(a cura di Silva Valier)
No all’abolizione della pausa pranzo, ma aiutare i lavoratori a mangiare meglio
. Mentre i nutrizionisti, dopo le dichiarazioni del ministro Rotondi sul tema della produttività al lavoro, sottolineano come saltare i pasti sia un’abitudine sbagliata, e incentivare questo comportamento equivalga a promuovere stili di vita dannosi per la salute, una risposta arriva anche dall’Europa con il progetto FOOD. Si tratta di un’iniziativa che coinvolge ben sei Paesi, e che si propone di sensibilizzare verso la corretta alimentazione sfruttando proprio il pasto di mezzogiorno.
Promosso dall’Unione Europea in collaborazione con Accor Services, il progetto FOOD è stato già lanciato in Francia, Belgio, Svezia, Repubblica Ceca, Spagna e appunto Italia, grazie al coinvolgimento di partner istituzionali come Ministeri della Salute, Centri di Ricerca, Atenei (come l’Università di Perugia per l’Italia) e importanti nutrizionisti, come quelli dell’INRAN.
“Incoraggiare stili di vita scorretti può portare a conseguenze molto negative per la salute delle persone – spiega Monica Boni, Direttore Servizi alla Persona di Accor Services – Sarebbe più opportuno supportare chi lavora nell’effettuare scelte corrette dal punto di vista nutrizionale, facendo informazione e promuovendo la sana alimentazione. Ecco perché attraverso il Progetto FOOD abbiamo voluto intervenire proprio sulla pausa pranzo: è il momento migliore per recepire consigli e suggerimenti per migliorare il proprio stile alimentare e prendersi cura della propria salute”.
Il progetto FOOD mira a promuovere la sana alimentazione durante la pausa pranzo tra i lavoratori consumatori e i ristoratori. Dal lato dei dipendenti e delle aziende, FOOD si propone di sensibilizzare ai principi della sana alimentazione e fornire utili e pratici consigli per affrontare al meglio il momento del pasto fuori casa, sfruttando l’ambiente di lavoro come un canale privilegiato per raggiungere in modo capillare i lavoratori. Dall’altro lato, FOOD vuole sensibilizzare anche i ristoratori, per migliorare la qualità nutrizionale dei piatti proposti per la pausa pranzo.
“Da punto di vista nutrizionale, saltare i pasti è quanto di più negativo si possa fare. – spiega il nutrizionista Andrea Ghiselli dell’INRAN. – Pranzare è importante per ricaricare il fisico, soprattutto quando si lavora: esiste un calo fisiologico dell’attenzione tra le ore 14 e le ore 16, che non è necessariamente legato alla pausa pranzo, ma al ritmo sonno-veglia. Piuttosto, è fondamentale scegliere piatti equilibrati e sani, adeguati al proprio fabbisogno calorico e al proprio dispendio quotidiano di energie. Ecco perché insieme all’UE e a tanti partner internazionali abbiamo promosso anche in Italia il Progetto FOOD, per sensibilizzare al tema della sana alimentazione fuori casa. Abbiamo anche stilato i profili alimentari delle diverse figure lavorative, individuando per ciascuno quali piatti possano essere migliori per conciliare le esigenze fisiche con una pausa sana e che nutra senza pregiudicare le performance lavorative.“
Ad esempio, una persona che faccia un lavoro sedentario come la segretaria (che ha un fabbisogno calorico giornaliero intorno alle 1.700 kcal) o il bancario (2.100 kcal) in genere è bene che scelga un primo o in alternativa un secondo leggero, senza dimenticare mai il contorno di verdure o un frutto. Chi invece fa un’attività fisicamente impegnativa, come ad esempio il muratore (2.500 kcal circa), ha un fabbisogno calorico più importante, e può quindi pranzare anche scegliendo un menu completo, con un primo, secondo, contorno e frutta.