Intervista di “l’ItaloEuropeo a Franco Previtetema della Disabilita e malattie mentale in famiglia

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Intervista di “l’Italo Europeo Franco Previte Presidente dell’Associazione “Cristiani per servire”Abbiamo posto alcune svariate domande: 

 

D. Ma cosa è, cosa consiste questo “budget del ricoverato” che sta interessando anche l’opinione pubblica.

R. Questa “forma”, che ho “forgiato” “budget del ricoverato”, non trova riscontro nelle regole statutarie, ma, pare, che si possa trovare in alcune politiche sanitarie regionali e potrebbe consistere nel limitare, nel nome del risparmio, il diritto alla vita ed alla salute dei cittadini, disumanizzando il rapporto sociale.

Ora nelle leggi finanziarie, nella ripartizione delle spese sostenute dalle Regioni e nelle convenzioni o protocolli stipulati con ospedali pubblici o privati, la parola d’ordine, pare, sia quella di spender meno, restringendo i tempi di degenza perfino per fasce di età ed in qualunque condizione di salute si trovi il paziente.

Certamente a rischio e maggiormente penalizzate vengono a trovarsi le persone in età avanzate, come i disabili fisici, gli handicappati psichici, i malati terminali, le persone anziane in quanto la patologia da essi subita abbisogna di prestazioni sanitarie molto costose ed in nome del superiore “ordine” del risparmio si pensa per costoro le speranze di vita siano molto residue.

Non voglio pensare che si faccia come Lucrezio, poeta latino, che suggeriva ai medici per convincere pazienti riluttanti a bere una medicina amara cospargendo il calice di miele in maniera che il malato imbevesse il farmaco, ma pare, come in Inghilterra, vengano dimessi, silernziosamente in nome del risparmio dalle strutture ospedaliere, persone anche disabili agonizzanti ed in tarda età.

Se questo avviene,non avrei nessun dubbio a pensare che trattasi di eutanasia, una omissione di soccorso.

Questa “forma” nulla a che fare con il testamento biologico, essendo quest’ultimo una indicazione di volontà personale, mentre l’eutanasia è il procurare ad un ammalato la fine della sua esistenza.

E’ necessario valutare l’uomo-debole nella sua realtà, anche sociale ed economica, del tempo in cui vive e nell’ambito  della sua indifesa salute, perché non ha più capacità funzionanti, ma ha una sua dignità che lo deve contraddistinguere in una società, anche europea, in cui la democrazia è responsabile e deve essere attenta allo stesso.

La discriminazione verso persone disabili è contro ogni ideale della Unione Europea<di cui fa parte l’Italia.

Ne consegue l’abbandono di una nozione assoluta ed astratta di uomo-soggetto, a favore di una concezione più umana che faccia riferimento alla concretezza delle singole persone con le loro esigenze, necessità e prerogative, ma anche con i doveri che impone la solidarietà in quanto partecipi della stessa comunità.

Ora se ho inoltrato ricorso alla Petizione ai sensi dell’art. 50 della Costituzione Italiana, assegnata col n.911 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e col n.787 assegnata alla 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, è stato per richiedere una doverosa chiarificazione, in quanto l’appello che avevo “lanciato” alle Istituzioni ha trovato un silenzio, tutt’ora in itinere, che non piace alla logica dell’etica pubblica e che ci ha indotto a supporre di incamminarci sulla strada dell’imbarbarimento, inizio della fine della nostra connivenza civile.

Debbo aggiungere che nella Conferenza Stampa nella quale ho partecipato il 10 dicembre 2009 nella Sala Conferenze di Palazzo Marini della Camera dei Deputati ho esposto questa grave ed urgente situazione, nel santuario della politica, con “educato vigore” come hanno pubblicato i mass media, aggiungendo quanto ha fatto l’Italo Europeo alle necessità esposte

Ma le Istituzioni non “sentono”, non vogliono farci “conoscere” la verità, non interessa la vita di quanti soffrono.

Il credo d’oggi è dettato da due simboli : SS ( soldi e sesso).

D. Ma cosa deve fare lo Stato per evitare questo.

R. Ritengo essenziale che le Autorità pubbliche, come ho condensato nella Petizione al Parlamento Italiano, adottino opportuna vigilanza al fine di garantire ad ogni persona, soprattutto debole ed indifesa come i malati terminali in tarda età o disabili, il diritto a continue e specifiche cure fino al compimento naturale della vita.

Attendo, unitamente all’opinione pubblica, una risposta dal Parlamento Italiano che non può fingere di ignorare e con la massima urgenza di far conoscere la verità.

D. Uno dei problemi più scottanti e più difficili per le famiglie in cui insiste un disabile sia fisico che psichico, è l’incertezza del “dopo” di colui/ei che in atto sostengono il peso dell’assistenza , in quanto non hanno una sicurezza e ferma tutela sui vari tempi assistenziali che il proprio familiare superstite dovrà affrontare. Cosa pensa a riguardo?

R. Da tempo, da molto tempo nelle mie Petizioni giacenti in Parlamento ho richiesto, anche, la costituzione di un Fondo Speciale Economico, come avevo “suggerito il 17 marzo 2005 nella Sala Verde di Palazzo Chigi al Governo Berlusconi nella “Giornata di riflessione sulla depressione”, unitamente ad altri 8 punti necessari ed urgenti sulla disabilità.

In questo Fondo confluire quelle parti di patrimonio, risparmi o beni che in eredità andrebbero ai psico-fisici che un giorno resteranno soli, gestito da un Ente Pubblico che costituisce una regolare continuità che “altri” non possono attuare.

D:Gli invalidi civili al 100% percepiscono una provvidenza economica di euro 254,88 euro al mese, cifra al di sotto del minimo vitale della soglia di povertà fissata in 600 euro al mese. Tutto questo è giusto?

R. Questo argomento, le cui finalità Lei mi prospetta, è ampiamente condiviso in quanto questa somma consente al disabile solo sopravvivenza, davvero poco collegata agli indicatori dell’inflazione e del costo della vita.

D. Il Governo tedesco guidato dal Cancelliere Angela Merkel ha un Ministro Wolfagang Schauble al Dicastero degli Interni disabile, paralizzato su una sedia a rotelle.

Secondo Lei un disabile fisico potrebbe entrare, per ipotesi, nel Governo e cosa manca nel Suo Paese per raggiungere la piena integrazione dei portatori di handicap nei palazzi della politica?.

R Cosa manca ? Direi un certo buon senso per far raggiungere la piena integrazione dei portatori di disabilità, secondo quanto è nella “Convenzione sui diritti delle persone con disabilità” dell’ONU.

Certamente sarebbe auspicabile l’entrata di un diversabile nei “santuari della politica”, in quanto non solo il Governo tedesco ha un disabile, ma ricordiamoci che il Presidente degli Stati Uniti Franklin Rooselvet dalla seggiola a rotelle ha guidato gli USA nella 2° Guerra Mondiale, Beethoven, la cui nota sordità non gli ha impedito di essere tra i più grandi musicisti della storia del mondo, Omero la cui cecità non gli ha impedito di comporre poemi straordinari come l’Iliade e l’Odissea.

D. Il Testo Unificato Burani-Procaccini sulla malattia mentale ha posto termine alla riforma dell’assistenza psichiatrica ? Di interventi legislativi non se ne è più parlato da tempo. Crede opportuno rivedere la legge 180 sulla chiusura dei “manicomi”?

R. Ritengo indispensabile l’adozione di un Testo Unico sulla disabilità attualmente molto frammentario.

Da quando è  sparito dall’agenda parlamentare il Testo Unificato Burani-Procaccini, dove era abbinata la mia Petizione dall’aprile 2005 sotto la Presidenza dell’On.Pier Ferdinando Casini, della malattia mentale non se ne è più parlato. Mai è stato “svelato” questa misteriosa omissione.

Sono del parere che necessita una legge-quadro per incarnare quei principi innovativi dettati dalle Conclusioni di quella “Indagine Conoscitiva”del 16 luglio 1997 onde tutelare la dignità e la salute dei sofferenti psichici, adottare servizi specifici in strutture adeguate, garantire la sicurezza di tutti i cittadini.

Quelle mancate modifiche alla legge 180 e 833 deve “pesare” sulla coscienza del Legislatore, è un bilancio negativo, perché la situazione dei malati psichici in Italia, tra solitudine e sofferenza e strutture inadeguate o carenti, è rimasta inalterata.

E’ un desolante panorama quello che si presenta tre decenni dopo l’entrata in vigore della legge che ha “chiuso” i manicomi o vogliamo chiamare Ospedali Psichiatrici, ma sempre in una situazione di grandi “manicomi”.

Il problema è di primaria importanza nonostante si siano spente le luci e sia calato il sipario su quello che è un vero dramma in un clima di vera emergenza per la comunità tutta di fronte alla quale sono auspicabili delle opportune modifiche legislative.

Anche se insiste in Italia una confusione morale che determina una esaltazione di cose marginali, troppo lunghe da citare, anziché preoccuparsi di priorità  che interessano da vicino milioni di persone, non sarebbe riduttivo dire in difficoltà data la loro situazione di grande disagio e sofferenza, comunque auspico di non supporre più di essere in uno Stato senza solidarietà e civiltà.