Visitare il villaggio Olimpico di Londra per la prima volta durante le prove per la coppa del mondo UCI Ciclismo su pista e’ una esperienza che non si dimentica facilmente.
A meno di 162 giorni dall’inizio dei giochi Olimpici di Londra, si respira gia’ aria di gare e competizioni.
Stamani sono iniziate le prove per le qualifiche su pista, c’erano proprio tutti : i cinque campioni olimpici i 16 campioni del mondo, comprese le medaglie d’oro alle Olimpiadi Sir Chris Hoy e Victoria Pendleton. [foto © italoeuropeo f.b.]
Dopo aver passato tre blocchi di sicurezza, mi sono trovato davanti al Velodromo con la sua forma inconfondibile di una balena che spunta dalla terra. E’ strano, di solito siamo abituati a questi stadi stracolmi di gente che incitano i proprio campioni, mentre oggi l’atmosfera era calma, nessuno seduto sugli spalti, solo i giornalisti e gli atleti, in una dimensione surreale che dava spazio solo al rumore delle ruote che scivolavano sul parquet di legno del Velodromo.
Nell’aria però si avvertiva la tensione della competizione, anche se i campioni su due ruote provavano la pista e la traiettoria migliore, c’era lo stesso una gara in corso.
I campioni sfrecciavano come se al posto delle gambe avessero un motore a due tempi, mai visto una cosa del genere. Giganti di muscoli su bici leggerissime che si alzano con un dito e che si appoggiano su due ruote strette, così strette che ti chiedi come fanno a rimanere incollate a terra.
Stare vicino alla pista e sentire il vento di un atleta che ti passa a pochi centimetri ,sentire il suo respiro e sopratutto vedere la sua concentrazione ti fà capire che qui non siamo a giocare, qui la passione è professione, lavoro, determinazione, e anche se non siamo ancora al grande giorno, quello dei riflettori accesi, per questi atleti il grande giorno e’ oggi. Ogni giorno è per loro il grande giorno come mi ha detto un atleta brasiliano.
La competizione darà ai migliori ciclisti del mondo l’opportunità di testare il Velodromo per dare poi a Luglio ai 25.000 spettatori la possibilità di godere di tutta la classe sportiva del ciclismo su pista. [foto © italoeuropeo f.b.]
Quello che stupisce è l’attenzione maniacale ai dettagli. Al centro della pista ci sono tutte le squadre, ognuna pulisce, lucida alcune parti meccaniche delle super biciclette tecnologiche dal costo improponibile, per i non atleti.
Si ungono le catene, si gonfiano i tubolari alla pressione giusta per affrontare la curva a tutta velocità e non perdere aderenza, anche se poi il resto viene fatto dalle forze fisiche dell’accellerazione centrifuca.
Si lucidano i caschi, alcuni sembrano usciti da un film di guerre stellari, levigati con visiere a specchio lucide e anti appannamento.
C’è qualcuno che si fa massaggiare i muscoli delle gambe che sembrano scolpite da Michelangelo, proprio quelle gambe saranno i pistoni che faranno girare le ruote a velocita’ di 60 / 70 chilometri orari.
Tutto deve essere perfetto, il capo squadra parte per primo, fa un giro e poi gli altri gli vanno dietro, pedalata dopo pedalata aumenta la velocita’, sempre piu’ veloce,fino al punto che davanti a te passa solo la scia del vento e un insieme di colori sfumati.
E’ bello vedere campioni del mondo rivali ma che ad un certo punto si prendono per mano e pedalano insieme, ridono, si fermano a parlare su come prendere la curva in un determinato punto, consigliarsi per migliorare, per poi ritrovarsi in pista a competere. In poche ore ho capito che il dietro le quinte delle gare forse è meglio delle gare stesse.
Ho capito che a certi livelli, il rispetto per l’avversario non e’ un diritto imposto, ma un dovere naturale, ho visto Sir Chris Hoy che si è fermato a guardare un atleta della Corea, non lo guardava con superiorità, anzi mi e’ sembrato che volesse cogliere qualcosa, chissa’, poi Hoy ha ripreso la sua andatura ed è volato come solo lui sa fare, come se dietro alla bici avesse avuto un propulsore nucleare.
Il Velodromo è il luogo più sostenibile del villaggio Olimpico a impatto quasi zero, quello che e’ stato costruito e’ stato fatto pensando alla natura e a sistemi naturali fin dalla sua progettazione e costruzione.
Dalla scelta del legno per la pista e per l’esterno certificato dalla Forest Stewardship. E’ stato studiato e realizzato un sistema di ventilazione naturale al 100%.Questo crea una ventilazione perfetta, eliminando la necessità di aria condizionata che darebbe noia agli atleti. Il disegno della sede fa uso ottimale di luce naturale, riducendo la necessità diilluminazione elettrica. [foto © italoeuropeo f.b.]
Dispone inoltre di un sistema a basso tetto,creando un’atmosfera incredibile per gli spettatori. Gli olimpionici, Chris Hoy e Team GB sono stati consultati durante il processo di progettazione per garantire le migliori condizioni agli atleti , il risultato e’ straordinario, semplice, maestoso ,superbo.
Gli atleti non sembrano faticare sono tre ore che girano e girano e ancora nessuno ha intenzione di fermarsi, l’allenatore di ogni squadra non si distrae, sempre fisso sui cronometri. Mi metto dietro ad uno di loro.
Ecco che grida qualcosa al suo atleta, che subito aumenta la pedalata, mi passa davanti, e in 12 secondi lo vedo dalla parte opposta, ormai e’ solo un puntino di un colore rosso. Poi il punto si fa sempre piu’ grande riprende la sua forma di uomo, si ferma, si mette a parlare non ha nesun affanno, come se si fosse alzato da un sonnellino, eppure era un’ ora e mezza che girava come fa una biglia nella sua roulette. Alla fine li ho lasciati tutti li i campioni del mondo, nel loro mondo fatto di due ruote e allori.
Fuori il villaggio Olimpico e’ ancora un cantiere aperto, ci sono centinaia e centinai di uomini che come formiche operaie cercano notte e giorno di finire i lavori, tanto e’ gia stato fatto, ora ‘e solo questione di rifinire le ultime cose.
L’immenso stadio Olimpico e’ un gigante silenzioso in mezzo al villaggio, un colosso di cemento e ferro che sara’ il centro del mondo per tre settimane dove, luci musica e sport, saranno gli ingredienti appettitosi per milioni di persone.
A pochi metri dallo stadio si alza la torre rossa ArcelorMittal Orbit, ribattezzata dagli inglesi “narghile’ un intreccio di tubi di acciaio imbullonati che formano una figura distorta, apparentemente senza senso ma che li, messa in quel punto tra lo stadio Olimpico e il Velodromo trova immediatamente una sua dimensione, un suo scopo, persino un senso.
Sarà palcoscenico di un bellissimo e costosissimo ristorante con veduta panoramica mozzafiato a 360 gradi sul villaggio Olimpico e su tutta Londra.
Non ci rimane altro che aspettare ancora un po’ per vedere il completamento definitivo del villaggio Olimpico piu’ bello d’Europa, che ha rivalorizzato la parte Est di Londra, una zona considerata fino a pochi anni fa una delle periferie più malfamate di Londra. Ora si ritrova ad essere una delle zone piu’ sorvegliate, curate, e risanate di Londra.
Anche la criminalita’ e’ diminuita, perchè come ha detto un poliziotto, lo sport non fa solo bene a chi lo pratica, ma anche a chi lo vive.
[foto © italoeuropeo f.b.]