Roma – Londra– L’Italoeuropeo, oggi, era presente all’Assemblea annuale di Confindustria che si è svolta a Roma nell’Auditorium progettato da Renzo Piano. In una cornice di date importanti da celebrare quali il centenario della Confederazione degli industriali ed il centocinquantesimo anniversario dell’Unità nazionale, Emma Marcegaglia ha illustrato la sua relazione puntando l’attenzione sulla necessità del nostro paese di crescere, bisogno ormai ineluttabile che per essere realizzato richiede di essere produttivi, efficienti e di liberalizzare il mercato.
Il paese deve mirare a raggiungere un ritmo annuo di crescita del 2%. Questo deve essere non solo un obiettivo bensì un dovere.
L’Italia se posta in un confronto europeo ed internazionale mostra la sua debolezza dovuta in parte a caratteristiche strutturali che devono essere rimosse per aspirare ad una velocità di recupero elevata in periodo di crisi.
Rispetto ai picchi del primo trimestre 2008, il paese ha perso quasi sette punti di PIL ed oltre 700 mila posti di lavoro. Il ricorso alla cassa integrazione guadagni è aumentato di sei volte, la produzione industriale è crollata del 25%, tornando ai livelli di fine 1985: l’equivalente di 100 trimestri bruciati. Questo è lo scenario da cui partiamo. Ed in un accorato appello, il presidente di Confindustria sottolinea come non è più tempo di pensare agli interessi di parte, ma tutti assieme operarsi per superare la crisi e portare il paese verso un sentiero di crescita sostenibile e duraturo. A tal proposito rientra la proposta di una grande Assise tra industriali e organizzazioni sindacali da tenersi prima dell’estate per dare risposte immediate.
Con la stessa enfasi si è rivolta poi al governo ribattendo che “di fronte alla vera emergenza che stiamo vivendo, la politica non si divida”.
La politica deve tornare ad essere un servizio. Il dovere del Governo è di assumere decisioni all’altezza dei problemi e svolgere il suo ruolo con senso di responsabilità nel rispetto delle regole e della legalità. “Chi in questi tre anni decisivi non saprà garantire all’Italia più crescita, chi alimenterà nuove delusioni, chi impedirà alle imprese italiane di conquistare, questa volta sappia che si assume una grande responsabilità di fronte al Paese e alle future generazioni. E ancor prima degli elettori verrà punito dai mercati finanziari”.
Ponendo uno sguardo al quadro internazionale
Questo accumulo di debiti pubblici e l’aumento della disoccupazione saranno il lascito duraturo della crisi che peseranno a lungo sulle prospettive di crescita.
Le direttive da seguire per una ripresa economica le ha elencate in un bollettino “Italia
In secondo luogo, ha sottolineato l’esigenza di grandi progetti europei per innalzare la produttività. Progetti nelle infrastrutture, nella ricerca, nell’ambiente, nell’energia, nell’istruzione e nell’università. E la proposta per le infrastrutture è quella di varare una riforma delle regole che abbia come obiettivo la realizzazione di opere di qualità con tempi e costi certi. Per recuperare l’enorme gap è necessario elevare stabilmente al 2.5% del PIL gli investimenti in opere pubbliche implementando forme innovative di finanziamento che utilizzano le entrate da dismissioni patrimoniali, che ampliano gli interventi della Cassa Depositi e Prestiti e che coinvolgono capitali privati.
Si è dimostrata favorevole al nucleare per quanto riguarda proposte nel settore energetico e assolutamente propensa a sostenere la ricerca, unica vera fonte del progresso tecnologico.
Si è soffermata poi sull’esigenza di una riforma fiscale che riduca le tasse su imprese e lavoratori togliendo la componente del costo del lavoro dalla base imponibile IRAP e recuperando fondi tramite la lotta all’evasione fiscale. Non ha tralasciato di evidenziare la necessità per un paese democratico di accelerare i tempi della giustizia che in Italia sono perfino quattro volte più lunghi che negli altri Paesi Europei in quanto la situazione attuale mina la certezza del diritto, impedisce l’attuazione dei contratti ed intacca la fiducia dei cittadini, scoraggiando le imprese per nuovi investimenti.
Nella parte conclusiva della sua relazione si è soffermata sul nodo irrisolto del rapporto tra Stato e mercato. Il risultato è quello di una Confindustria in linea con
L’assemblea ha proseguito poi i lavori con la risposta del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che dopo essersi complimentato con
Il presidente della Repubblica, in collegamento dagli USA ha salutato con affetto i partecipanti augurando di individuare obiettivi da perseguire per una crescita di lungo periodo in accordo con la
Mercegaglia che ha ribadito più volte ed in modo decisivo come l’esigenza sia la crisi a vada affrontata tutti assieme sorvolando gli interessi di classe“dalla divisione alla condivisione. Sia questo il nostro credo. Possiamo farlo e lo faremo. Questo ci chiedono i cento anni che compiamo: dare l’inizio a una nuova grande storia”.