Dopo una ricerca di mezzo secolo, il Bosone di Higgs, che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa e’ stato trovato. L’esperimento conferma la teoria.
Al Fermilab in USA, gli scienziati sono sicuri di aver visto questa particella che sfuggiva sempre ai loro occhi. Ora pare che la il bosone di Higgs sia in trappola.
Una notizia che ha fatto il giro del mondo, che esalta gli scienziati come bambini, un grande passo avanti per la scienza, perche’ scoprire questo bosone, significa aprire nuove strade per capire l’Universo e tutto cio’ che lo compone, e forse molti interrogativi fino ad ora irrisolti troveranno una risposta.
Era il 1964 quando nella mente brillante di un fisico teorico Peter Higgs gli venne mentre passeggiava tra le montagne scozzesi che poteva esiste una particella sconosciuta che spiega come mai tutte le cose nell’universo abbiano una massa.
Higgs fin dall’universita’ al King college di Londra dimostro subito di avere una mente brillante e schiva, ma come spesso accade nessuno dette importanza a quello che Higgs diceva e prevedeva. Poi tutti i fisici del mondo hanno lavorato per trovare questa particella impossibile, e ieri al Fermilab la confema dopo 50 anni.
Peter Higg oggi ha 83 anni ed e’ un giorno molto importante per lui e domani per la presentazione ufficiale al mondo siedera’ in prima fila e potra’ vedere anche lui quella particella (meglio dire l’effetto della particella) da lui stesso ipotizzata molti anni fa.
Il bosone di Higgsera l’ultima particella elementare prevista dal modello standard della fisica non ancora osservata da un esperimento. [Professor Peter Higgs]
Ora il quadro della materia a noi nota è finalmente completo. I due piu’ grandi laboratori al mondo Il CERN di Ginevra e il FermiLab negli Stati Uniti hanno lavorato per anni al solito obbiettivo, rivali, combattivi, nella ricerca di una particella responsabile della cosistenza di tutte le altre fino ad ora conosciute.
Una lotta con formule e risultati, e alla fine un risultato comune, la scoperta della “Particella di Dio” chiamata cosi dagli scienziati perche’ alla base di tutto il creato.
Prima di utilizzare l’Lhc al Cern si fecero delle indagini sul bosone anche con l’acceleratore LEP attraverso il quale Carlo Rubbia compì le sue scoperte che lo portarono al Nobel. Ma per arrivare all’obiettivo era lo stesso Rubbia a ipotizzare l’Lhc.
Negli Stati Uniti si impegnavano con l’acceleratore Tevatron al Fermilab di Batavia (Chicago) entrato in funzione negli anni Ottanta, però la sua potenza era notevolmente inferiore alle necessità.
Per scoprire questa particella imprendibile, si e’ dovuto raggiungere altissime energie, mai realizzate sulla terra, perche’ sono energie che si trovano nelle stelle e nell’Universo.
Si e’ dovuto ricreare le condizioni dell’Universo ai primi istanti dopo il Big Bang e per far questo sulla terra, si e’ dovuto costruire macchine gigantesche come gli acceleratori di particelle, per vedere una piccolissima particella invisibile eppure tanto importante da determinare le leggi dell’Universo e dei suoi costituenti tra cui gli atomi e quindi i mattoni che sorreggono la materia ed anche il nostro corpo, e la nostra vita.
Il grande cosmologo Stephen Hawking che aveva scommesso cento dollari sostenendo che la «particella di Dio» non esisteva. Peter Higgs non replico mai al grande fisico, e’ rimasto pazientemente in attesa fino ad oggi, non si e’ mai accanito contro quelli che dicevano che il bosone non esisteva ed era frutto solo di una mente instabile.
Oggi per Higgs e’ arrivato il grande giorno, la sua particella esiste, e aprira’ nuovi grandi orizzonti per la scienza, come successe al giovane Newton da ragazzino quando per la prima volta ando’ al mare e raccolse una conchiglia, e guardando l’immensa distesa di mare intui’ che il mare se aveva rilascito una conchiglia cosi piccola nascondeva sicuramente tanto altro nelle sue profondita’ e cosi accade nel l’Universo.