Dopo la fortunata trasposizione cinematografica del best-seller Twilight, che ha reso l’autrice Stephanie Meyer un guru per migliaia di teenagers, la celebrazione dei mostri moderni continua. Infatti, la Summit Enterainment, dopo i primi due film della saga, è lieta di annunciare l’arrivo di Eclipse, la cui uscita nelle sale italiane è prevista per il 30 giugno. Dopo la regia di Catherine Hardwicke e quella di Chris Weitz, arriva il turno di David Slade. La sceneggiatura, invece, rimane ad opera di Melissa Rosenberg.
Acclamato ancor più dei precedenti, Eclipse comincia laddove New Moon ci aveva lasciati: la diafana protagonista Bella, al secolo Kristen Stewart, torna negli States dopo la carambola italiana. Non può più rinviare la scelta fra lo scultoreo licantropo Jacob Black (David Chevalier) e il tenebroso vampiro Edward Cullen (Robert Pattinson). Ma ulteriori disavventure rendono arduo il compito, poiché Bella è minacciata dal desiderio di vendetta della vampira Victoria, efferata mietitrice di vite umane.
L’ingrediente principale della saga è un sentimentalismo stereotipato, troppo forzato per alcuni, banale per altri: vampiri e licantropi dividono, aggiudicandosi il “ni” della critica e l’entusiasmo ossessivo del pubblico. Nonostante lo scetticismo dei cineasti sulla qualità di ambientazione, effetti speciali e dialoghi, Eclipse lascia intuire un progresso rispetto ai primi due lavori, e soprattutto incassi da capogiro. Sulle note della colonna sonora di Howard Shore e di un brano inedito dei Muse, il vortice di eventi culmina in gelosie, uccisioni, combattimenti, promesse e improbabili alleanze, mentre il college sta per finire e i protagonisti si avviano a conseguire il diploma.
La pellicola è commercialmente perfetta, studiata ad hoc per il successo di massa. E infatti il pubblico adolescente (ma non solo) è attratto in modo irresistibile dall’eterna contesa tra i belli. Già affascinati dall’ipotesi di un agognato “per sempre”, non attendono altro che il sequel per continuare a sognare. C’è da chiedersi se a occhi aperti o meno.