La moneta tra fantasy e realtà. La Doppia Aquila del 1933 e la moneta “numero uno” di Zio Sam

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Vi ricordate la “numero uno” di Paperon de’ Paperoni, la moneta più famosa dei fumetti e protagonista, suo malgrado, di una lunga serie di furti a opera della strega Amelia e della Banda Bassotti? Pare esista davvero. Si tratta della Doppia Aquila del 1933, una delle monete d’oro più preziose e rare mai coniate dalla Zecca di Philadelphia (Stati Uniti). Le Doppie Aquile erano monete d’oro da 20 dollari coniate tra il 1850 e il 1933. Riproducono da un lato la figura eretta della libertà e dall’altro un’aquila. Erano chiamate Doppie Aquile perché fino a quel momento la moneta più alta valeva 10 dollari. Nel 1933 l’economia americana era in ginocchio. Sono gli anni della Grande Depressione. Il governo era alle prese con una crisi senza precedenti e le risorse auree della Federal Reserve scarseggiavano. Franklin Roosevelt, l’allora presidente degli Stati Uniti, passò una legge nella quale si ordinava ai cittadini americani di consegnare tutto l’oro in loro possesso allo Stato in cambio di valuta cartacea. Quello stesso anno la Zecca, incurante del decreto legge appena approvato dal Congresso, coniò 445.500 Doppie Aquile che, tuttavia, mai ebbero corso legale.

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Nel gennaio del 1934 Roosevelt varò nuove misure di austerity per fronteggiare la crisi economica; nazionalizzò tutte le riserve auree conservate nei caveau della FED e l’equivalente di cinquanta milioni di monete d’oro, incluse quasi mezzo milione di Doppie Aquile, vennero convertite in lingotti. Tuttavia, qualche anno dopo, quando le Doppie Aquile del 1933 iniziarono a ricomparire nelle case d’asta, divenne chiaro che circa una ventina di esse erano state illegalmente sottratte alla Zecca di Philadelphia. Nel corso delle successive decadi la polizia federale e i servizi segreti riusciranno a rintracciare quasi tutti gli esemplari in commercio. La storia più avvincente è quella di un esemplare confiscato dai servizi segreti nel 1996, una moneta che per quasi settant’anni è stata al centro di lunga serie di intrighi internazionali al confine tra realtà e finzione cinematografica. La prima persona a entrare in possesso della nostra “numero uno” fu un noto gioielliere di Philadelphia, un tale Israel Switt.

Come fosse riuscito a ottenerla rimane un mistero tuttora irrisolto, ma pare quasi certo che il gioielliere fosse in buoni rapporti con alcuni funzionari della Zecca. Nel 1944 Switt cedette la preziosa moneta a Re Farouk d’Egitto per milleseicento dollari. Otto anni più tardi – siamo nel 1954 – Farouk venne spodestato da un colpo di stato e, appena instauratosi, il governo militare decise di fare cassa mettendo all’asta la collezione numismatica dell’ex sovrano, tra cui la Doppia Aquila del 1933. Il governo degli Stati Uniti, allertato dai servizi segreti, chiese al neonato governo egiziano di ritirare la “numero uno” dall’asta e di riconsegnarla a Washington.

DOPPIA_AQUILALa moneta venne effettivamente ritirata dal catalogo salvo poi scomparire nel nulla. Fece la propria ricomparsa quarant’anni più tardi quando Stephen Fenton, l’allora Presidente dell’Associazione Numismatici Britannici, uscì allo scoperto dichiarando esserne in possesso e di averla regolarmente acquistata dall’esercito egiziano negli anni cinquanta per 210 mila dollari. Nel 1996 Fenton decise di mettere in vendita la moneta accettando l’offerta – pari a 850 mila dollari – avanzata da un collezionista statunitense di nome Jasper Parrino. Quest’ultimo avrebbe a sua volta ceduto la Doppia Aquila a Jack Moore, un numismatico texano con amicizie in ambiti federali, per una somma pari a 1,65 milioni di dollari. Fenton e Parrino si incontrarono presso il Waldford Astoria Hotel di Nuova York. La trattativa tra i due collezionisti subì una brusca interruzione quando i federali irruppero nella stanza dell’hotel e s’impossessarono della Doppia Aquila. Fenton venne arrestato e accusato di cospirazione e tentato furto ai danni dello Stato. Dopo cinque anni di peripezie legali, nel gennaio 2001 Fenton e la Corte Distrettuale di Manhattan raggiunsero un inusuale compromesso: la moneta sarebbe stata messa all’asta e i ricavi divisi tra le due parti. L’asta si tenne nel febbraio dell’anno successivo e fu un anonimo compratore ad aggiudicarsela per 7,59 milioni di dollari, la somma più alta mai pagata per una moneta. Il compratore, probabilmente un agente federale in incognito, decise di donare la Doppia Aquila all’Associazione Numismatica Americana. La moneta è tuttora esposta in una teca del museo della Federal Reserve a Nuova York. Come nei fumetti, Paperon de’ Paperoni riesce sempre a riabbracciare la sua “numero uno”.

Fonti immagini:

it.dreamstime.com

cartamagia.com

mad-dreams.blogspot.com