Grande successo del concerto dei 99 Posse al Dingwalls di Camden stracolmo di pubblico. Un trionfo per il gruppo napoletano che da poco è tornato ad esibirsi dopo qualche anno di separazione.
Un pubblico di aficionados di età media inferiore ai 40 anni. Moltissimi italiani, qualche straniero e soprattutto tanti napoletani accorsi ad acclamare i loro concittadini. Un pubblico che ha apprezzato molto e che ballando, saltava talmente forte che il pavimento in certi momenti del concerto tremava.
Purtroppo il concerto è terminato bruscamente pare a causa di un allarme antincendio.
I 99 Posse nascono nel 1991 a Napoli come espressione diretta del Centro Sociale Officina 99. I loro album più venduti (entrambi con la cantante Meg) sono Cerco tiempo (1996) oltre 80.000 copie, premiato disco d’oro, e Corto circuito (1998) 160.000 copie.
Musicalmente interessanti sono anche i primi album: Live al Leoncavallo 1992 (1992); Rafaniello (1992); Curre curre guaglió (1993); Incredibile opposizione tour ‘94 con i Bisca (1994); Guai a chi ci tocca con i Bisca (1995).
Il gruppo fa parte del movimento dei centri sociali emerso in Italia tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. I gruppi nati da questo movimento sono chiamati “Le Posse” e mettono insieme artisti underground, musica alternativa con riferimenti ragamuffin e hip hop spesso in dialetto, ma soprattutto hanno forti caratteristiche sociali e politiche.
A dimostrazione di questo impegno tutti gli album dei 99 Posse sono stati realizzati a prezzo politico, quindi molto basso.
Il concerto al Dingwalls è stato interessante sotto molti aspetti. Anzitutto, il pubblico accorso era entusiasta ed ha partecipato con passione. La musica era ottima e ben eseguita: gli anni di esperienza hanno il loro peso. Si sente però la mancanza di Meg, ex –cantante del gruppo, e delle alternanze con ‘O Zulù, anche se quest’ultimo regge bene lo spettacolo da solo.
Durante il concerto sono stati eseguiti i brani più famosi del gruppo come S’à d’appiccià, O’ documento, El pueblo unido, Rigurgito Antifascista, e soprattutto quell’inno di battaglia che è Curre curre guaglió.
Molti i richiami all’impegno politico, all’insoddisfazione del sud Italia, alla disoccupazione, ai problemi della giustizia, al razzismo. Sul palco bene in vista la bandiera della Palestina.
Purtroppo, il concerto è finito prima del previsto, pare a causa di un allarme antincendio che è stato provocato dal fumo delle sigarette, come riferiscono dallo staff del locale. Troppa gente fumava e non era possibile farli smettere. Il concerto è stato cosi bruscamente interrotto ed è terminato senza gli ultimi pezzi.
La formazione dei 99 Posse attualmente è cosi composta: ‘0 Zulù (Luca Persico) voce; Kaya Pezz8 (Marco Messina) campionatore e Dub Master; JRM (Massimo Jovine) basso; Sacha Ricci tastiere.
Alla fine del concerto abbiamo intervistato ‘O Zulù, ovvero Luca Persico , voce ma soprattutto anima del gruppo.
D. Come vi trovate a Londra? Come è stato questo spettacolo a Londra?
R. “E’ stato bello perché c’è questa comunità italiana di Londra. Abbiamo un rapporto personale con buona parte di essa. Da anni c’è mezza Napoli qua a Londra! Ho fatto un saluto dal palco, a un’esperienza di un centro sociale di Napoli, che si chiamava Tien ‘a Ment di cui la maggior parte degli ex- militanti oggi vivono qua. Quindi ci ha fatto piacere venire a suonare, perché siamo sempre venuti, cosi, come tanti altri italiani a fare gite, vacanze. A vivere, alcuni di noi ci hanno vissuto qualche mese, qualcun altro qualche anno.
Riguardo a suonare, Londra è un posto che, anche proprio per la nostra musica e per il nostro genere musicale, è sempre stato un punto di riferimento. E’ stato bello e poi anche il risultato finale mi sembra più che soddisfacente”.
D. Perché la militanza ?
R. “Perché senza militanza non c’è vita. Siamo in un epoca in cui, chi ha delle opportunità, delle conoscenze, una tradizione familiare, va avanti, chi no, muore. Proprio nel senso materiale del termine. Noi siamo tra quelli che non ce le hanno queste conoscenze. Non ci piace l’idea di morire. E quindi non ci resta che la militanza per cercare di trovare delle vie di uscita”.
D. Il percorso della musica dei centri sociali degli anni ’90 continua ad andare avanti. Oggi cosa c’è, cosa vedi nel futuro, anche vostro.
R. “C’è un bisogno di movimento gigantesco. Manca il movimento, manca la centralità che i centri sociali hanno avuto tanti anni fa. E manca anche un po’ il movimento che dopo Genova ha subito una grossa botta di arresto, mille divisioni e troppa confusione. Però c’è voglia e c’è bisogno di movimento. E questo lo riscontriamo ogni singola volta che mettiamo il naso fuori casa in forma organizzata, facciamo un concerto, un corteo. C’è tanta gente che ha bisogno di esprimersi e di essere espressa. Quindi tutto sta a ricominciare”.
D. Italiani a Londra. Vuoi fare un saluto a qualcuno, un saluto generale?
R. “Stavano tutti qua stasera! Un augurio che siano felici ovunque essi vadano”.
Riferimenti: