pubblica. Senza omissioni, ma anche senza invenzioni. Se la gente ha diritto di conoscere chi la governa, quest’ultimo ne ha altrettanto di difendersi. L’addetto ai lavori sa che i fatti privati hanno un impatto immagine/credibilità devastante, e lo sfrutta a vantaggio del partito. Ma la colpa è del malato, o di chi denuncia la malattia?