Passeranno alla storia come le nozze del secolo quelle che si sono svolte il 29 aprile a Londra tra William Arthur Philip Louis Windsor e Catherine Elizabeth Middleton. Lui ,figlio del principe Carlo e della principessa Diana, il cui ricordo non ha mai abbandonato gli inglesi. Lei discendente da famiglia borghese, figlia di una hostess e di uno steward della British Airways entrambi con un acume sviluppato verso gli affari per questo in seguito diventati milionari. Un milione di persone hanno assistito all’evento dal vivo, coronando le strade del centro dove il corteo nuziale sarebbe passato.
A frotte si sono diretti verso il balcony di Buckingham Palace per assistere al tanto atteso bacio dopo che i due si erano appena scambiati la promessa di rito alla presenza dell’Arcivescovo di Canterbury, Roman Williams, di amarsi, confortarsi, onorarsi l’un l’altro nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non li separi ma senza giurarsi obbedienza, rito già scelto da Diana. Superata la fase della favola della princepessa del popolo presa in sposa dal principe, la domanda che resta avvolge il nuovo ruolo della monarchia e quanto questo matrimonio abbia influito non solo nell’orgoglio degli inglesi ma anche nel processo di recupero della fiducia in un periodo storico caratterizzato da un forte allontanamento del popolo dai suoi governanti. In un contesto di proteste diffuse in tutta Europa, risale ad appena un mese fa quella svoltasi nel centro di Londra per i tagli che i governi stanno attuando sulle scelte di impiego del denaro pubblico, l’atteggiamento della monarchia di mostrarsi almeno nei comportamenti vicino al popolo appare audace ed intelligente.
Nove giorni prima del matrimonio reale, Kate è stata fotografata a King Street, una delle vie dello shopping di Londra, mentre acquistava a prezzi scontati un paio di pantaloni, una camicetta a 125 pound ed una maglietta a 95 sterline. Lo stile scelto per la cerimonia ha testimoniato ulteriormente la semplicità degli addobbi lontani dalla pomposità dei matrimoni reali. Niente fiori nell’abbazia di Westminster, per evitare lo spreco, al posto dei quali gli sposi hanno optato per delle piante che saranno messe a dimora in terreno vivo. I 3 metri dello strascico dell’abito della sposa sono una misura comune a molti matrimoni borghesi, distanti dagli 8 metri di Diana. Gli sposi infine hanno deciso di rimandare il viaggio di nozze, tornando al lavoro, una volta terminato il bank holiday proclamato per prolungare i festeggiamenti in tutta la città. Il tutto sembra suggerire un comportamento molto vicino a quello del popolo e meno usuale per una famiglia reale a dimostrare che la monarchia partecipa alle difficoltà economiche, almeno formalmente, dei suoi sudditi. Scelta strategica o prudente dal momento che il costo complessivo della cerimonia ammonta a 56 miliardi di euro e che 4 miliardi graveranno sulle casse dello stato pur avendo incrementato il giro d’affari di 500 milioni di euro, 55 milioni nella sola capitale inglese ?
Le testimonianze a caldo raccolte tra il pubblico sottolineavano tutte l’affezione delle persone verso questa coppia, forse per le vicende travagliate che ha visto protagonista il principe William il cui matrimonio è l’unica scelta libera che si è concesso costretto in altre decisioni ad un protocollo rigido imposto dalla casa reale. Non sono mancate invece critiche aspre provenienti anche dalle community online dove si lamentava l’eccessiva attenzione della stampa e dei mezzi di comunicazione per un matrimonio, pur se reale, ma sempre un matrimonio. L’insegnamento che trarremo dalla storia è che a certi livelli ed in particolari contesti un matrimonio non è più tale ma può assumere un ruolo fondamentale nell’equilibrio dei rapporti di sudditanza e monarchia.