Le donne nella chiesa: tra religione e ideologie culturali

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In seguito alla decisione della Chiesa Anglicana di permettere alle donne di diventare vescovi, molti sacerdoti maschi hanno chiesto di convertirsi alla Chiesa Cattolica Romana. ( Questo articolo apre una nostra inchiesta con interviste e approfondimenti  a cura di Luca Russo su questa delicata e importante questione…)

Papa Benedetto XVI ha recentemente risposto aprendo le porte del Vaticano ai sacerdoti anglicani. Tra polemiche e dibattiti ancora in corso vi presentiamo un approfondimento sulla figura della donna nella chiesa. 

 

Fatti 

"Moltiplicherò  le doglie delle tue gravidanze; partorirai i figli nel dolore, tuttavia ti sentirai attratta con ardore verso tuo marito, ed egli dominerà su di te". Così il Creatore si rivolge alla donna peccatrice nella Genesi (Gen 3, 16), l’inizio della fine.

Nonostante la Bibbia abbondi di personaggi femminili e lo stesso Gesù ne sia più volte circondato, il ruolo della donna all’interno della Chiesa ha infatti sempre sollevato grossi polveroni.  

Nei primi secoli era diffuso il ruolo di diaconessa, una figura femminile che si occupava della cura dei malati e di uffici liturgici minori. Febe è il personaggio che nella Bibbia ricopre questo ruolo: “Ora io vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa che è in Cencrea” (Romani 16:1).

Tuttavia durante il Concilio di Nicea convocato da Costantino I nel 325 a.C. per mettere ordine nella dottrina cattolica, venne deciso che le diaconesse erano da considerarsi figure laiche coadiuvanti l’istituzione ecclesiastica. 

La Chiesa Anglicana, separatasi dalla Romana per opera del re Enrico VIII nel XVI secolo, è sempre stata piuttosto aperta nei confronti delle donne all’interno della propria struttura istituzionale. Dalla seconda metà del 1800 le diaconesse, sempre considerate laiche, dicevano messa indossando una tonaca blu, per differenziarsi dalla nera dei sacerdoti ordinati maschi.

Negli anni ’70 del secolo scorso il sinodo presentò poi per la prima volta la proposta di ordinare le donne, purtroppo senza successo.

Il sinodo è  l’organo decisionale della Chiesa Cattolica. Nel caso della Chiesa Anglicana questo è composto da rappresentanti laici, vescovi e sacerdoti. Perché una proposta si concretizzi, questa deve essere approvata da almeno i due terzi di ognuno dei tre gruppi.

Nel 1987 la proposta venne presentata nuovamente e questa volta approvata e passata al Parlamento inglese per concordare un’adeguata legislazione. Dal 1992 le diaconesse inglesi posso prendere gli ordini ed avere le stesse funzioni dei colleghi maschi.

Nel luglio del 2008 infine le tre “camere” hanno deciso per la consacrazione delle donne vescovo ed ora il Parlamento sta mettendo a punto la legislazione. 

Per quanto riguarda la Chiesa Romana invece ci sono stati piccolissimi passi verso una maggiore importanza del ruolo femminile all’interno della propria struttura. Cito dal sito Cattolico www.zenit.org: “Dopo il Sinodo dell’Eucaristia (Ottobre 2005, ndr), in alcuni Paesi, come in Italia, esistono donne che sono state istituite come ‘ministri straordinari’ dell’Eucaristia per portare la Comunione ai malati, con un mandato ufficiale, dopo una formazione liturgica, teologica e pastorale adeguata.” Inoltre durante il Sinodo dei Vescovi del 2008 la proposizione numero 17, intitolata Ministero della parola e donne, recitava: “I Padri sinodali riconoscono e incoraggiano il servizio dei laici nella trasmissione della fede. Le donne, in particolare, hanno su questo punto un ruolo indispensabile soprattutto nella famiglia e nella catechesi. Infatti, esse sanno suscitare l’ascolto della  
 

Parola, la relazione personale con Dio e comunicare il senso del perdono e della condivisione

evangelica. Si auspica che il ministero del lettorato sia aperto anche alle donne, in modo che nella comunità cristiana sia riconosciuto il loro ruolo di annunciatrici della Parola.”

Il lettorato si inserisce tra quelli che prima della riforma di Paolo VI del 1972 venivano denominati ordini minori. Nello stesso documento, Ministeria Quaedam, il Papa scrive che “il Lettore è istituito per l’ufficio, a lui proprio, di leggere la parola di Dio nell’assemblea liturgica” e precisa che “l’istituzione del Lettore e dell’Accolito, secondo la veneranda tradizione della Chiesa, è riservata agli uomini.” Per questo, 36 anni dopo, il Sinodo dei  Vescovi ha dovuto richiedere ufficialmente di permettere alle donne di ricoprire questo ruolo.