Russia e i GULag: I lager sovietici

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 Bisogna ringraziare lo scrittore Aleksandr Isaevic Solzenicyn ( Premio Nobel per la letteratura per i romanzi “Il primo cerchio” e “Divisione cancro 1970” ) se il mondo, e la storia hanno conosciuto la vera realta dei lager sovietici.

 Con il libro, capolavoro “Arcipelago GULag”, Solzenicyn descrive la realta’ dei GULag, seguendo la liea di un vero e proprio saggio d’inchiesta narrativa. Pagine struggenti, taglienti come una lama di un coltello per gridare una particolareggiata e spietata denuncia delle repressioni di massa e dell’universo concentrazionario staliniano. Concepito già nel ’58 e terminato nel ’68, è il più duro atto d’accusa contro il sistema sovietico. Solzenicyn vuole dare voce a tutte le persone incontrate negli 11 anni di detenzione, non inventa nulla, ma riporta tutto con la massima schiettezza e severtita’ realistica dell’inferno che stava vivendo: i GULag .

GULag è l’acronimo, di Gosudarstvennyj Upravlenje Lagerej, Direzione centrale dei lager. Siamo nella Russia del 1918, e l’inizio della guerra civile, porto’ alla costruzione di una vasta rete di campi di concentramento per gli oppositori politici. Oltre alla funzione punitiva, alcuni lager ebbero anche la funzione di eliminazione fisica dei deportati. Le condizioni fisiche dei deportati erano talmente estreme che molti morivano per stenti e soprattutto per il freddo rigido russo. Disseminati nei luoghi più inospitali dell’URSS, i lager sovietici furono 384. 

foto .naturalmentescienza.it

Il tasso di mortalità mensile in certi lager superava il 10%, ma nelle zone piu fredde come per esempio a Kolyma, con temperature di 50-60° sottozero, raggiungeva il 30%. Si calcola che all’interno del sistema GULag siano passate tra i 15 e i 20 milioni di persone, ma che contemporaneamente non ne siano state presenti più di 3 milioni. Le condizioni climatiche, la fame costante, le fucilazioni, i ritmi di lavoro massacranti, la costante violenza psicologica tesa all’annientamento della volontà individuale furono le caratteristiche costanti dei GULag sovietici. I GULag si inserirono, nel contesto generale del Grande Terrore di Stalin negli anni 30 e rappresentò solo uno dei metodi di eliminazione degli avversari, “dei traditori” e soprattutto dei nemici di classe. Uno per tutti, la famosa («fame di massa») utilizzato in Ucraina all’inizio degli anni ’30 per piegare la resistenza dei contadini alla collettivizzazione della terra e che portò a oltre 7 milioni di morti, la gran parte bambini, per fame programmata.

Alla fine le vittimine si perdono nella storia e nel tempo, difficile dare una stima, si parla di 60 milioni di morti.

Il sistema GULag caratterizzò tutto il periodo leniniano e staliniano e cominciò ad essere riformato soltanto dopo la morte di Stalin, avvenuta nel 1953. Bisogna aspettare la politica di Gorbaciov per avere la chiusura definitiva dei GULag avvenuta nel nel 1987. Aleksandr Isaevic Solzenicyn, descrive ogni tormento, ogni morte, ogni umiliazione umana, e lo fa’, non con la paura di scrivere di un orrore, lo fa senza preoccuparsi delle conseguenze politiche, riporta la reata’ con forza di chi vuole vivere pur vedendo la morte. Scrive Solzenicyn, non tanto per diventare famoso o per scrivere un romanzo, scrive per necessita’ di riportare le cattiverie umane, gli orror, e gli errori di un’ inutile regime comunista. Mosso dalla forza di rimanere vivo usa la penna come un bastone per alzarsi dai lager e dar loro una eca nella storia.