Uno degli obiettivi primari dell’Eurosistema è quello di attuare una sempre più coesa integrazione delle infrastrutture finanziarie ed economiche all’interno dell’area comunitaria. All’indomani dell’introduzione della moneta unica, il comitato delle banche centrali europee (l’Eurosistema) ha varato un meccanismo noto come TARGET1 (acronimo per Trans-European Automated Real-time Gross Settlement Express Transfer System) con lo scopo di regolamentare le attività e i pagamenti interbancari. Tuttavia, l’avvento della moneta unica ha segnalato la necessità di affinare e integrare maggiormente i processi di regolamentazione concordati nel 1999. A tal fine è stato allestito il TARGET2, un sistema centralizzato in grado di regolamentare – e quindi riequilibrare in tempo reale – gli squilibri della bilancia dei pagamenti dei Paesi membri dell’Unione Europea. I sistemi di pagamento delle banche centrali sono tipicamente utilizzati per la liquidazione dei crediti provenienti dalle operazioni interbancarie e dai sistemi ausiliari. Tali sistemi ausiliari regolamentano una serie di attività quali il pagamento al dettaglio (retail), le stanze di compensazione, le operazioni in titoli e in valuta. Nel bilancio delle banche centrali, tali regolamentazioni vengono contabilizzate alle voci “Rapporti con l’Eurosistema (TARGET)” nell’attivo e nel passivo.
La seguente tabella riassume le principali voci dello stato patrimoniale di una banca centrale.
Attività |
Passività |
Oro e crediti in oro |
Banconote in circolazione |
Attività in valuta estera |
Passività verso istituzioni creditizie dell’area Euro |
Rapporti con l’Eurosistema (TARGET) |
Rapporti con l’Eurosistema (TARGET) |
Crediti |
Altre passività |
Titoli emessi da residenti nell’area Euro |
Capitale e riserve |
Altre attività |
Utile netto |
Al fine di comprendere meglio il funzionamento di TARGET2 si faccia riferimento al seguente esempio. Si presupponga che un’azienda privata italiana richieda alla propria banca un prestito per finanziare l’acquisto di un’autovettura tedesca. Per adempiere la richiesta del privato, l’istituto di credito richiede alla Banca d’Italia di stampare la somma di denaro corrispondente da prestare al proprio cliente. Ciò determina la contabilizzazione di un’attività (il prestito di denaro alla banca commerciale viene contabilizzata alla voce “crediti” nel bilancio di Bankitalia) e passività (emissione di moneta, “banconote in circolazione in Italia”) nel bilancio della banca centrale italiana. Una volta ottenuto il finanziamento, tale somma viene accreditata sul conto corrente bancario della casa automobilistica tedesca.
Tuttavia, il nuovo denaro entrato in circolo nell’economia tedesca crea uno scompenso. Infatti, tale denaro non è stato emesso dalla Bundesbank la quale, tuttavia, sarà costretta a contabilizzare la passività (“banconote in circolazione in Germania”) senza aver effettivamente elargito alcun credito verso la banca privata tedesca (e di riflesso verso la casa automobilistica). Al fine di estinguere lo scompenso monetario venutosi a creare all’interno dell’economia tedesca, la Bundesbank normalizza in tempo reale la posizione avvalendosi dello strumento TARGET2 dell’Eurosistema.
Come si evince dall’esempio sopra riportato, il TARGET2 è stato originariamente concepito come un semplice strumento per la regolamentazione delle partite contabili e dei pagamenti. Tuttavia, in seguito allo scoppio delle crisi dei mutui subprime nel 2008 e dei debiti sovrani nel 2010, il TARGET2 è stato impiegato anche per mantere solvibile l’Eurosistema e, in particolare, gli apparati bancari delle nazioni maggiormente in difficoltà. Le banche centrali, infatti, hanno notevolmente aumentato i loro crediti verso le istituzioni creditizie dei propri paesi. Per finanziare questi prestiti, le banche centrali dei GIIPS (Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna) hanno reperito liquidità dagli altri istituti centrali europei e, in particolare, dalla Bundesbank. A tale scopo, la Bundesbank ha progressivamente ridotto i finanziamenti a favore delle istituzioni finanziarie tedesche e – al tempo stesso – ha versato più fondi alle banche centrali dell’Eurosistema.