Intervista ai Motel Connection : Vertical Stage Session Londra 2012

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Londra – Sabato 1 Settembre 2012, nella inusuale cornice di County Hall vicino alla London Eye ed al Big Ben, ha fatto tappa il tour Vertical Stage Session. Tra gli artisti che si sono esibiti era presente il gruppo dei Motel Connection, composto da  Samuel (voce dei Subsonica), Dj Pisti e Pierfunk (ex-bassista dei Subsonica). Italoeuropeo ha intervistato la band torinese poco prima dello show.

Il gruppo si è formato nel 2000,  ha realizzato subito un’importante colonna sonora per il film “Santa Maradona”, regia di Marco Ponti, per poi pubblicare il primo album ufficiale “Give Me a Good Reason to Wake up”(2002).  Grazie al successo della prima collaborazione i Motel Connection hanno quindi realizzato una seconda colonna sonora per un altro film di Marco Ponti, “A/R Andata + Ritorno”. Successivamente sono stati pubblicati altri due album “Do i Have a Life?”(2006) e “H.E.R.O.I.N”(2010). In questo momento è in sviluppo il nuovo cd che prevedono uscirà entro la fine dell’anno.

 

Da dove nasce l’idea dei Motel Connection?

Samuel: Il gruppo nasce da una passione comune molto forte per la musica dance, per il club, per quell’atmosfera che si crea nel momento in cui molte persone si ritrovano in un luogo e danno sfogo alla propria emotività, fisica soprattutto. Il nostro incontro è avvenuto in un momento in cui la musica dance con i dj e la musica rock con i musicisti cercavano di rimodellare quello che era la geografia musicale dell’epoca e cosi è stato: Dj pisti suonava in uno dei club più importanti di Torino ed io facevo parte di un gruppo rock. E’ venuto istintivo il fatto di unire, proprio perché in quel momento si riusciva a decodificare questo sentimento, si riusciva a leggere il desiderio che sia la musica dance quanto la musica rock  diventassero qualcos’altro.

 

Che cosa ha significato per voi entrare a far parte del progetto Vertical Stage?

Samuel: Per noi la cosa ideale è vedere un pubblico che balla, vedere delle persone che si muovono, ma anche riuscire un po’ a tornare indietro nel tempo quando non esistevano i club e quindi le persone si incontravano nei cortili delle case piuttosto che in strada per dare vita a delle serate danzanti. Quando ci è stato proposto di ideare un luogo in cui la musica dance potesse in qualche modo ritornare al suo stimolo iniziale, abbiamo accettato subito il progetto Vertical Stage  poiché è un’idea azzeccata il fatto che le persone possano stare in strada e noi al contempo suonare su dai balconi.

A cosa si riferisce Samuel quando dice “La strada è nostra, riprendiamoci la strada”?

Samuel: Questa frase è venuta fuori istintivamente in uno dei primi Vertical Stage perché oggi purtroppo la strada viene vista sempre di più come un luogo di passaggio, un luogo per spostarsi da un punto all’altro della città; in realtà la strada è anche un luogo dove ci si può stare, fermare e ballare.

 

Nelle varie date del Vertical Stage avete riscontrato una reazione diversa da parte delle persone a seconda della città?

Pierfunk: Si. Vertical stage è un progetto che si sviluppa in strada ma anche proprio nel quartiere. Oltre alla strada ci sono anche le case, dove le persone abitano, e proprio li si vede un po’ la differenza di situazioni in cui abbiamo suonato. Alcune volte anche la gente delle case è entrata a far parte dello show, mentre altre volte le case erano chiuse e non c’era questa attivazione. L’idea nostra oggi è di fare evolvere Vertical stage in un progetto che prenda sia la strada che le case, con la gente che parteciperà alle coreografie. Non un semplice concerto ma proprio riattivare il quartiere ,la strada e le case che vivono intorno al Vertical stage.

 

20120901_220110In una location come Londra, di fronte alla London Eye, avrete delle emozioni diverse?

Pierfunk: Londra per noi è la tappa di un percorso, siamo ancora in una fase di testing di questo progetto. Sicuramente suonare sul Tamigi, in uno spazio dove la gente passa e non dove vive è una situazione diversa dalle altre serate precedenti, sarà una sorpresa vedere la reazione. (Dj Pisti scherza: Samuel ha il cappello per le monete). E’ un po’ una scommessa, vedremo a fine serata che cosa è capitato.

 

Riguardo invece alla vostra musica, pensate che le nuove tecnologie e questo modo diverso di vivere i live potrà condizionarla?

Dj Pisti: Si sicuramente, la musica elettronica va di pari passo con l’incremento tecnologico. Questo è divertente,  necessario per lo sviluppo del suono ed inoltre ha sempre condizionato i live. Quando abbiamo fatto il primo live dei Motel Connection siamo stati i primi in Italia ad utilizzare il cd inventato dalla Pioneer che aveva il master tempo per tenere le tonalità. Samuel: La sperimentazione per quanto riguarda gli strumenti ti aiuta anche a formare un tuo suono, l’idea di avere uno strumento che usi solo tu, che ti sei inventato tu ti regala una sorta di unicità almeno in quella parte della sonorità del gruppo. Pierfunk:  Ora è molto interessante vedere  come la musica elettronica oltre ad essere anche uno sviluppo tecnologico in avanti è anche un recupero all’indietro, Nel nuovo disco stiamo usando dei synth dell’inizio degli anni 80’ ed è incredibile sentire che queste macchine hanno dei suoni che oggi sono irriproducibili, i strumenti digitali riescono ad imitarli ma non c’è quella ricchezza di armonici che c’era all’inizio degli anni 80’. Per fare la vera musica elettronica devi portarti dietro la storia guardando avanti.

 

Nel vostro futuro, oltre al cd di fine anno, ci sono altri progetti al di la delle prossime date di Vertical Stage?

Samuel:  Noi siamo una band abbastanza tradizionale quindi facciamo il disco e poi andiamo live. Quest’anno il Vertical Stage sta rivoluzionando anche un po’ il nostro modo di pensare ai live futuri ed è diverso sia per attitudine che soprattutto per quanto riguarda la produzione. Quindi  saremo un po’ impegnati ad organizzare questi due momenti anche se generalmente noi amiamo suonare tanto, l’ultimo disco abbiamo fatto 120 date in un anno, ci piace proprio l’idea di stare sul palco, nei club soprattutto.

 

Un gruppo nato nel 2000, 12 anni di attività, c’è un segreto che vi tiene insieme?

Dj Pisti: Ci vediamo poco!un anno ogni tre! Samuel: In realtà ci siamo visti tanto! E’ difficile stare in gruppo ma è una cosa che riguarda tutti i gruppi, non solo musicali. Bisogna avere coscienza che il fatto di stare in un gruppo sia proprio un’esigenza, un bisogno di tutti quanti. Ci sono alti e bassi però generalmente chi decide dopo il primo anno di continuare a stare insieme è perché poi durerà. Dj Pisti: Grande segreto è suonare il live e divertirsi. Quando fai 120 date stai tanto tempo in furgone, stai molto a contatto. Però alla fine, quando quello che fai gira basta quello. Noi siamo particolarmente fortunati perché in più ci divertiamo parecchio!

Leggi l’intervista integrale al gruppo cliccando al Link: Intervista integrale

 

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