Erano su un blindato Lince in una colonna diretta a Bala Murghab. Morti il sergente Massimiliano Ramadù, 33 anni, e il caporalmaggiore Luigi Pascazio, 25
Onore ai caduti. In quell’area siamo giunti a 24 morti in pochi anni e la circostanza ci fa riflettere anche se per i nostri alleati le perdite sono maggiori. Tale aspetto, ovviamente, non ci consola. La maggioranza che ci governa è solo in parte convinta che questo sacrificio in vite umane è necessario. Osserva, infatti, il ministro leghista Roberto Calderoli “Di là delle vite umane che fanno spaccare il cuore, bisogna verificare se questi sacrifici servono o meno a qualcosa”.(riflessione che si commenta da sola) Ma il segretario del suo partito Umberto Bossi è conscio che un ritiro dei militari italiani è una decisione che “sarebbe sentita dal mondo occidentale come una fuga difficilmente spiegabile e probabilmente avrebbe delle conseguenze gravi sul governo”. E poi “conciliante” soggiunge: “è un problema che si era già posto però io non sono uno che fa cadere il governo nel senso che decide il Consiglio dei ministri e il presidente Berlusconi e mi pare che la parola di Berlusconi è quella di partecipare a quella che a tutti gli effetti è una missione di pace”.
E il ministro degli esteri Franco Frattini gli fa il verso allorché afferma che l’Afghanistan “resta per l’Italia una missione fondamentale, che continuerà. Una missione di pace in cui le nostre donne e i nostri uomini – sottolinea – lavorano per la nostra sicurezza e per il bene del popolo afghano”. Sappiamo, invece, che non è una missione di pace poiché siamo, sotto copertura del Codice militare di Guerra e al comando del contingente inglese, dichiaratamente in guerra.
Non lo è perché i talebani mostrano d’essere sempre più forti e c’è persino il sospetto che anche l’Italia sia tra i paesi che li foraggiano in armamenti se si pensa che le aziende italiane produttrici di armi ed esplosivi si attestano al secondo posto mondiale come produzione ed esportazione. A questo riguardo ci scrive Rosario Amico Roxas: “Leggo che “È stato un ordigno fatto esplodere contro un blindato Lince”; come molti italiani vorrei conoscere il tipo di ordigno, se per caso non contiene il “made in Italy”. Non vorremmo, alla fine, dover riconoscere, come è accaduto in Iraq, che la nostra missione “militare” era fuori luogo, o se vogliamo usare un eufemismo politichese “esaurita”, che la campagna in Afghanistan non ha nulla a che vedere con la “pace mondiale” e che il terrorismo per non averlo in casa bisogna combatterlo in quella lontana terra che si chiama Afghanistan mentre si sa molto bene che i terroristi sono addestrati altrove.
Di certo la verità difficilmente verrà a galla: veritas odium parit, perché fa più nemici della menzogna e allora ci tocca solo concludere con le stesse parole di Rosario: Condoglianze alle famiglie, ma con tanta rabbia…!
foto per gentile concessione del corriere