Molte le variazioni sul tema: dal rapporto con il PD ai progetti di Berlusconi, dalle bugie
del governo alla rete. 12 dicembre alla University College of London.
http://www.youtube.com/watch?
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Molto preciso e a tratti ironico De Magistris ha iniziato a parlare dell’ambiente politico italiano nel quale il primo ministro sta attuando un suo disegno autoritario partendo dalla criminalizzazione del dissenso. Secondo l’ex magistrato i punti di questo piano sono: l’elezione diretta del capo dello stato, la demolizione dei contrappesi istituzionali quali il Parlamento, la riduzione dei media a megafono del regime (legge sulle intercettazioni, disegno di legge Carlucci contro internet e blog), la sottomissione della magistratura al potere politico e la privatizzazione della sicurezza (ronde).
“Berlusconi è abituato a comprare ed il presupposto del regime è non informare la gente, che altrimenti potrebbe formarsi un proprio pensiero libero e magari dissentire.”
Tuttavia per coloro che già dissentono o scoprono troppo, viene oggi usata un’alternativa burocratica alla violenza: marca da bollo e trasferimento.
Sempre sul tema governo propone poi un gioco dialettico di tesi e antitesi. Il governo afferma infatti di aver catturato tanti latitanti ed aver confiscato beni alla mafia, sebbene, in realtà, la magistratura e la polizia l’abbiano fatto. Berlusconi afferma di avere il pieno controllo del territorio attraverso le forze dell’ordine, ma le stesse scendono in piazza contro il governo ed i tagli che ha subìto il settore. Il primo ministro si vanta di aver prorogato il 41 bis, ma sono 17 anni che la procedura viene ripetuta.
De Magistris descrive poi lo scudo fiscale come riciclaggio di stato, che penalizza gli imprenditori onesti, e la prescrizione breve come un’amnistia.
Per quanto riguarda poi l’argomento tristemente attuale delle trattative tra mafia e stato ricorda che anche nel 1981, per la liberazione del democristiano Cirillo, ci furono accordi tra BR, camorra, DC e vertici SISDE e SISMI (collegati alla P2). Lo scenario rimane più o meno lo stesso, con l’assenza delle BR.
De Magistris, presidente della Commissione di Controllo del bilancio della Commissione Europea, ha in seguito descritto il suo attuale impegno. Il ruolo che ricopre prevede che indaghi sull’utilizzo del denaro elargito dalla Commissione proponendo sanzioni per chi ne fa un uso scorretto. L’Italia, secondo un recentissimo rapporto, si è guadagnata la maglia nera per l’investimento dei fondi europei con la Calabria e la Puglia a guidare la classifica interna. Il denaro infatti si perde nei vari passaggi di mano prima di arrivare a destinazione e spesso a questo gioco partecipa anche la mafia che vince appalti e costruisce con materiali scadenti per risparmiare sulle spese.
Tuttavia le formalità e la burocrazia vengono quasi sempre rispettate quindi diventa sempre più difficile per chi vigila capire dove individuare l’imbroglio.
Tutto questo, oltre a peggiorare la nostra immagine in ambito europeo, va a discapito dello sviluppo dei territori, che i fondi europei dovrebbero agevolare.
Nel suo discorso De Magistris affronta poi il tema dell’informazione, ricordando che il centrosinistra avrebbe potuto risolvere il conflitto di interessi e la controversa vicenda di Rete 4 che avrebbe dovuto lasciare spazio ad Europa7. “In nessun altro paese europeo il primo ministro possiede tre canali televisivi – afferma l’ex magistrato – ed è assurdo che qualunque maggioranza controlli la televisione pubblica attraverso il suo CDA.”
Inoltre, mentre in Europa si parla di liberalizzazione della rete e di internet accessibile a tutti, in Italia si discute di come controllare e censurare uno spazio che sta sostituendo sempre di più i tradizionali
canali di informazione. Secondo De Magistris infatti, la rete è un momento importante di partecipazione e condivisione, ma poi si deve scendere in piazza, come è accaduto per il No B Day.
Le ultime considerazioni riguardano infine la sua posizione nell’Italia dei Valori ed i rapporti con il PD. De Magistris non punta a personalismi e dice di non voler assumere alcun ruolo diverso da quello attuale, già di grande importanza e nel quale si sta dedicando con molto impegno. Vede inoltre una piena e concreta collaborazione con il PD solo se questo “riuscirà a distaccarsi dal sistema consociativo della politica italiana nel quale ormai è immerso” cosa che, al momento, sembra difficile da raggiungere.
Luca Russo