La sfida lanciata da Alexander Aciman e Emmett Rensin è riscrivere i più grandi capolavori della letteratura in 140 caratteri.
Immaginiamo di dover scrivere un libro nello stile del social network Twitter: frasi di massimo centoquaranta caratteri per esprimere se stessi e le proprie idee. Sembra impossibile e quasi ridicolo ma a quanto pare non lo è perché Twitterature ne è il risultato.
Il titolo si spiega da solo, Twitter-Letteratura. Il tentativo di due giovani studenti dell’Università di Chicago di riscrivere i più grandi capolavori della letteratura adattandoli allo stile di Twitter e al linguaggio dei giovani d’oggi. Tentativo ben riuscito, considerando che il libro è stato pubblicato dalla Penguin in Australia e in Inghilterra e prossimamente anche negli Stati Uniti.
Un libro di 146 pagine nel quale circa sessanta opere, dall’Iliade di Virgilio a 1984 di Orwell, vengono ridotte a due facciate. Basti pensare che nell’Inferno della Divina Commedia, Dante, nel bel mezzo di una crisi di mezza età, si è perso in un “bosco” e il primo pensiero è che avrebbe dovuto portare con sé il suo iPhone.
Se in un primo momento leggere questa reinterpretazione potrebbe far sorridere, il secondo pensiero va sicuramente allo scempio compiuto riducendo i versi introduttivi di un’opera di grande spessore letterario ad una frase del genere. Questo è ciò che ha pensato la maggior parte dei critici letterari che da mesi scrive articoli, seppur negativi, a riguardo.
Ciò nonostante, a mio parere questo libro non è spazzatura. Può essere apprezzato o meno ma il solo fatto che la Penguin, una casa editrice che vanta una delle più complete collane di classici, l’abbia pubblicato, significa che c’è ben altro dietro all’apparente superficialità delle trasformazioni.
Pensiamo, per esempio, al processo di reinterpretazione che ha coinvolto i due giovani studenti di letteratura, autori di questo libro. Lasciando da parte per un attimo il linguaggio utilizzato o la riduttività delle reinterpretazioni al cospetto degli originali, è da apprezzare che due diciannovenni si divertano in questo modo, perché è così che è nato questo libro, come un passatempo; inoltre va sottolineata la competenza che hanno dimostrato non solo nell’uso di Twitter ma anche nel maneggiare i grandi capolavori della letteratura e, lo sappiamo, non è così comune tra i giovani d’oggi. Per questo vanno premiati, perché siano un esempio, perché il loro libro incuriosisca al punto tale i loro coetanei da incoraggiarli a leggere gli originali.
Paragonandosi, seppur con poca modestia, a Martin Lutero che tradusse la Bibbia ai suoi contemporanei, il loro intento è quello di avvicinare i grandi classici alla generazione d’oggi, convinti che la cosa più importante sia il messaggio, non le parole. Opinione assolutamente contestabile, non lo è però il fatto che queste 160 pagine siano di fatto un anello di congiungimento tra due generazioni lontane anni luce. Twitterature è un piccolo passo per attualizzare il passato e rendere meno moderno il presente. La cosa che fa maggiormente sperare è che questo passo è stato fatto da due studenti diciannovenni.