Tra Fanatismo & Impunità

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L’operazione della marina militare israeliana contro la Freedom Flotilla ha scatenato la reazione del mondo politico e civile. Le vittime, la diplomazia, l’umanità intera chiedono chiarezza dinanzi all’assalto alle navi dei pacifisti, cariche di solidarietà e non certo di armi. Sarà avviata un’inchiesta internazionale per evidenziare le responsabilità di un governo che ha reso la Striscia di Gaza un campo di concentramento privo di ogni diritto, compreso quello del mutuo soccorso. Serve dare pane al pane senza fare confusione nel forno, perché nessuno va sparando sulla Croce Rossa, tranne il fanatico. E l’impunità, per costui, è inaccettabile.

Il troppo è nulla, in ogni caso. Azzera le risorse interiori, e quando abbraccia la violenza non ha neppure l’alibi della provocazione. Serve un’azione decisa e coordinata da più parti, con indagini e sanzioni severe, perché da anni ormai Israele reprime nel sangue la questione palestinese, escludendo ogni possibilità di intervento esterno. La pubblica indignazione, dinanzi a gesti simili, non soffre il peso del dubbio: la condanna è unanime. Non vale il ricorso storico, né pensare alla genesi di questo Stato, peraltro custode di quasi quattrocento testate nucleari; il suo attacco agli operatori di pace è un’ostruzione corsara alla libertà che non lascia spazio alla speranza. Perde di senso, soffocata dall’attrito delle immagini col video, dalla realtà con la coscienza comune. La parola, il termine stesso è come rimosso dal dizionario delle cose obsolete. Dopo Freud è stata sostituita da inconscio, e quello che ne segue dipende dall’equilibrio che sappiamo trovare dentro di noi. Finora, molto precario.

Bisognerà accontentarsi dell’illusione, dell’insufficiente certezza che ai “pericolosi sovversivi” fermati, pestati e rilasciati a fatica, non venga attribuito (ad hoc) un possesso di materiale bellico debitamente occultato. Potrebbe scapparci l’etichetta di co-terroristi, come già accaduto in passato, a scopo insabbiamento. Ma la rivoluzione è un appiglio inutile, e ogni pacifista lo sa. È un miraggio: può trasformare un paese, cambiarne i connotati, talvolta accentuarne i difetti, tradendo sempre le aspettative. Quella francese ha creato nientemeno che Napoleone, il 1917 ha avvilito i profeti della democrazia Russa, e le più recenti hanno ribadito il concetto.