Sono maschio e ho paura

0
1322

Alberto Pellai è ricercatore al Dipartimento di Sanità Pubblica della Facoltà di Medicina all’Università di Milano, esperto in prevenzione sociale delle malattie.


Dottor Pellai, la LILT ha notato da tempo che gli uomini sono più restii a sottoporsi alla prevenzione rispetto alle donne. Perché?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima capire il rapporto che gli uomini hanno, contrariamente alle donne, con il loro corpo quando qualcosa non va. L’approccio dell’uomo al dolore del proprio corpo dipende da un atteggiamento culturale molto diverso rispetto al mondo femminile. Quando l’uomo percepisce che c’è qualcosa che non va, tende a desintonizzarsi dal proprio corpo, cioè a negare il problema. E lo fa tentando di eliminarlo. Per esempio, è frequente che quando un uomo percepisce qualcosa nel proprio corpo che non va si concentra ancora di più sulla propria attività lavorativa, quasi a voler ignorare il problema. Questo è confermato da molti medici che si stupiscono di fronte a diagnosi di patologie avanzate, con la presenza di sintomi chiari ed evidenti che l’uomo ha finto per diverso tempo di non considerare.

Il secondo aspetto è ricordarsi che tradizionalmente la cura del proprio corpo è sempre stata un’attività delegata alla sfera femminile e il terzo ed ultimo aspetto è considerare che gli screening tumorali sono stati inizialmente indirizzati al pubblico femminile, per esempio i pap-test o lo screening del seno, tanto da convincere l’uomo di trovarsi di fronte ad una realtà solo femminile. Questa erronea convinzione ha creato un vero ritardo culturale nella popolazione maschile.

Ma con la prevenzione si potrebbe evitare tutto questo! Quanto gioca la paura in questa renitenza maschile?

La paura è una delle sei emozioni primarie. Quando la provi, non puoi non sentirla o evitarla. È forte e si sente. La paura spinge chiunque a cercare protezione, come fa un bambino con la propria mamma. Ma, come sappiamo tutti, l’uomo per natura e cultura è un essere meraviglioso che tende a ‘dare’ protezione e non a ‘chiederla’. Per cui, di fronte alla paura cerca l’unica via d’uscita: la fuga. Meglio non sottoporsi a prevenzione, piuttosto che rischiare di trovare qualcosa nel proprio corpo che non va. Purtroppo oggi molti uomini ragionano così.

Come si può  eliminare questo pericoloso atteggiamento?

Con al comunicazione orizzontale, fra pari. Ossia penso che siano gli uomini che si sono già salvati grazie alla prevenzione a dover fare comunicazione ai loro simili. Solo ascoltando un’esperienza vissuta da un altro maschio, l’uomo può considerarla valida. 
 

Articolo disponibile anche su www.robertorasia.com e su www.italoeuropeo.it.