Insomma, andare avanti così non è più sostenibile. Bisogna iniziare, il prima possibile, una transizione verso forme di trasporto compatibili con l’ecosistema e la crescita. Sostenibili, appunto.
E’ una rivoluzione che comincia soprattutto dal basso. Dalle nostre scelte individuali quotidiane. Dalle macchine che compreremo, dai mezzi pubblici che prenderemo e dalla volontà di intraprendere una vita più sana e di contribuire a un’aria più pulita nelle città dove viviamo.
Al di là delle decisioni individuali, è indispensabile che la politica si assuma la responsabilità di scelte urgenti quanto coraggiose; spiegandole e rendendole condivisibili dai cittadini e dall’industria. E’ tempo di uscire dalla schiavitù del petrolio e dalle città pericolose per la salute e l’ecosistema. E’ tempo di innovare. Le tecnologie ci sono o si stanno rapidamente sviluppando. Servono però misure politiche e incentivi, sia in termini di standard e di traguardi di uscita dai combustibili tradizionali a medio lungo termine, sia in termini di acquisti di mezzi di trasporto pubblici più puliti e di incoraggiamento all’uso di mezzi privati con meno emissioni o a emissioni zero.
Con una comunicazione del maggio 2010 il Vice Presidente Tajani, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, ha delineato lo scenario della mobilità via auto nei prossimi vent’anni. E sta per essere pubblicato il Libro Bianco della Commissione europea sul trasporto sostenibile. L’azione dell’UE è giustamente limitata dal principio di sussidiarietà; spetta quindi ai governi nazionali tener conto del nuovo scenario di target di risparmio energetico, fonti rinnovabili e taglio delle emissioni fissato dall’UE e attuare il quadro di regole, standard e linee politiche UE nei rispettivi Stati membri. E capire che questa può davvero essere la via maestra per ridare dinamismo alla nostra economia con nuovi prodotti innovativi, più competitivi anche sui mercati internazionali.
Anche i Comuni giocano un ruolo fondamentale. Nelle città si concentra oltre il 70% dei cittadini e si producono la maggior parte delle emissioni nocive e climalteranti. I sindaci, con politiche intelligenti e lungimiranti, possono imporre, con la gradualità necessaria, una nuova mobilità più sostenibile. Cominciando a limitare l’uso delle auto più inquinanti, incentivando le nuove auto a basse emissioni o a zero emissioni, predisponendo le infrastrutture necessarie per le auto elettriche e organizzando forme pulite di mobilità pubblica. Il Patto dei Sindaci, lanciato dalla Commissione europea nel 2008, prevede la possibilità di adesione dei Comuni europei che intendono attuare la politica del 20-20-20 a livello locale. L’iniziativa ha avuto grande successo e il 4 maggio 2010 oltre 1800 sindaci si sono riuniti a Bruxelles alla presenza del presidente Barroso. L’Italia viene subito dopo la Spagna con più di ¼ del numero totale di Comuni aderenti. E’ chiaro che le politiche locali sulla mobilità sostenibile, insieme all’edilizia più efficiente, saranno gli strumenti più efficaci per tagliare emissioni, promuovere fonti rinnovabili e risparmio energetico anche a livello locale.
La rivoluzione dei trasporti è, per quanto detto all’inizio, necessaria e urgente. E’ una scelta inevitabile. Rimandarla serve solo ad aumentare i costi e a perdere occasioni preziose nella gara della competitività globale. Lo studio promosso dall’European Climate Foundation“Roadmap 2050” indica uno scenario possibile di de-carbonizzazione dell’economia europea, con una produzione fino all’80% di energia da fonti rinnovabili. Lo studio indica proprio nell’abbandono dei carburanti tradizionali nel settore dei trasporti il punto più critico di questa transizione, sottolineando che è proprio sul fronte della mobilità sostenibile che servono le scelte più urgenti e coraggiose.