Marcinelle: tragedia del lavoro italiano:l’emblema del lavoro degli italiani nel mondo

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8 agosto 1956 è stato il giorno del sacrificio di 136 italiani morti in conseguenza di un duro lavoro di miniera. Sono coloro che sono stati costretti a cercare lavoro in terra straniera, assoggettandosi a pesantissime ed assurde condizioni di lavoro. Rappresentano uno spaccato dell’Italia del dopoguerra fatta di miseria e difficoltà di ogni genere che, proprio grazie al sacrificio di tanti nostri connazionali emigrati in tutte le parti del mondo, è potuta risorgere economicamente e diventare una delle maggiori potenze industriali del mondo.  “La tragedia di Marcinelle fa tornare alla memoria lo sfruttamento, le umiliazioni, le vessazioni di cui tanti nostri emigrati sono stati vittime ed il loro sacrificio – ha dichiarato il segretario del partito pensionati – deve essere considerato l’emblema del lavoro italiano nel mondo”.

 A Bruxelles si celebrerà domani otto agosto nella cittadina belga di Marcinelle, il 54° anniversario della tragedia mineraria in cui morirono 262 lavoratori di cui 136 di nazionalità italiana. All’evento prenderà parte anche Aldo Di Biagio, deputato del Gruppo Futuro e Libertà per l’Italia.  “La commemorazione della tragedia di Marcinelle – spiega Di Biagio – è diventata da qualche anno un momento di sincera riflessione su quelle che sono state le difficoltà della nostra storia. E di  questa evoluzione  dobbiamo ringraziare Mirko Tremaglia, colui che ha reso possibile l’istituzionalizzazione di questa giornata commemorativa e che ha contribuito in maniera valida e sentita a creare una coscienza dell’italianità oltre confine nel nostro Paese”.  “Oggi Marcinelle è un simbolo”. Continua Di Biagio. “L’espressione del coraggio e della forza di centinaia di italiani fuggiti dalle loro terre per cercare fortuna e realizzare un sogno o per trovare condizioni di vita migliori. In un momento certamente non facile della storia del nostro Paese. E a loro che deve rivolgersi l’attenzione del Paese intero affinché venga dato un’adeguata e condivisa commemorazione dei giovani italiani scomparsi in condizioni atroci.

 

Affinché il ricordo del sacrificio non si sbiadisca mai e la memoria di questa tragedia rimanga viva e lampante nella società italiana”.  “La tragedia di Marcinelle – spiega – ci porta a riflettere sulle condizioni in cui sono costretti a vivere molti lavoratori. Le umiliazioni ed i sacrifici che i nostri connazionali hanno dovuto sopportare sono un’eredità che non può essere abbandonata in un angolo della nostra storia. E da questa eredità che bisogna partire anche per cogliere il valore della nostra emigrazione e – allo stesso tempo – per comprendere l’essenza della nuova migrazione”.  “Un’eredità – conclude – che è e deve essere prima di tutto europea. Senza alcuna demagogia, ma con la dovuta volontà e capacità analitica con la quale poter affrontare una società in evoluzione. Una premessa di emancipazione sociale dinanzi alla quale non dobbiamo e non possiamo rimanere indifferenti”

 

foto:bbs.keyhole.com