Ai piedi dei Monti Sicani, sorge una delle più antiche città della Sicilia:CARTABELLOTTA

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Situata al convergere di tre monti, l’antica Triokala gode di un panorama davvero invidiabile.

Se ci si sporge dalla rupe più alta, e la giornata è particolarmente tersa, si può ammirare Pantelleria immersa nelle acque dell’ovest. Insistendo più a occidente ecco stagliarsi chiaro il profilo delle Egadi, mentre a oriente dominano aguzzi profili e la fantasia di qualche caltabellottese, pronto a giurare di aver visto l’Etna ergersi all’orizzonte.

La storia di Triokala è lunga e piena di colpi di scena. La sua posizione straordinariamente strategica ha fatto sì che fosse contesa da ogni popolo stanziatosi in Sicilia, proprio per la costituzione geografica: una perfetta roccaforte.

Le sue necropoli, tuttora visibili, risalgono all’età del bronzo. Nel V secolo, durante il processo di ellenizzazione, conobbe il massimo splendore; la sua acropoli venne annoverata fra le più belle, e le fu assegnato il toponimo di Triokala per sottolineare le tre qualità autoctone: abbondanza d’acqua, fertilità del suolo e inespugnabilità. Gli arabi la chiamarono Qalat al Balat, che significa “fortezza costruita sulle balate” (antiche pietre usate per lastricare le strade), da cui deriva il nome attuale. Lungo i vicoli e le viuzze bianche molte lapidi e iscrizioni rimandano a episodi storici come la rivolta degli schiavi (104/99 a.C.), che segnò la resistenza di questi ultimi ai Romani durante la seconda guerra servile; o la famosa Pace di Cartabellotta, che nel 1302 sancì l’accordo tra Angioini e Aragonesi, dando a Federico II il titolo di re di Sicilia.

I suoi ruderi, le chiese, gli edifici scavati nel cuore della roccia testimoniano la presenza greca, romana, bizantina, araba, normanna, angioina e aragonese, fuse in un caleidoscopico presepe vivente capace di annullare il tempo dall’alto della sua commistione di antiche tradizioni e sacrali memorie.

Il centro non ha negozi o attrattive turistiche, piuttosto è un crocevia di botteghe e piccoli bar, dove si possono assaggiare una freschissima granita – specialità del luogo – e biscotti caserecci. Semplicità e genuinità. Assolutamente imperdibili sono la scalata alla rupe, dominata dai resti del castello normanno, l’aura romantica del crepuscolo e l’attraversamento delpirtusu, una cavità naturale che mette in collegamento la parte più alta con quella più bassa del paese.