Come andrà a finire il processo per l’omicidio di Anna Politkovskaja? Ancora un pò di fiducia concessa al sistema giudiziario russo
Ricominciano le indagini in seguito al ricorso per un verdetto senza colpevoli nell’omicidio della Politkovskaja.
Circa un anno fa si chiudeva senza colpevoli il processo indetto per l’omicidio di Anna Politkovskaja. Dopo tre mesi trascorsi a fare finta di investigare su ciò che era accaduto quel 7 ottobre 2006 nel palazzo in cui è stata uccisa la giornalista, gli imputati sono stati prosciolti per mancanza di prove.
Nel novembre 2008 ha avuto inizio la farsa che poneva a giudizio i fratelli Machmudov, accusati di aver pedinato la Politkovskaja nei giorni antecedenti il delitto e Sergej Chadzikurbanov, ex agente della polizia moscovita e organizzatore dell’omicidio. L’esecutore sarebbe stato un terzo fratello, tuttora latitante. Ciò che da subito aveva fatto pensare che non ci fosse davvero l’intento di fare chiarezza e punire i colpevoli è stato il susseguirsi di strane circostanze che impedivano uno svolgimento pulito e giusto del processo.
Dapprima, gli strani complotti tra il giudice e la giuria affinché l’ingresso al processo non fosse consentito ai media. Poi, i tabulati delle telefonate della giornalista richiesti dalla difesa che non sono stati consegnati adducendo come giustificazione un’automatica cancellazione dei dati dopo poche settimane, sebbene le compagnie telefoniche dichiarassero il contrario. L’impossibilità di provare che le impronte sulla pistola ritrovata appartenessero a un fratello Machmudov perché stranamente necessario il consenso della madre. Infine, la misteriosa scomparsa di un testimone che avrebbe incastrato gli imputati.
Queste strane coincidenze facevano presagire che quel processo non avrebbe portato nulla di buono e così è stato. In qualche modo si è riusciti a dimostrare che i fratelli Machmudov non si trovavano nei dintorni della casa della Politkovskaja prima dell’omicidio, che le impronte sull’arma del delitto non erano le loro così come non era uno di loro l’uomo ripreso dalle telecamere dell’edificio. Anche se inizialmente in molti sperassero che l’avvio di questo processo fosse sinonimo di un cambiamento interno, nei mesi a seguire tutte le aspettative sono state disattese fino al verdetto finale che ha brutalmente tarpato le ali alla speranza che ancora qualcuno nutriva.
Tuttavia questa è solo la prima parte; non è ancora possibile porre la parola fine. Infatti, nei giorni a seguire la procura generale ha presentato ricorso affinché il processo fosse riaperto e la scorsa estate la Corte Suprema federale ha deciso di proseguire le indagini sul caso di Anna Politkovskaja. Chi conosce l’apparato di giustizia russo sa che questa decisione non porterà con assoluta certezza all’emissione di un verdetto secondo giustizia ma ciò nonostante può essere interpretata in modo positivo.
Infatti si spera che questa volta la procura voglia investigare approfonditamente per scovare i colpevoli, non accontentandosi di mandare in prigione solo i responsabili minori, bensì facendo chiarezza tra le alte sfere del potere russo e ceceno che quasi inevitabilmente sono coinvolte. Inoltre il fatto che l’attuale presidente Medvedev abbia apportato alcuni lievi cambiamenti al sistema giudiziario nazionale mantiene vive le aspettative. Speriamo che non vengano disattese ancora una volta; staremo a vedere.