“….gli inglesi hanno fatto un lavoro meraviglioso, un grandissimo investimento di risorse e di denaro che si vedranno restituito nel corso del tempo. Questo perché secondo me hanno capito perfettamente lo spirito, il valore principale dello sport…”
Sabato 8 Settembre , nel corso della serata finale presso Casa Italia Paralimpica, Italoeuropeo ha incontrato ed intervistato uno dei protagonisti delle paraolimpiadi Alex Zanardi, due ori e un argento.
Dal punto di vista sportivo, quale insegnamento dagli sport precedenti si è rivelato utile nell’esperienza delle Paralimpiadi?
Tecnicamente non è che ci siano dei punti di contatto cosi evidenti, però da un punto di vista sportivo caspita non è stato un ripartire da zero, è stato un continuare a fare un’esperienza che assomiglia tantissimo al preparare la gara, il rapportarsi emotivamente con l’ansia generata dal desiderio perché sai, se non ti frega nulla vuol dire che, se non ti agiti vuol dire che non ti frega nulla. Se invece desideri far bene una cosa e sei arrivato fin li è logico che le due cose siano indissolubili quindi ci sta una certa dose di ansia che devi imparare in qualche modo a controllare e questo me l’ha insegnato la mia precedente esperienza sportiva. Poi indubbiamente ognuno di noi tende ad essere più attivo su quelli che ritiene essere i propri punti di forza, io ho dovuto imparare nuove metodologie di allenamento che ignoravo completamente, ho dovuto imparare ad educare il mio fisico a dare di più in determinate situazioni, però al tempo stesso invece una cosa che tutto sommato ero convinto di saper fare molto bene era quello studio tecnico che mi ha portato ad innovare il mio mezzo per lo meno adattandolo il più possibile allo sfruttamento dei miei talenti residui e questa è una cosa che a livello paraciclistico è molto importante perché ogni atleta ha un handicap diverso quindi lo sfruttamento dei talenti residui è la base fondamentale dalla quale partire. E’ logico che ogni bicicletta deve avere le sue caratteristiche diverse, in particolare nella mia categoria dove cavalchiamo dei mezzi che sono davvero molto particolari e quindi da costruire attorno all’atleta.
Per le paralimpiadi di Londra 2012 l’attenzione mediatica è quella che ti aspettavi?
No notevolissima, soprattutto in questo paese che secondo me è stata la vera cassa di risonanza anche dei miei risultati ecco, il fatto che comunque si parlasse cosi tanto, la gente seguisse cosi attentamente quanto avveniva qui nel loro paese ha in qualche modo contagiato anche le nazioni vicine, al di la del fatto che oggi grazie poi alla televisione e ai mezzi di comunicazione tutto il mondo è vicino quando avviene qualche cosa così. Se a questo aggiungi poi che un personaggio già più o meno conosciuto come Alessandro Zanardi che nella vita aveva sempre fatto tutt’altro è arrivato qua e da debuttante si è portato a casa due medaglie d’oro e una d’argento va da se che poi vien giù il finimondo e io mi sono ritrovato ad aver abbandonato il mondo d’orato dell’automobilismo a favore di una attività che sembrava quella del campanaro, del sagrestano e della perpetua nella gara della parrocchia e invece proprio questa mia scelta mi ha portato a conoscere probabilmente una esposizione, un affetto, una popolarità che raramente ho conosciuto nella mia precedente esperienza sportiva. Forse non è che è esplosa dal nulla, è cresciuta ulteriormente però insomma il fatto che sia avvenuto proprio qua a Londra secondo me non è un caso, gli inglesi hanno fatto un lavoro meraviglioso, hanno fatto un grandissimo investimento di risorse di denaro di tutto ma che si vedranno restituito nel corso del tempo perché secondo me hanno capito perfettamente lo spirito che è il valore principale dello sport, cioè il fatto di far vedere alle persone che con il lavoro, con l’impegno e con la passione è possibile sfruttare i propri talenti, migliorarli ed arrivare a grandi risultati che è l’essenza stessa della vita, cioè non sfruttare l’occasione, muoversi, fare delle cose che sono a te care al meglio delle tue capacità poi se sei destinato ad essere campione su tutti tanto meglio.
Lei ha dichiarato che non si può separare dello sport, come si può cambiare la cultura del tifo in cultura dello sport?
E’ una questione di educazione certamente, io non voglio dire che gli inglesi siano un popolo migliore del nostro, noi italiani siamo persone meravigliose dotate di grande estro, grandi talenti eppure siamo assolutamente incapaci in certe situazioni di fare gioco di squadra, di darci a vicenda un’educazione migliore e di comprendere come società il valore delle cose. Probabilmente da noi avremmo speso magari meno soldi ma ne avremmo sprecati tanti per organizzare dei giochi senza in realtà capirci niente, cioè avremmo semplicemente fatto un’operazione commerciale utile a qualcuno. Qui hanno fatto un grandissimo investimento a livello di educazione, non per niente lo slogan è Inspire a Generation, e credo che ci siano davvero riusciti. Poi se vuoi ti spiego la mia visione ma il fatto che ci fossero cosi tante persone in tribuna vuol dire che a loro non la devo certo spiegare.
In conclusione riguardo al futuro possiamo solo vedere uno Zanardi che condurrà la trasmissione Sfide o anche uno Zanardi atleta a Rio 2016?
Bé intanto adesso c’è questa, perché ho già preso l’impegno e anzi come arrivo a casa mi prendono per le orecchie e mi portano in studio però scherzi a parte non lo so può essere, io non è che ho investito molto su questa olimpiade perché pensavo che fosse la sola possibilità che avevo, l’ho detta ma è una battuta. Ho investito molto su questa olimpiade perché mi andava di farlo, perché mi ha reso felice, vincere due ori e un argento mi rende ancora più felice, ma non è che io sia una persona migliore di quanto non fossi una settimana fa o nemmeno peggiore. Semplicemente sono più contento perché ho portato a casa un bel malloppo però queste medaglie sono anche già foto da attaccare al muro quindi è logico che se la vita mi riserverà altre possibilità di scegliere tra tante belle cose da fare sarebbe stupido non cercare di sfruttare qualcosa per riempire il proprio tempo.
Quindi l’uomo Alessandro Zanardi ,nelle sue scelte segue di più il cuore o la mente?
L’uomo Zanardi innanzitutto ha un culo incredibile perché nella vita ne ha sempre potute fare di scelte, questo va detto, perché ci sono tanti ragazzi che le stesse scelte vorrebbero farle ma non hanno questa possibilità. Detto questo l’uomo Zanardi è una persona che tendenzialmente ragiona più con il cuore ma poi sintonizza anche il cervello sul cuore dicendo, è possibile fare quella cosa? Riesco ad intravedere qualcosa di positivo? Ci ragiono sopra, perché vedi se poi dopo lungo il cammino tu dovessi incontrare ostacoli insormontabili perdi anche il piacere di poterla fare una cosa, per cui è logico che bisogna ragionare anche con il cervello e non, scusa la battuta, fare il passo più lungo della gamba! Io penso che anche in questa occasione non ho fatto il passo più lungo della gamba, come non lo feci quel giorno che decisi di ricorrere in macchina senza gambe, dove tutti mi davano dell’illuso, perché io avevo dichiarato che il mio obbiettivo sarebbe stato quello di riportarmi in condizioni di vincere una gara. Perché ero sempre stato capace di farlo prima dell’incidente, non c’era ragione secondo me per cui, trovando il modo per poter guidare la macchina in modo efficace io non sarei potuto tornare allo stesso tipo di risultato, piano piano con il rispetto dei miei avversari ma se ero stato sufficientemente bravo per farlo prima, la giusta opportunità prima o poi sarebbe arrivata e ci sarei riuscito di nuovo e cosi è stato. Aver creduto possibile quella cosa mi ha poi guidato fino al risultato.
Un’ultima curiosità, come riesce a trasferire ogni sua esperienza e conoscenza nel superare qualsiasi ostacolo?
Io sono una persona sempre sulla bocca di tutti, per cui se vado a sciare dicono “è capace anche di sciare”, se io nuoto “nuota anche”, se io vado in bici “ah va anche in bici”. A me fa piacere quando la gente dice “caspita va forte in bici”, ed oggi diciamo l’ho dimostrato in modo abbastanza inequivocabile ma non sono l’unico che fa queste cose, ci sono tanti altri ragazzi che ci riescono e spesso il semplice tentativo di porta al risultato, non deve essere un tentativo folle e non ragionato. Io cerco di scegliermi degli obbiettivi che credo tecnicamente possano essere alla mia portata e poi se non sbagli i conti il risultato alla fine è una logica conseguenza ma non è che faccio cose irrealizzabili, non sono ancora andato su marte, o forse per quello c’è tempo! Sono una persona che ha anche discrete possibilità economiche e quindi in alcune occasioni riesco anche a trovare il modo giusto per arrivare ad un risultato prima di quanto non potrebbe riuscire ad un altro ragazzo. Dalla mia io ho una grandissima curiosità ed è questo che ti porta a farti delle domande, mentre ci sono altre persone che aspettano semplicemente la risposta ma senza nemmeno aver formulato la domanda.
Alex Zanardi colpisce ancora altro oro http://www.italoeuropeo.it/