Artigiani della parola, e se fossero talenti?

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La scrittura creativa della Toscana (pisa) un progetto serio ed efficace che dal 2008 ha raggiunto grandi risultati…..e la creativita continua anche nel 2010.


Q ui non si inventano talenti, ma occasioni per capire se uno il talento ce l’ha. Il miracolo ci può anche scappare, perché no?, ma guai a pensarci al momento dell’iscrizione. Se uno si imbarca in un corso di scrittura creativa convinto di sbarcarne da scrittore navigato, è chiaro che ha sbagliato rotta. Alessandro Scarpellini, il docente, lo dice subito: «Chi spaccia che facendo qualche lezione si diventa romanzieri o poeti o autori di racconti indimenticabili, mente».  Lo ripete dal ’97, anno in cui ha iniziato a tenere corsi di scrittura creativa per adulti, «e sempre lo ripeterò. Per diventare scrittori, o danzatori, o coreografi, o qualsiasi altra cosa abbia a che fare con l’arte, un corso non basta». Però può servire, come no. È pur sempre un primo passo che «aiuta a trovare idee e pensieri narrativi. A maneggiare gli strumenti del racconto. A imparare un repertorio di soluzioni».  Di sicuro, uno impara a mettersi alla prova. È un primo passo anche questo. Raccontare, raccontarsi (che è anche il titolo dell’antologia di storie che Felici ha pubblicato nel 2007 raccogliendo i migliori testi prodotti dai corsi di quell’anno): la filosofia è questa. E raccontarsi a un pubblico non è mai facile. E questo di stasera per gli iscritti al II livello è solo il secondo appuntamento, il primo era la settimana scorsa, non tutti i partecipanti si conoscono, c’è ancora da rompere il ghiaccio.  Inizia Daniele, 29 anni, di Cascina. «Scrivo da anni, ma finora per me e basta. Raccolgo le suggestioni dall’esterno e le metto su carta, butto giù come mi viene, sono un istintivo. Mi ispirano molto certi quartieri di Pisa, il centro storico. In Borgo Stretto ho ambientato il racconto che stasera ho portato qui. Ho saputo di questa cosa grazie a Internet…».  Continua Matteo, di Larderello, ingegnere, attualmente impegnato con il dottorato. «Lavoro coi numeri ma adoro le lettere. Nei ritagli di tempo scrivo, arraffo ogni minuto libero e azzardo storie». Lorenza è medico, il suo primo corso di scrittura lo ha frequentato nel 2005, sempre qui, sempre con Alessandro. «È un’esperienza molto bella; intensa, anche per i rapporti umani. La scrittura mi ha accompagnato. Ha parlato prima che lo sapessi di cose che avevo dentro. Sto iniziando un percorso nuovo della mia vita, e voglio che la scrittura mi accompagni ancora una volta».  Poi a parlare sono Gianluca, Leandro, Chiara, Annalisa, Gilda, Fabio. L’età spazia dai quasi 30 ai quasi 50. Dieci persone attorno a un tavolo pieno di fogli, di appunti, di fotocopie, di moduli prestampati. Qua dietro c’è l’immancabile lavagna: ancora vi si legge lo schema essenziale della storia: esordio, conflitto, complicazione, climax, anticlimax, denouement (lo scioglimento, en français). Alessandro l’ha scritto ieri per gli allievi del I livello. Dal tango  Siamo in uno dei locali del circolo “Agorà” di via Bovio, a Pisa. Nella stanza accanto si sta tenendo un corso di cucina. «Tra poco si iniziano a sentire i profumini», fa qualcuno. Non è una buona notizia: abbiamo iniziato alle 20, ora sono le 20 e 15, terminiamo alle 22, nessuno ha cenato e la cosa potrebbe rivelarsi una tortura. «Eh, infatti, se inizi a pensarci…», «Un languore…», si mormora. «A volte aggiriamo la tentazione e ci troviamo in pizzeria». «Una volta i cuochi di là proprio ci facevano svenire dalla fame: ne nacque una storia sul cibo».  Dal tango invece è nato un libro. Al circolo si sono detti: perché non inventare qualcosa, magari un concorso, un premio, per unire ballo e scrittura? Detto fatto. Il compito assegnato: scegliere un brano di tango e costruirci sopra un racconto. Hanno partecipato in tanti, allievi dell’“Agorà” come anche no. Le cose migliori sono finite in un volume, “RacconTango”, che verrà presentato a dicembre.  Alessandro Scarpellini ha 51 anni ed è nato a Pisa. Narratore, poeta, saggista. Felici ha appena pubblicato il suo ultimo libro di racconti, “L’astronave madre”. «Sono anche un educatore: lavoro per la Biblioteca dei Ragazzi del Comune di Pisa. I corsi di scrittura creativa li organizzo anche per le scuole, elementari medie e superiori». Assieme a Ugo Riccarelli, vincitore del premio Strega 2004 con “Il dolore perfetto” (Mondadori), nel ’99 crea il “Laboratorio di scrittura del circolo Agorà”. Quest’anno ci sono due primi livelli (25 persone in tutto, 12 lezioni) e un secondo livello (9 persone, 13 lezioni). «Tre corsi, due cicli in un anno, da ottobre a gennaio e da febbraio a giugno. Mai con più di 15 partecipanti, i miei gruppi. Leggere le proprie cose viene bene con un numero di partecipanti contenuto. Il rapporto tra loro deve essere caldo, e soprattutto non dispersivo».  Parallelamente, si è sviluppato tutto un fiorire di testi e metodi. “The plot of short story” di Henry Albert Phillips, libro del 1920, resta sempre un gran bell’evergreen.  Lo cita anche Scarpellini, a proposito dei vari tipi di conflitto possibili, il sale di una storia: conflitto tra i due sessi, tra il bene e il male, tra razze, tra libero arbitrio e destino… Pare che, girala come vuoi, se ti metti a scrivere, alla fine in uno di questi ti ci imbatti per forza, alla fine uno ti tocca. Come c’è chi ha calcolato che tutte le trame del mondo si possono ridurre a 36 storie-archetipo da cui deriverebbe tutto il narrabile. Teorie e diagrammi, schemi e classificazioni, sintesi e elenchi, un dedalo di strategie e metodi che spacca il capello creativo in quattro. «Ma non bisogna esagerare», ecco un’altra cosa che Alessandro non si stanca di ripetere. Suggestione  Intanto la lezione continua, sono già le 21.30, dalla sala degli aspiranti cuochi ormai arriva un trionfo di aromi, ma noi niente, non ci deconcentriamo, si continua sulla nostra strada. Abbiamo già parlato della forza della suggestione, esemplificata dalla famosa “Poesia” di quel provocatorio di Man Ray, un insieme di righe nere in campo bianco che sembra una trascrizione in codice Morse, però senza punti, solo linee («È capitato che qualcuno mi dicesse “Alessandro, la mia fotocopia è venuta male, me la cambi?”, o che qualcun altro tentasse di aggiustarsi gli occhiali»); del complesso rapporto che lega autore e personaggio («Calvino diceva: “Conosco i miei personaggi solo quando li incontro”»); dell’espressione («Io non metto bocca sulle modalità espressive. Se a me piacciono Bukowski e Villon, questo non significa che vi chiederò mai di scrivere come loro»); della retorica («Il primo modo istituzionalizzato per organizzare un discorso. Le scuole di retorica erano già scuole di scrittura creativa. Sapete quanti sono i metodi che hanno attinto dallo schema di Cicerone?»); della famosa espressione di tecnica narrativa di derivazione anglosassone («Show, don’t tell! E cioè: guai a essere didascalici. Non stare a spiegare cosa succede, fallo succedere punto e basta!»); dell’importanza del catturare gli impulsi («Sempre essere pronti; acuire i propri sensi per raccogliere… Ciò che raccogliamo dice molto di ciò che abbiamo dentro»). Ecco, sono le 21 e 30 e già abbiamo parlato di tutto questo. Ora è il momento delle letture ad alta voce: c’è tempo per ascoltare due lavori, i prossimi la prossima volta.  Inizia Leandro. «Io ho scritto ma mi vergogno troppo. È la cosa più assurda che abbia mai concepito», ride. E spiega che di solito il suo stile è noir, ma questa volta è saltato fuori un testo comico. Ed è comico davvero, tutto un gioco di parole, di doppi e tripli sensi, un miscuglio buffo di dialetti, particolari piccanti e varie amenità surreali. Esilarante. Ci fa pure dimenticare la fame. Poi tocca a Chiara, che ti sfodera un racconto dal titolo “Il gioco di Dio”. Un testo (bellissimo) che ha la comunicazione intensificata della poesia e il tono ieratico della Bibbia. Se è la divinità, la prima a sbagliare, che ne sarà di noi che cerchiamo di interpretarla?  Ore 22: rimane giusto il tempo per dare i compiti per casa. Alessandro chiede a tutti di scrivere su un foglio un “conflitto” possibile, «interno o esterno». Poi i fogli verranno raccolti, ridistribuiti a caso e usati da ciascuno come nucleo narrativo da cui tirar fuori un racconto. Si scrive, si raccoglie, si ridistribuisce. Usciamo. Una sbirciatina alla sala del corso di cucina. Un gruppo di chef seduti attorno a un tavolo. Mangiano beati. Hanno cucinato tutti insieme e ora insieme gustano i loro manicaretti. Non potrebbe già essere l’inizio di un racconto? – Andrea Lanini  

 

il Tirreno — 08 novembre 2008   pagina 25   sezione: SPETTACOLO 

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di Alessandro Scarpellini

CORSO DI SCRITTURA:

RACCONTARE / RACCONTARSI

(II LIVELLO) 
 
 

                        “In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo,

                                            perciò è meglio che siano quelle giuste”

                                                      (Raymond Carver) 

  

   Il Centro Studi Scrittura Creativa “Elrond”, L’Editore Felici e il Circolo Agorà di Pisa organizzano il Corso di Scrittura “Raccontare / Raccontarsi” (2° Livello) , condotto dal poeta e narratore Alessandro Scarpellini.

   Questo Corso di Scrittura Creativa, ricercando in primo luogo l’arte in se stessi, si propone di entrare profondamente e consapevolmente dentro la scrittura e i suoi segreti, considerando il potere evocativo delle parole e la percezione della realtà interna/esterna come fonte continua ed inesauribile di idee e pensieri.

  "Le storie – diceva Raymond Carver – non nascono dal nulla… il compito dello scrittore di racconti è di investire quel qualcosa appena intravisto con tutto ciò che è in suo potere”.

   Il Corso avrà il suo fondamento metodologico ed operativo nel “fare”, “ricercare”, “essere”, "creare", “divenire”… attraverso input e stimoli coinvolgenti, oltre che inconsueti o sorprendenti, si sperimenteranno alcuni modi e altre modalità del narrare.

   Si attiverà un percorso umanistico-letterario e percettivo-sensoriale aperto a chiunque crede nella verità e nelle possibilità dell’immaginazione, nella vita come realtà da scoprire e raccontare, in se stesso come parte del mondo, nella parola come ricchezza dell’uomo e testimonianza / rivelazione dell’esistere.

   Feyerabend, geniale epistemologo della scienza, scriveva in un suo celebre libro: “C’è bisogno di un mondo di sogno per scoprire i caratteri del mondo reale (e che in realtà potrebbe essere solo un altro mondo di sogno)”.

   Il Laboratorio di Scrittura di II Livello si articolerà in 13 incontri che avranno come tema: l’ispirazione, il corpo narrativo, l’incipit, la trama letteraria e il plot narrativo, il suono delle parole, la voce narrante, i personaggi e i punti di vista, l’ambientazione, le dimensioni del tempo in narrativa, gli espedienti retorici e la revisione di un testo.

   Sono previsti incontri con altri scrittori e artisti, oltre che interazioni con altri linguaggi.

   La lettura sarà momento importante di apprendimento e conoscenza dei diversi punti di vista sulla realtà, sul mondo e sullo scrivere. 
 

 

PROGRAMMA 
 

PERCORSO LETTERARIO / NARRATIVO:

Il corpo narrativo

Il movimento di una storia (conflitti visibili ed invisibili).

La trama letteraria.

La voce narrante.

Incipit.

Dall’inizio alla fine (esordio, scioglimento, coda, finale, etc.)

L’ambientazione.

I Personaggi.

Punti di vista.

Il tempo della narrazione (flashforward, flashback, etc.).

Espedienti letterari (flashdowing, digressioni, personificazioni, etc.).

Ritmi e flussi di scrittura.

Editing e revisione. 
 
 
 

PERCORSO PERCETTIVO E UMANISTICO: 

Sentire se stessi, il mondo.

Percezione e scrittura.

Concentrazione, attenzione, creatività.

Sensorialità e magia delle parole.

Ascoltare / ascoltarsi

La scrittura come invenzione / continuo ed inesauribile mormorio dell’essere.

Realtà intime, del mondo, proprie e altrui.

Forma e contenuti di una narrazione.

La scrittura… come sorgente/torrente, mare profondo e misterioso.

Se stessi e gli altri, la realtà  e l’immaginazione.

Scrivere… perché?

 
 
 

   In realtà queste due parti / percorsi del programma si mischiano e si mescolano magicamente in ogni incontro, non vi è  separazione fra loro… ma solo momenti diversi in cui manifestano di più o di meno la loro importanza.

 

      Presentazione:

    Martedì, 2 Febbraio

    ore 18.30

 
 

    Inizio:

    Martedì, 9 Febbraio

    ore 20.00

              • (13  incontri)

              • 1 volta a settimana,

              • il Martedì

              • dalle ore 20.00 alle ore 22.00 

              • c/o Circolo Agora 

              • Via Bovio 48/50- Pisa 
                 

Per informazioni:

Circolo Agorà  – Via Bovio 48/50– 56125 PISA

Tel. 050/500442

dal lunedì  al Venerdì 16.30 – 19.30

Martedì  e Giovedì 10.30 – 12.30

www.agorapisa.it – agorapi@officinaweb.it