Gli italiani dimenticati del Titanic

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Titanic

A cento anni dalla tragedia, il Titanic fa parlare ancora di se. Una di quelle tragedie consegnate alla storia diventate ormai miti e icone inaffondabili grazie al cinema e ai ricordi. Ogni volta che pensiamo ad una nave che affonda il pensiero va al Titanic, la nave piu’ bella e grande al mondo, per la sua epoca, che il 10 Aprile 1912 dal molo di Southampton ( Inghilterra) parti’per il suo ultimo viaggio.

Si parla sempre dei superstiti, ma poco delle vittime e ancor meno degli italiani che erano a bordo del transatlantico. Non ci si pensa mai, eppure c’erano 37 italiani sul Titanic (  alcune statistiche ne riportano 47) che sono stati ignorati dalle cronache e dalla storia.

Solo due si salvarono gli altri sono in fondo al mare. Sette erano passeggeri, due di seconda classe, il resto erano in terza. Gli altri trenta lavoravano come camerieri o cuochi nel ristorante A, la sala da pranzo piu’ bella della nave in prima classe, diretta da Luigi Gatti, di Montaldo Pavese (Pavia). La prima classe si trovava sul ponte B, dove sedevano ospiti come John Jacob Astor (il più ricco a bordo), Benjamin Guggenheim (il magnate del rame), Isidor Straus (il fondatore dei grandi magazzini Macy’s di New York).

I giornali dell’epoca come l’edizione del Corriere della Sera del 17 Aprile 1912 titolava cosi un articolo:

ANCORA MANCA UNA LISTA COMPLETA DEGLI ITALIANI NAUFRAGATI” Londra, 17 aprile – A mezzanotte nessuna nuova lista dei superstiti è pervenuta, sembrerebbe che tranne Portaluppi e Peracchio, nessuno degli italiani si sia salvato. Questa notte nelle 50 famiglie di italiani a Londra si soffre per il dolore e per l’angoscia… c’è soltanto una lista parziale della squadra italiana imbarcata come camerieri sul TITANIC [..]. Il sig. Gatti aveva questa lista e si era riservato di telegrafare l’elenco generale alla White Star Line a Southampton da New York. C’era un cameriere italiano, Venturini, che può considerarsi miracolosamente salvato. Ci ha telefonato questa notte da Newcastle, dove vive, dicendoci che alla vigilia della partenza, per un malinteso, non ha ricevuto il telegramma di conferma della White Star Line. Lui ha pensato che l’azienda ha rinunciato alle sue prestazioni ed ha accettato un’altra offerta di lavoro.-

Anche altri giornali italiani riportarono l’accaduto citando i nomi degli scomparsi, ma dopo pochi giorni  la stampa di allora si concentro’ sul processo, sulle responsabilita’ e degli italiani non fu’ piu’ mensionato.

Ed e’ sempre stato difficile far riferimento alle autorita’ italiane per sapere qualcosa in merito, perche’? Inutile chiedere, la storia ha schiacciato tutto e il mare ha affogato le vite, restano solo 37 italiani che si erano imbarcati sulla nave dei sogni e della speranza, chi per lavoro, chi per cambiare vita come per esempio Sebastiano Del Carlo, 29 anni, di Capannori, (Lucca), emigrato in America a 18, il quale era tornato nella piana lucchese per sposare Argene Genovesi.

Viaggiavano insieme in seconda classe ed erano diretti in California. «Tu sali sulla scialuppa, io torno più tardi» disse Sebastiano alla moglie, aiutandola a salire sulla scialuppa numero 11. Lui non ce la fece, lei sì, soccorsa dalla Charpatia. La donna era incinta di due mesi e darà alla luce una bambina che chiamerà Maria Salvata (Argene è morta nel 1970, la figlia nel 2008, a 96 anni). Quella di Del Carlo , anche se non è catalogata come una storia “eroica”, rimarrà sempre una storia di vita, di una persona comune, che in un gesto ha segnato la sua vita, e di storie come queste ce n’e’ sono molte da raccontare molte sono precipitate con il Titanic e con esse i segreti di tante persone .

Da alcuni racconti dei sopravvisuti e da alcuni giornali stranieri dell’epoca si legge che gli italiani sulla nave erano quelli piu’ simpatici allegri e cordiali, oggi di loro si parla poco perche’ non fanno notizia, si preferisce raccontare le scene di un film, del romanticismo di una pietra preziosa, e ricostruire gli interni della nave adibiti a musei.


Eppure Del Carlo (cadavere contrassegnato dal numero 295) recuperato dal MacKay Bennett merita  di essere chiamato eroe come del resto tutti gli altri italiani e Australiani, Inglesi, ricchi e poveri che erano sulla nave.

 Le vittime di quella strage sono stati tutte, morti e sopravvisuti, perche’ anche chi ha potuto raccontare la storia una parte di se e morta,  precipitata in fondo al mare. Cosa ha spinto 37 italiani ad imbarcarsi? Le 3 sterline e 15 scellini per viaggio come cameriere o il sogno Americano?

Probabile entrambi, sicuramente per il lavoro, per dare una dignita’ alla propria famiglia spesso lasciata in qualche paesino di Italia o per ricominciare una nuova avventura nella terra dei sogni.

Sicuramente l’onesta e i sorrisi di quelle persone erano la bandiera che sventolavano sul ponte di Southampton prima della partenza insieme ai capelli e ai fazzoletti, sorrisi che si sono riempiti di acqua salata ma che non possono non essere ricordati come tutti gli altri.

La macchina dell’informazione si e’ concentrata a far della nave il mito nella storia, fiumi di parole per raccontare i processi e le inchieste di chi era stata la colpa, ma nessuno racconta le semplici grandi storie degli italiani come di altre persone, forse considerate di poco interesse nelle indagini e per il fluire della storia.

A cento anni da quella maledetta notte, anche i 37 italiani vogliono raccontare di se, anche se molti sono in fondo al mare o ancora dentro il Titanic ad aspettare che qualcuno li vada a salvare o almeno che si ricordi di loro per far riemergere almeno i loro nomi e le loro storie.

E allora come potrebbe raccontare la sua vicenda Alfonso Meo Martino, 48 anni, originario di Potenza?- Sono Alsono Martino di mestiere facevo il liutaio, abitavo nel Dorset, in Inghilterra, con mia moglie e i miei figli. Mi ero imbarcato per  New York per consegnare un violino. E volevo vedere se li’ nella grande Nuova York potevo anche trovare lavoro, e pensai di portare tutta la mia famiglia. In terza classe con me c’era Giuseppe Peduzzi di Schignano (Como), 25 anni emigrato a 12 a Londra si fece subito amicizia mi racconto’ che si sarebbe dovuto imbarcare sull’Oceanic, un’altra nave della White Star proprietaria del Titanic, ma a causa dello sciopero del carbone che imperversava in Inghilterra gli venne assegnato un posto sul Titanic. Insieme si parti’ per una grande avventura fatta di speranze e un po’ di paure ma con la sicurezza di stare meglio,[…] lo fatto per la mia famiglia per dare un futuro a mio figlio…. ma quella notte del 14 Aprile alle ore 23:40 ebbi il sospetto che tutto sarebbe finito li in quel punto dove ora sono….

Un secolo di storia e di un mare di parole per raccontare la tragedia dei mari, il Titanic, eppure ancora oggi si sa poco o nulla di quello che veramente accadde, l’iceberg certo, ma fu’ veramente la causa principale? O fu’ un errore umano? La nave andava troppo veloce per arrivare all’alba a New york e battere ogni record di attraversata? Quali interessi ci furono in gioco? Tante domande possibili risposte, ma c’e’ una vera risposta su tutte, una verita’ inconfondibile e inaffondabile, quella delle vittime di molte paesi del mondo, quella dei 37 italiani che aspettano un riconoscimento, un ricordo. Una verita’ su tutte e quella di questi nomi:

  • Allaria Battista di anni 23, nato a Molini di Triora (Sanremo), cameriere.
  • Banfi Ugo di Giuseppe Antonio, di anni 25, nato a Caravaggio (Bergamo), cameriere.
  • Basilico Giovanni di Cesare, di anni 25, nato a Desio (Milano), cameriere.
  • Bazzi Narciso, di anni 33, di Brissagno (incerto se italiano o svizzero).
  • Bernadi Battista di anni 22, da Dronero (Roccabruna Cuneo).
  • Bertoldo Fioravanti (famiglia ad Ivrea).
  • Bochet Pietro Giuseppe fu Giacomo Bernardo, di anni 42, nato a St. Piere (Aosta), secondo capo cameriere. Vedova e figlia adottiva, un fratello a Southampton (moglie Eugenia Martinet di Thuile (Aosta).
  • Casali Giulio di anni 32, da Milano (?) cameriere.
  • Crovella Luigi di Stefano, di anni 17, nato a San Sebastiano Po (Torino), cameriere.
  • De Marsico Gianni di Domenico, di anni 20, nato a Milano, cameriere.
  • Fei Carlo di Giuseppe, di anni 19, di Fina (Ivrea), sguattero.
  • Gatti Luigi di anni 36, di Villa Montalto.
  • Gilardino Vincenzo fu Umberto, nato a Canelli, cameriere.
  • Nannini Francesco fu Antonio, di anni 42, nato a Marradi (Firenze), sovrintendente.
  • Podrini Alessandro di Ernesto, di anni 21, da Milano (?).
  • Peracchio Alberto di Carlo, di anni 20, nato a Fubine (Alessandria), cameriere.
  • Peracchio Sebastiano del Carlo, d’anni 18, nato a Fubine (Alessandria) cameriere.
  • Perotti Alfonso fu…e di Emilia Del piombo, di anni 21, di Borgomanero, cameriere.
  • Piatti Luigi di Fortunè, di anni 17, padre a Montecarlo, cameriere.
  • Piazza Pompeo di Domenico, di anni 33, nato a Londra, cameriere.
  • Poggi Emilio fu Giuseppe, di anni 26, nato a Calice (Liguria) cameriere.
  • Ratti Enrico fu Francesco, di anni 23, nato a Cassano d’Adda, cameriere.
  • Ricaldone Rinaldo di Gio. Battista, di anni 23, nato a Alessandria, cameriere.
  • Rigozzi Abelo di anni 22, nato a Olivone (Canton Ticino). Incerto se italiano o svizzero.
  • Rotta Angelo, di anni 23, di Novara.
  • Saccaggi Giovanni Giuseppe di Luigi, di anni 26, nato a Cannobio.
  • Salussolia Giovanni fu Antonio, di anni 25, nato ad Alice Castello, dispensiere.
  • Scavino Candido di Giovanni, di anni 43 di Guarenne (Cuneo-Alba).
  • Sesia Giacomo di Secondo, di anni 24 nato a Narbone (Francia), oriundo di Cavagnolo, cameriere.
  • Testoni Ercole (famiglia a Vico Pancelorum – Bagni di Lucca).
  • Urbini Roberto di Attilio, di anni 21 nato a Roma, primo cameriere (padre a Bagni di Montecatini).
  • Valvasori Ettore di anni 37, nato a Montodine (Crema), cameriere. Vioni Roberto fu Lorenzo, di anni 26, nato a Roma, cameriere.
  • Zanetti, nato a Ginevra, incerto se italiano o svizzero.
  • Zaracchi Leopoldo di Giovanni, di anni 25, nato a Milano, cameriere.

 

 alcuni italiani

 

 
Battista Antonio Allaria
Battista Antonio Allaria
Sebastiano Del Carlo
Sebastiano Del Carlo
Argene Genovesi
Argene Genovesi
 
Vincenzo Pio Gilardino
Vincenzo Pio Gilardino
Alberto e Sebastiano Peracchio
Alberto e Sebastiano Peracchio
Alfonso Perotti
Alfonso Perotti
 
Emilio Poggi
Emilio Poggi
Emilio Giuseppe Ilario Portaluppi
Emilio Giuseppe Ilario Portaluppi
Giovanni Salussolia
Giovanni Salussolia

 foto sopra-dal sito  titanicdiclaudiobossi.com