IL PUNTALE DISAGIO IN GIOVANE ETA’

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Osservando in questi giorni ciò che i programmi televisivi ci propongono ho avuto modo di riflettere
abbondantemente su fatti di cronaca,notizie e informazioni riguardanti noi giovani complicati.
Da sempre, in effetti, la fase di vita adolescenziale dei giovani è caratterizzata da un certo disagio
che serpeggia dai 15 ai 20 anni circa.
Tutto è oggetto di discussione: sottostare a doveri scolastici che paiono sempre più gravosi,
rispettare regole ed orari scaturiti dal nucleo famigliare e considerati eccessivi, la rabbia di veri
stranamente ritenuti infantili per agognati diritti e al contrario abbastanza maturi nei confronti di
parecchi doveri.
Tali questioni però, sono valutate dai professionisti del settore del tutto “fisiologiche”, ossia
fenomeni presenti in questa particolare fascia di vita che si andranno attenuando nel momento in cui
si acquisisce maggiore maturità.
E’ altrettanto vero d’altra parte che, l’ultima generazione in particolare, mostra segni di sofferenza
assai maggiori, sempre crescenti e preoccupanti come se i giovani d’oggi provassero una strana
soddisfazione nello spostare oltre i propri limiti.
L’attuale malessere sociale si manifesta con uso di droghe e abuso di alcool, alta velocità soprattutto
di neopatentati, violenze fisiche attuate maggiormente in branco ai danni dei più deboli e tutto
ciò “sfora” ovviamente nell’illegalità, nel delinquere civile e penale.
I giovani ne sono perfettamente a conoscenza ma per tutta risposta non se ne curano, giudicandosi
furbi a sufficienza per sfuggire a pene certe e valutando inoffensive le forze dell’ordine.
Ritengo che debbano esserci alcune motivazioni importanti che conducono a talune stazioni cosi
degenerate.
Probabilmente ci si fa forza nel gruppo valutandosi più forti, si possiede tutto ciò che si desidera e
subito senza guadagnarselo e soprattutto avendo perso nel tempo la facoltà di apprezzarlo.
Le famiglie inoltre non sono più quella base forte, indiscussa che si trova alle spalle di un individuo
il quale è fortificato dal sapere di avere un costante punto di riferimento:
Entrambi i genitori lavorano, c’è poco tempo per i figli, l’educazione è affidata a tate e tv e poco più
grandi, subito motorizzati, ci si getta in scorribande giovanili più o meno rischiose.
Tutto ciò si sta sedimentando nella cultura giovanile attuale e occorre trovarne rimedio.
Si può per esempio fare leva sullo sport che rende forti e rispettosi di regole e disciplina;
promuovere attività sociali sin da piccoli, quali ludoteche, campi estivi e oratori che evitano la noia,
da sempre generatrice di probabili azioni negative e non permesse; creare solide amicizie che ci
possano accompagnare nel nostro futuro.
Infine lo studio il quale ci fornisce il sapere contro l’ignoranza, degli obiettivi da perseguire e basi
concerete su cui cementificare il proprio futuro.
Per tutti questi obiettivi è ottimale lavorare sin dall’età scolare, in quanto occorrono tempo e
costanza.
Tuttavia, al di là di tali buone idee, è fondamentale la forza dell’affetto dei genitori che mai deve
mancare.
Anche solo il sapere di non essere soli, può determinare l’andamento della nostra esistenza.
 
fotochernobyl.it