Rabarama, che in sanscrito vuol dire segno della divinità, è il nome d’arte di Paola Epifani, artista di fama internazionale, scultrice che in questi giorni sta esponendo le sue opere presso l’Istituto di Cultura Italiana di Londra diretto da Carlo Presenti.
Paola Epifani nasce a Roma nel 1969 ma vive e lavora a Padova. Laureata all’Accademia delle Arti di Venezia nel 1991 ha partecipato a numerose mostre nazionali ed internazionali. Nel 1995 inizia la sua collaborazione con la galleria di Dante Vecchiato. É qui che l’artista inizia a sviluppare quello che poi diventerà il tema principale di tutta la sua opera: statue in bronzo.
La decina di lavori esposti all’ICI (istituto di cultura italiana a Londra pur nella loro diversità di colori, decorazioni e posizioni hanno tutte un filone comune: il desiderio di chi le osserva di toccarle, di lasciarsi coinvolgere per un attimo dall’energia che le posizioni dei corpi apparentemente nudi trasmettono.
Parlando con l’artista si comprendono le influenze vagamente orientali da parte di quelle discipline che prendono in considerazione il legame tra corpo e anima come qualcosa non solo d’imprescindibile ma connesse in un rapporto causale dove il corpo vive e manifesta i segni, i decori, ed i colori della nostra anima.
Le statue sono in bronzo, dipinte a mano con i colori acrilici, per quelle destinate agli arredi interni mentre quelle destinate all’esterno sono decorate con i colori a fuoco per carrozzeria.
In un interessantissimo dialogo con l’artista abbiamo cercato di cogliere il significato profondo delle sue opere anche se al termine dell’intervista Paola Epifani ha sottolineato come è importante che ogni osservatore continui a vivere il suo rapporto con l’opera in maniera soggettiva, con trasporto personale trascendendo quelle che sono gli intenti di chi crea.
Paola le tue statue colpiscono oltre che per le posizioni dei corpi, per i segni che vi sono impresse sopra. Che significato hanno?
I segni rappresentano, in termini metaforici, quello che è il significato dell’esistenza. Le grandi domande che da sempre continuano ad abitare la mente dell’uomo, su quei corpi assumono la struttura di decorazioni floreali nonché di filamenti di dna o di lettere dell’alfabeto atte ad esprimere un pensiero. Temi quali il destino, l’esistenza del libero arbitrio, il significato della vita assumono su questi corpi segni che stanno a ricordare che è importante capire ma non troppo.
La mente deve lasciare il suo spazio alle emozioni che trovano la più alta espressione, nella poetica di Paola Epifani, nei segni dipinti.
Si può raccontare il percorso evolutivo delle tue opere attraverso una cronologia?
Assolutamente si. C’è un cammino consapevole dietro l’evoluzione dei segni che ho utilizzato per dipingere questi corpi. Le prime decorazioni rievocano nidi d’ape, gabbie, filamenti di dna e quindi genetica. In questa fase c’è una visione fortemente corporea della vita. Noi siamo il nostro corpo ed in questa fase la ricerca interiore è concentrata sul significato dei segni biologici della nostra vita.
Successivamente subentra la parola, il verbo, e quindi la lettera dipinta sta a rappresentare il pensiero che nasce e si sviluppa nella mente. Alcune statue riportano pensieri di grandi filosofi quali Shopenhauer e Nietzsche. L’ultima fase riguarda invece la sperimentazione dell’energia, dell’Io interiore che non è né corpo né mente ma rinascita, scoperta profonda, liberazione dalla fisicità.
L’arte come comunicazione. Qual è il messaggio fondamentale che vuoi trasmettere attraverso le tue creazioni?
Il messaggio da trasmettere trova la sua fonte più importante nell’ultima fase appena descritta. Desidero comunicare l’energia, utilizzando i flussi energetici del nostro corpo meglio noti come chakra che ci permettono di essere un canale diretto con la nostra anima e con il nostro Io interiore.
Perché hai deciso di esporre a Londra?
Londra è una realtà nevralgica con cui ho piacere confrontarmi ed è una città molto diversa da quelle in cui ho esposto finora quali Saint Tropez, Shangai, Miami, Pechino, Città del Messico, Florida, Italia.
Per coloro che desiderano fare questo viaggio nell’Io interiore attraverso il linguaggio della scultura e della pittura, sarà possibile visitare la mostra Rabarama dal 9 giugno al 1 settembre 2010 presso Italian Cultural Institute, 39 Belgrave Square London SW1X 8NX aperto Lun-Ven 10-20 Sab-Dom 10-16.