Grecia, le origini della crisi del debito pubblico

0
1816
debito_pubb_grecia

Senza controllo prima, fuori controllo poi. Così si potrebbe sommariamente riassumere in una battuta la crisi del debito sovrano greco. Per comprendere a fondo l’origine della voragine nei bilanci statali di Atene occorre osservare da più vicino i principali elementi che hanno contribuito alla creazione del debito pubblico greco: una miscela a base di evasione fiscale e spese pubbliche elevate ha decretato il tracollo finanziario del Paese ellenico.

Come spiegato in un recente articolo (Grecia, il piano d’austerity non funziona), le sempre più esigue entrate nelle casse dell’erario ateniese non sono sufficienti a colmare le voci di spesa, decretando così un saldo negativo che nel corso del terzo trimestre di quest’anno ha superato i 19 miliardi di euro. Sebbene storicamente i burocrati della Grecia moderna non siano rinomati per efficientismo e cultura del controllo, lo stato di salute delle finanze pubbliche elleniche si è prevalentemente aggravato nel corso del nuovo millennio.

Per dare un ordine di idee sul rapido deterioramento delle finanze pubbliche nel corso della prima decade del XXI secolo, basti pensare che nel 1999 il debito pubblico era pari al 94% del Pil. Oggi è al 150%. Cerchiamo di capire come l’evasione fiscale, la corsa alle Olimpiadi, la pubblica amministrazione e il sistema previdenziale abbiano portato il Paese in prossimità delle Colonne di Ercole.

graf1

Figura 1 – Il debito pubblico in percentuale del Pil, Grecia (fonte: Fondo Monetario Internazionale)

L’economia sommersa. In Grecia l’evasione fiscale corrisponde al 30-40% del Pil, l’equivalente di circa 120 miliardi di euro annui. Eludere il fisco è diventata una prassi radicata nella cultura greca e principalmente basata sul concetto di fakelaki (“bustarella”). È prassi consolidata dichiarare al fisco un reddito inferiore a quello reale nella speranza di bypassare i controlli. Nella malaugurata ipotesi che la Guardia di Finanza greca scopra il reddito imponibile reale, è possibile pattuire (in nero) una cifra con gli esattori. I canoni variano tra i 2 e i 10 mila euro. Per comprendere le proporzioni di questo fenomeno, basti pensare che solamente cinquemila abitanti su un totale di quasi 12 milioni hanno dichiarato al fisco un reddito annuo superiore ai 100 mila euro.

Il fenomeno assume vaste proporzioni se si osservano da vicino i dati relativi al mercato immobiliare. 60 mila abitazioni hanno una valutazione superiore al milione di euro, molte delle quali edificate nel quartiere residenziale più esclusivo di Atene, Kifissia. Nello stesso quartiere di Kifissia al catasto risultano solamente trecento ville con piscina contro le oltre 20 mila stimate. Per identificare gli evasori (il possedere una villa con piscina è indice di benessere) la Guardia di Finanza si è affidata a ricognizioni in elicottero e a Google Maps. Per aggirare i controlli, i residenti sono soliti acquistare teloni e coperchi su misura per camuffare le piscine. I costi delle grandi opere. Atene ha ospitato le Olimpiadi del 2004. L’organizzazione dei giochi olimpici ha comportato investimenti pari a 10 miliardi di euro, una somma molto superiore rispetto ai 4,5 miliardi originariamente stanziati.

Il solo Villaggio Olimpico, realizzato nella piana di Maroussi, è costato 600 milioni. I dieci miliardi non comprendono le spese incorse per la realizzazione di opere non direttamente collegate alle Olimpiadi, tra cui il nuovo aeroporto intitolato allo statista Eleftherios Venizelos (1,5 miliardi di euro), il nuovo nodo della tangenziale ateniese e due nuove linee della metropolitana (costo complessivo di 2 miliardi di euro). Complici l’assenza di barriere e di un sistema di controllo, sono pochi gli ateniesi che si muniscono di biglietto prima di salire a bordo della avveniristica linea metropolitana. La società che gestisce le linee sotterranee ha ricavi annuali di soli 80 milioni, una cifra troppo esigua per ricuperare l’investimento iniziale. Amministrazione pubblica ed enti fantasma. Se da una parte l’evasione riduce ogni anno il Pil greco di 120 miliardi di euro, dall’altra è l’assenza di rigore nella gestione della spesa pubblica ad aver contribuito alla creazione della mole debitoria di Atene. I salari e le pensioni del settore pubblico incidono dell’80% sulla voce spese.

piscina

I dipendenti pubblici sono 750 mila, l’equivalente del 20% della popolazione attiva. Lo stipendio medio dei dipendenti pubblici è raddoppiato nel corso dell’ultima decade. L’amministrazione pubblica è generalmente ben retribuita. Un dipendente ferroviario (includendo gli addetti alle pulizie e alla manutenzione) percepisce in media 70 mila euro. Vi sono poi gli sprechi istituzionali. Si calcola che per ogni auto blu in circolazione vi siano ben 50 autisti. In media, includendo i giorni festivi, un autista è al volante 7 giorni all’anno. Inoltre, vi è poi il particolare caso di Kopais, un lago artificialmente prosciugato a cavallo tra la fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo. L’ente pubblico preposto alla salvaguardia del lago, tuttora in essere, è costato ai contribuenti ellenici circa cento milioni di euro. Pensioni e sistema tototruffa. Le persone iscritte agli albi professionistici di “mansioni stancanti” – tra cui figurano cuochi, annunciatori radiofonici, parrucchieri ed estetisti – possono richiedere il pensionamento all’età di 50 anni se donne, 55 se uomini, ricevendo il 95% dello stipendio percepito nell’arco dell’ultimo anno lavorativo. Un tale sistema ha permesso a molti greci di attuare una colossale truffa ai danni dell’erario. La prassi è la seguente. Per anni si evade il fisco dichiarando un reddito imponibile minimo ricorrendo – qualora necessario – allo stratagemma del fakelaki. In prossimità dell’età pensionabile, si dichiara al fisco il reale reddito e s’inoltra allo Stato la richiesta di congedo portandosi a casa la liquidazione, una pensione pari al 95% dell’ultimo salario e godendosi i fondi neri accumulati nel corso dei decenni e saggiamente depositati in conti offshore a Cipro, in Lichtenstein e alle Isole Vergini Britanniche.

Fonte immagini:

finanzalive.com

Fondo Monetario Internazionale