Nel lungo elenco di gioielli dell’arte italiana, Firenze occupa un posto privilegiato. Il capoluogo Toscano è infatti uno scrigno di capolavori, disseminati per un centro storico che ancora trasuda gli splendori di un tempo. Le opere architettoniche sono innumerevoli: da Piazza della Signoria alla Casa di Dante, da Orsanmichele agli Uffizi, dal Ponte Vecchio al giardino di Boboli, e centinaia di altre strutture, edifici religiosi, istituzionali o privati. Difficile scegliere cosa visitare e cosa no, certo è impensabile ignorare la bellezza di Piazza del Duomo, in cui troneggiano la Cattedrale, il campanile di Giotto e il Battistero di San Giovanni. Dei tre monumenti, quest’ultimo è il più antico: risale al 1200, ma sorge su i resti di una struttura del quinto secolo. La sua forma ottagonale ha un forte simbolismo: se nella fede cristiana il tempo della vita si basa sulla scansione temporale di sette giorni (stabilita da Dio durante la Creazione), l’ottavo rappresenta la vita eterna, la Resurrezione, cui si accede proprio mediante il Battesimo. Le facciate esterne sono in stile romanico, tagliate geometricamente da marmi policromi molto pregiati. La cupola e l’abside rettangolare risalgono al dodicesimo secolo, mentre più tarde sono le statue e le porte in bronzo dorato, disposte secondo i punti cardinali. Ogni porta descrive episodi biblici; la più antica e celebre è posta a sud, e dedicata al patrono San Giovanni Battista.
Se la costruzione esterna sorprende per la sua maestosità, l’interno lascia a bocca aperta. Lo spazio è ampio e si apre dal centro, dov’era disposto l’antico fonte battesimale, su un pavimento arabesco. La decorazione marmorea della facciata esterna è riproposta sulle pareti, fregiata di colonne corinzie e gallerie di bifore, culminanti nella cupola dorata. Di evidente influsso bizantino, essa raffigura a mosaico vicende scritturali, su cui domina il Giudizio Universale, forse di Cimabue. L’edificio conserva molte opere insigni, la più famosa delle quali è la Madonna di Donatello, emblema del crogiolo culturale dell’Europa medievale. Lo stesso Dante, che vi fu battezzato, ricordava con affetto “il mio bel San Giovanni”.
Santa Maria del Fiore risale al 1296, quando il Comune decise di sostituire la vecchia cattedrale con un’altra che superasse in dimensioni e magnificenza il duomo di Pisa e di Siena, anche sull’onda di un notevole aumento demografico. Enumerata tra le più grandi d’Europa, la cattedrale è sorta su quella più antica di San Reparata ed è dedicata alla Madonna, raffigurata sulla porta centrale. I lavori, iniziati da Arnolfo di Cambio, proseguirono per 170 anni: dopo la sua morte passarono a Giotto e a Francesco Talenti. La facciata cinquecentesca è stata sostituita a fine Ottocento da Emilio de Fabris, perché lo stile neogotico si presentava più armonico rispetto al campanile e ai tre grandi portali di bronzo. Entrando, l’ambiente appare semplice, austero, secondo il gusto del primo Rinascimento; l’unica traccia di fasto si trova nel marmo policromo della pavimentazione, frutto di lavori cinquecenteschi. Le navate laterali, scandite da pilastri compositi e archi acuti, raccolgono monumenti e dipinti dedicati a importanti cittadini, come l’affresco di Domenico di Michelino che raffigura Dante Alighieri alle porte di Firenze, mentre regge la Divina Commedia. Nelle zone del culto, invece, l’iconografia si fa prettamente religiosa: la commistione di soggetti terreni e spirituali simboleggia in prospettiva escatologica il progetto divino sull’uomo.
Mirabili sono poi le 44 vetrate trecentesche, che attraverso le figure di santi, di Gesù e di Maria, lasciano filtrare la luce sotto alla grandiosa cupola. L’effetto è suggestivo e invita al raccoglimento, ma anche a prendere esempio dalle vite rappresentate. La zona sottostante la cupola, in generale, richiama il Battistero di San Giovanni, sia per la forma ottagonale, sia per il dipinto del Giudizio (di Vasari e Zuccari). Degni di nota sono anche il crocifisso dietro alla cattedra , i resti del coro, e la sacrestia coi pannelli quattrocenteschi di legno intarsiato. Nella cripta di San Reparata si possono visitare gli scavi dell’antica basilica, tra cui lastre tombali, un affresco della Resurrezione e parte della pavimentazione paleocristiana a mosaico.
Di nuovo all’esterno, è possibile ammirare l’enorme cupola di Brunelleschi, scandita da costole bianche e culminante in una lanterna a 107 metri d’altezza. Fu costruita dal 1420 al 1436, e voltata senza armatura fissa. Dal lato opposto si innalza il campanile di Giotto (1334), alto 82 metri e ritenuto uno dei più belli al mondo; alla morte del suo ideatore l’opera passò ad Andrea Pisano, poi a Francesco Talenti. In stile gotico-toscano con decorazioni in marmo policromo, la torre ha un forte impatto visivo. In particolare, la fascia superiore è scandita da eleganti bifore e trifore, secondo l’idea originaria di Giotto; nella fascia inferiore, invece, sono visibili 56 formelle scolpite, che tematizzano il cammino verso la civilizzazione. Non mancano nicchie con statue di grandezza naturale, realizzate da artisti quali Pisano, Donatello e Luca della Robbia. Dietro all’abside della Cattedrale, al numero 9 della Piazza, vi è il Museo dell’Opera del Duomo, che conserva lavori di grande interesse culturale. Molti sono gli originali della decorazione del Battistero, di Santa Maria del Fiore e della torre campanaria (ad esempio una delle Pietà di Michelangelo e le cantorie marmoree di Donatello e Luca della Robbia), ma nella “Sala dei Modelli” si possono anche ammirare numerosi progetti lignei per la cupola, la facciata e la lanterna.