Un uomo, una bicicletta e 15.000 km di solidarietà per i bambini.

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Matteo Tricarico sta percorrendo 15.000 km in bicicletta a scopo di beneficienza per i bambini disabili.

Il progetto è a favore dell’organizzazione non governativa Travel For Aid di Manfredonia (Foggia) che si occupa di soggetti svantaggiati.

Con la sua impresa Matteo Tricarico vuole sensibilizzare ed informare riguardo ai problemi della disabilità infantile.

E’ un viaggio molto lungo, 15.000 chilometri, che parte dal Vietnam e arriva fino in Italia, passando per zone molto pericolose.

Il progetto gode di patrocini molto importanti e Matteo sta riscuotendo sempre più simpatia.

Vietnam, ottobre 2009Il 40enne italiano ha deciso di coinvolgersi nel progetto solidaristico “Dal Vietnam all’Italia in bicicletta per aiutare i diversabili”. Il progetto è a favore della Travel For Aid, associazione pugliese senza fini di lucro, che ha come utenti soggetti appartenenti a gruppi vulnerabili e ai margini della società.

Questo viaggio ha lo scopo di sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sul problema dell’infanzia disabile. Al progetto è associata una raccolta fondi per portare un aiuto concreto a favore di attività organizzate da ONG che operano in quei paesi. C’è la possibilità per tutti di sponsorizzare direttamente l’impresa al costo di 1 Euro a chilometro.

Matteo Tricarico pedalerà per otto mesi in solitaria. La distanza da coprire è di 15.000 chilometri da Ho Chi Min City (ex – Saigon, Vietnam) a Manfredonia (Italia). Le tappe del tragitto saranno luoghi in cui vi sono istituti per disabili e scuole per bambini poveri. E’ stato fatto, infatti, un partenariato con organizzazioni internazionali non governative ed umanitarie che operano nel settore dell’istruzione per disabili.

Dal diario di viaggio di Matteo: “Ufficialmente il progetto ha avuto inizio il 9 Ottobre con la mia visita alla Fondazione Cristina Noble a Saigon (Vietnam) che da circa un ventennio gestisce un orfanotrofio per infanti disabili che i genitori hanno abbandonato perché senza possibilità materiali per poterli mantenere……. la visita dell’istituto è stata molto toccante e dolorosamente istruttiva. Ho appreso che molti dei bambini presenti non sono nati con disfunzioni psico-motorie ma che queste sono state causate da malnutrizione o dalle pessime condizioni sanitarie in cui hanno trascorso i primi mesi di vita”.

Ad oggi Matteo è a Khiet Ngong (Laos), alle coordinate N 14°46.389′ E 106°28.878′ Mappa interattiva.

Il progetto ha il patrocinio di Regione Puglia, Comune di Manfredonia, Federazione Ciclistica Italiana, Università degli Studi di Siena, CONI, UISP, AVIS, Lega Navale Italiana e Circolo Unione di Manfredonia.

Matteo Tricarico ha lasciato la comoda vita di impiegato della Comunità Europea per lavorare nel settore turistico. Ora vive in Indocina. E` celibe e senza figli.

Matteo non è nuovo ad imprese di questo genere. Negli anni passati ha percorso in bicicletta decine di migliaia di chilometri visitando Cambogia, Thailandia, Malaysia, Indonesia, Vietnam e Laos.

Il suo ultimo viaggio, da Saigon a Bali, è terminato nel Giugno 2009 ed è stato di 5.000 chilometri.

Ho conosciuto personalmente Matteo tanti anni fa all’Università di Siena. Entrambi impegnati nel volontariato studentesco con il GES (Gruppo Erasmus Siena) di cui siamo stati tra i primi membri: lui, poi, anche Presidente, io membro attivo, entrambi coinvolti in molte attività.

Ha sempre voluto viaggiare Matteo, lo diceva spesso. Ed è sempre stato un tipo calmo, organizzato e soprattutto molto tenace. Queste doti sembrano non essere diminuite col passare del tempo.

A noi non resta che applaudire a questa impresa straordinaria ed augurargli buona fortuna. Forza Matteo!! 
 

Riferimenti:

Associazione Travel For Aid: www.travelforaid.com

Matteo Tricarico: www.matteot.com

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Champassak, Laos 12 dicembre 2009 

Quale è lo scopo di questo viaggio? In cosa consiste? Da dove sei partito, dove arriverai e in quanto tempo. Viaggi da solo? 

L’impresa sportiva, cominciata da Saigon il 10 ottobre 2009, consiste nel percorrere in solitaria in bicicletta la distanza di 15.000 chilometri dal Vietnam all’Italia attraverso Cambogia, Laos, Thailandia, Myanmar, Bangladesh, Nepal, India, Pakistan, Iran, Turchia e Grecia in circa nove mesi. La finalità umanitaria del viaggio consta nel sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sul problema dell’infanzia disabile, andando ad incontrare i bambini in istituti per diversabili nei paesi attraversati.

Hai una preparazione atletica? Come l’hai ottenuta? 

Non ho una vera preparazione atletica specifica, ma da una decina d’anni utilizzo la bicicletta come principale mezzo di trasporto cittadino.

E’ la tua prima esperienza?  

No, negli ultimi sei anni ho pedalato per migliaia di chilometri in Indocina, ma il vero test che mi ha dato la sicurezza per affrontare questo viaggio è stato quello di 5000 chilometri in 45 giorni lo scorso maggio da Saigon a Bali. 

Come ti è venuta l’idea di fare questo viaggio? 

La voglia di viaggiare credo sia innata in me e non si è affievolita, al contrario si è cresciuta nel tempo. Ma il mio girovagare per giorni coprendo migliaia di chilometri è qualcosa che ho iniziato a fare qui in Asia, un po’ per caso un po’ per scommessa. Tutto cominciò in Cambogia quando comprai una bicicletta a Phom Penh e la dovevo portare a Siem Reap a 300 chilometri di distanza. Chiesi al mio datore di lavoro consiglio e lui mi rispose scherzando “Potresti andarci pedalando!”. In quel momento qualcosa fece click nella mia testa e quel suggerimento dato per schernirmi divenne un po’ la mia ragione di vita. La mattina del giorno successivo, ero sulla strada per Siem Reap dove arrivai tre giorni dopo esausto ma con addosso una magnifica sensazione di libertà. Da allora ogni vacanza includeva una parte ciclistica sino a decidere di prendere un anno sabbatico per questo viaggio facendolo coincide con il mio quarantesimo compleanno, forse per paura che dopo sia troppo tardi!

Durante il viaggio da Saigon a Bali, mi  è stato spesso chiesto se compissi quest’impresa per una qualche ragione umanitaria o se avessi degli sponsor, così è nata l’idea di dare un risvolto umanitario alla mia avventura da sogno: dal Vietnam all’Italia in bicicletta.

Vuoi dimostrare qualcosa? 

Solo a me stesso che posso ancora lasciare tutto e ricominciare daccapo.  

Sei soddisfatto di come sta andando? 

Tutto sta eccedendo le mie più  rosee aspettative, a cominciare dai patrocini concessi dalle varie istituzioni, alle organizzazioni umanitarie che sono diventate partner del progetto, sino all’entusiasmo nei messaggi di supporto inviatemi da tante persone.  

Racconta un’esperienza che hai avuto in questo viaggio… 

Uno dei vantaggi di viaggiare in bicicletta, rispetto alla macchina o la motocicletta, è di essere a contatto diretto con la popolazione locale in aree rurali dove raramente passano dei viaggiatori occidentali. La sorpresa e la curiosità della gente del posto è grande a vedere qualcuno che viaggia in bicicletta. Sono continuamente testimone di esempi di persone che vogliono aiutarmi offrendosi di darmi passaggi sui loro carretti. 

Cosa vorresti che accadesse alla fine di questo viaggio? Cosa farai dopo?  

Per ora devo ancora terminare quest’avventura, ma sto già accarezzando l’idea di ritornare a Saigon facendo il giro del mondo…