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Il presidente mongolo Elbegdorj Tsakhia |
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14 gennaio 2010: il presidente mongolo Elbegdorj Tsakhia ha introdotto una moratoria sulle esecuzioni capitali, un gesto che le organizzazioni in difesa dei diritti umani hanno accolto come passo verso una legge che abolisca nel Paese la pena di morte. "La maggioranza dei Paesi del mondo ha scelto di abolire la pena di morte. Noi dovremmo andare nella stessa direzione", ha spiegato il Presidente mongolo davanti al Parlamento. "A partire da domani grazierò i prigionieri del braccio della morte". Il presidente Elbegdorj propone di sostituire la pena di morte con 30 anni di prigione, tuttavia la decisione di abolire la pena di morte spetta al Parlamento, controllato dall’opposizione, nelle cui fila sono molti i favorevoli al mantenimento della pena capitale. Secondo Amnesty International, sono almeno tre le condanne a morte commutate dal Presidente da quando lo scorso maggio è entrato in carica, ed almeno cinque le persone messe a morte in Mongolia nel 2008. Dopo una modifica apportata nel 1994 al Codice Penale, i reati capitali sono stati ridotti nel Paese a omicidio premeditato, stupro aggravato o su minore e reati contro lo stato se commessi con l’uso di violenza. Le donne di oltre 60 anni e gli uomini minori di 18 anni non sono passibili di pena capitale. Dopo essere stata per 65 anni uno stato satellite dell’Unione Sovietica, nel 1990 la Mongolia ha iniziato la transizione verso la democrazia legalizzando i partiti di opposizione e tenendo le prime elezioni multipartitiche. Il numero esatto delle condanne a morte, delle esecuzioni e dei prigionieri nel braccio della morte in Mongolia è coperto dal segreto di Stato. Né i familiari né gli avvocati dei condannati sono informati in anticipo della data della loro esecuzione e il corpo del giustiziato non viene consegnato ai parenti dopo l’esecuzione. Secondo Amnesty International, nel 2005 si sono verificate in Mongolia almeno 8 esecuzioni e 27 condanne a morte. La pena di morte era stata eseguita anche nel 2003. Al 30 luglio 2009, erano almeno 9 le persone detenute nel braccio della morte. Il 18 dicembre 2008 la Mongolia ha votato contro la risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
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