Deludono i dati macroeconomici britannici del primo trimestre. Nuovi grattacapi per il governo conservatore e per la Banca d’Inghilterra. È ufficiale. La crisi economica del Vecchio Continente ha contagiato anche il Regno Unito. I dati diffusi dall’ISTAT di Sua Maestà spazzano via ogni residua speranza: l’economia d’Oltremanica è in recessione. Nel primo trimestre del 2012 il Pil britannico si è, infatti, contratto dello 0,2% dopo aver fatto registrare un -0,3% nell’ultimo trimestre del 2011.
Più marcata è la flessione nel settore edile (-3,0%) mentre la produzione industriale è arretrata dello 0,4%. Restano a galla – almeno per il momento – i servizi (+0,1% nel primo trimestre dell’anno). I recenti dati macroeconomici britannici mettono nuovamente sotto pressione l’operato del governo conservatore e gettano scure ombre sulla politica monetaria della Banca d’Inghilterra.
Sul fronte politico, il Cancelliere dello Scacchiere è stato criticato dall’opposizione laburista per aver attuato tagli troppo severi alla spesa pubblica. Nell’occhio del ciclone è finito anche Mervyn King, il governatore della Banca d’Inghilterra.
I recenti dati macroeconomici mettono nuovamente sotto pressione la politica monetaria espansiva della Vecchia Signora di Threadneedle Street.
La terza campagna di alleggerimento quantitativo (QE3) annunciata lo scorso 9 febbraio sembra, infatti, non aver sortito gli effetti desiderati.
I più autorevoli economisti di Sua Maestà stimano che il trend negativo continuerà anche nel secondo trimestre. Una boccata d’ossigeno potrebbe, tuttavia, arrivare nel corso del terzo trimestre quando tra luglio e agosto Londra ospiterà i Giochi Olimpici.