Una seria minaccia per l’Europa viene dai super batteri

0
1364
batteri

Qualche settimana fa sul Corriere della sera ci fu un articolo molto interessante e allarmistico, parlava dei super batteri che minacciano l’Europa.

Soprattutto in Italia, il tasso di infezioni resistenti agli antibiotici, e’ in forte aumento soprattutto a causa dell’abuso che si fa di questi medicinali. I dati presentati a Bruxelles, in occasione della Giornata di sensibilizzazione al corretto uso degli antibiotici, da Marc Sprenger, direttore del Centro europeo di controllo delle malattie (ECDC), sono inquietanti.

L’allarme riguarda vari microrganismi ma soprattutto l’aumento in Italia di ceppi di Klebsiella pneumoniae resistenti agli antibiotici. Di per sé il batterio è una causa comune di infezioni respiratorie e delle vie urinarie, ma diventa molto minaccioso quando non risponde ai medicinali.

Abbiamo chiesto ad un esperto del settore il dott Paolo Malacarne Primario del reparto di rianimazione del pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello di pisa, di spiegarci meglio questi particolari batteri molto resistenti:

“il “superbatterio” menzionato nell’articolo, la klebsiella resistente agli antibiotici denominati “carbapenemi”, klebsiella conosciuta come “KPC”, non è che un altro germe dei molti germi che prima o poi diventano dapprima resistenti a qualche antibiotico, e poi divengono multiresistenti, resistenti cioè a più classi di antibiotici fino a divenire resistenti a tutti gli antibiotici a nostra disposizione. Negli anni scorsi in Italia esplose il caso dell’Acinetobacter, mentre ormai da anni in molti Ospedali si combatte con lo Pseudomonas multiresistente. La comparsa di resistenza da parte dei batteri agli antibiotici è del resto un fenomeno largamente prevedibile, erano presenti sulla Terra milioni di anni prima di noi, e se oltre tutto consideriamo che il nostro organismo è fatto più di batteri che di cellule, ci rendiamo conto che la lotta è sicuramnete impari: in meno di 1 secolo dalla scoperta della penicillina, primo antibiotico utilizzato in medicina, i batteri hanno imparato a difendersi meglio di quanto noi sappiamo attaccarli.

Perchè questo fenomeno ?

Sono molte le cause che cerco di sintetizzare in punti:

– cattivo ed eccessivo uso di antibiotici

– mancato rispetto delle misure di prevenzione del “contagio” tra malato e malato, che avviene attraverso le mani del personale medico e infermieristico

– intrinseca capacità genetica dei batteri a diventare con il tempo resistenti agli antibiotici

– procedure mediche sempre più invasive fatte su malati sempri più anziani e compromessi, che per lo più soccombono non “a causa” dell’infezione, ma “con” una infezione.

Che rilevanza clinica ha ?

Da molti anni l’industria farmaceutica non investe più in ricerca di nuovi antibiotici, perchè non c’è remunerazione in questo campo. Prima dell’avvento degli antibiotici molte persone si ammalavano di malattie infettive ma non tutti morivano; nel breve futuro avremo batteri resistenti a qualsiasi antibiotico: in questo caso i malati più cronici moriranno, mentre quelli più forti, giovani e non affetti da malattie croniche invalidanti potranno sopravvivere; noi medici dovremo imparare a migliorare nelle misure di contenimento della diffusione del contagio e dovremo usare al meglio quel poco che ci rimarrà a disposizione di farmaci.

Siamo alle soglie dell’era post-antibiotica. Penso che paradossalmente i batteri che vivono nel nostro corpo non hanno nulla da guadagnarci se il nostro corpo soccombe: se ciò accade è male anche per i batteri; è il nostro intervento medico intensivo e invasivo che crea le condizioni perchè si squilibri l’equilibrio che faticosamente ogno organismo trova con i miliardi di batteri con cui si trova in contatto e in simbiosi.

Riamane il fatto che questo fenomeno si sia diffuso nei Paesi mediterranei, Grecia e Italia in testa, e questo e’ dovuto al fatto  che proprio in questi paesi c’e un abuso di farmaci  probabilmente a causa di ragioni culturali: l’errata convinzione che questi medicinali servano comunque a curare meglio e prima condizioni come raffreddori e influenza che invece, essendo provocati da virus, non sono suscettibili agli antibiotici. Usarli quando non serve, a dosaggi inadeguati o per periodi di tempo diversi da quelli prescritti dal medico serve solo a selezionare, tra tutti i batteri che ospitiamo nel nostro organismo, quei pochi elementi casualmente mutati per essere resistenti, che così proliferano indisturbati senza dover competere con gli altri, distrutti dai medicinali.