Il Papa tace, non sparge parole sulla vicenda del 24 dicembre scorso, che l’ha visto protagonista inconsapevole di un’aggressione in Vaticano, ad opera della venticinquenne Susanna Maiolo
Eppure, ad una settimana esatta di distanza daquella notte, la giovane, ricoverata presso il reparto di Psichiatriadell’ospedale di Subiaco, ha ricevuto la visita del segretario personale delPontefice, Mons. Georg Gänswein.
Un incontro quasi inaspettato, almeno da partedi quanti paventavano un faccia a faccia tra la giovane e lo stesso Papa, chesi è invece mantenuto fermo nella sua posizione di silenzioso rispetto versouna ragazza psichicamente instabile e di fiducioso abbandono in Dio, scevro daogni teatralità dei sentimenti, che tuttavia tanto di questi tempi va di moda.
D’altronde, lo stesso Santo Padre, inoccasione della festività dell’Immacolata Concezione, aveva rivolto un monitonon solo alla popolazione romana, ma all’intera umanità, invitandola adisinquinarsi dal male che quotidianamente viene “raccontato, ripetuto,amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventareinsensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non vienepienamente smaltito e giorno per giorno si accumula”.
In queste parole, è facile rintracciare la motivazioneprofonda di un silenzio papale che dunque non reca in sé né i segni di unasterile insensibilità, né di una superiorità fredda e distaccata, ma apparemagistero vivente di quanto affermato dallo stesso Santo Padre.
La lezione di Benedetto XVI si collocanell’ottica di una società che sempre più punta le luci della ribalta supersonaggi sconosciuti -improvvisamentee spesso per motivi altamente diseducativi- trasformati in vero e proprio“traino” della macchina dello show-business fino agli estremi di unirrispettoso “saccheggio” nelle vite altrui.
“Nella città vivono – osopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o suiteleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia el’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtropposi stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senzapietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essereaccolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana èuna storia sacra, e richiede il più grande rispetto”.
A queste parole del Santo Padre, pronunciatecon fermezza dinanzi alla statua della Vergine Immacolata di Piazza di Spagna,faceva seguito l’invito a non sentirsi “sempre spettatori, come se il maleriguardasse solamente altri”, ma a prendere consapevolezza dell’ essere “tuttiattori” comprendendo che “nel male come nel bene, il nostrocomportamento ha un influsso sugli altri”.
Parole illuminanti sul perché di un incontro,quello tra Mons. Georg e Susanna, che ha avuto luogo nella massima segretezza ele cui prime notizie al riguardo, sono trapelate soltanto oggi.
Cosa si siano detti, il segretario del SantoPadre e la giovane che ne ha provocato la caduta -per fortuna senzaconseguenze- non ci è dato sapere.
Probabilmente, senza le “rivelazioni” dialcuni pazienti del pronto soccorso, che hanno riconosciuto la figura delprelato -nonostante tutte le misure adottate per garantire il riserbo dellavisita-, oggi nulla si sarebbe saputo del colloquio, durato all’incirca 30minuti e svoltosi il 31 dicembre, in tarda mattinata.
Evitare la speculazione dei mass-media su unipotetico “a tu per tu” tra il Papa e la Maiolo, avrà sicuramente guidato ladecisione di Benedetto XVI, sulla scorta del suo stesso invito a imitare laVergine Maria, colei che “ci insegna ad aprirci all’azione di Dio, perguardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli conmisericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli,disprezzati, sfruttati”.
Dalla sua cattedra di professore e Pastore,Papa Ratzinger, ancora una volta, insegna a non guardare niente in superficie,a non trasformare le persone in corpi “che perdono l’anima, diventano cose,oggetti senza volto, scambiabili e consumabili”.
L’ultimo libro, seppur non scritto, del Papateologo, si chiama silenzio.
Maria Rattà