Addio. Intervista ricordo a Margherita Hack

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1949

Margherita Hack: 

In un giorno non troppo freddo,  nella sua casa di Firenze passai un pomeriggio insieme a lei e ai suoi gatti. Da quello che ci siamo detti ne e’ nata un’ intervista.

Voglio ricordarla così, come in quel pomeriggio davanti a una tazza di caffe’ e ai  tanti libri sulle stelle.

F.B.

intevista del 14-12- 2007:

E’ una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana e ha vissuto lavorando in grande stile alla scienza astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un valido contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle.


 

Margherita Hack:

E’ una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana e ha vissuto lavorando in grande stile alla scienza astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un’importante attività di divulgazione e ha dato un valido contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle. Il padre, di religione protestante, lavorava come contabile e la madre, cattolica e diplomata all’Accademia di belle arti, era miniaturista alla Galleria d’arte degli Uffizi a Firenze. Margherita Hack classe 1922 ,si è laureata in Fisica, con una tesi sull’Astrofisica stellare, nel 1945. È ordinario di Astronomia all’Università di Trieste dal 1964 e ha diretto l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, portandolo a rinomanza internazionale. Membro delle più prestigiose Società fisiche e astronomiche, Margherita Hack a lungo è stata anche direttore del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste. Ha lavorato presso numerosi osservatori americani ed europei ed è stata per lungo tempo membro dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA.Ha pubblicato oltre 250 lavori originali su riviste internazionali e molti libri sia divulgativi sia di livello universitario. Nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica.

D: Professoressa, proprio in questi ultimi giorni, il satellite Swit della Nasa ha fotografato un evento celeste importante, accaduto 440 milioni di anni fa. Ci può spiegare perché è stato così importante e cosa si è potuto capire ancora dell’universo?
H: Suppongo si riferisca all’osservazione di una supernova esplosa in una galassia a 400 milioni di anniluce. E’ importante osservare un evento avvenuto in una lontana galassia e confrontarlo con un simile evento osservato nel febbraio 1987 nella grande nube di Magellano e avvenuto 180000 anni fa. Riguardo all’osservazione di Swift c’è da dire che  nel febbrao 2006 una supernova esplosa in una galassia a 400milioni di anniluce è stata osservata e associata a lampi di radiazione X. Finora si era osservato che solo le supernove più massicce- risultato dell’esplosione di stelle almeno 30 volte la massa del sole, emettono lampi di radiazione gamma, cioè radiazione più energetica dei raggi X. Questa supernova rappresenta un tipo intermedio fra quelle che producono lampi gamma e quelle meno massicce che non danno luogo a simili fenomeni.Da notare che la scoperta dell’associazione del lampo X con la supernova osservata col Very large telescope dell’Osservatorio europeo dell’emisfero australe (ESO) è dovuta a un gruppo internazionale di ricercatori di cui è responsabile l’astrofisica Elena Pian , ricercatrice presso l’Osservatorio astronomico di Trieste. 

D: Ci sono molte teorie che cercano di studiare la “struttura” dell’universo, alcune dicono che sia in continua espansione, altre dicono che l’universo è immenso ma chiuso, come stanno le cose secondo Lei?
H: Le più recenti osservazioni ci dicono che l’universo è in espansione accelerata. Mentre fino a pochi anni fa si credeva che l’espansione fosse decelerata dalla forza di gravità esercitata dalla stessa materia presente nell’universo. E’ come se ci fosse una forza che si oppone alla gravità. Le osservazioni ci dicono anche che l’universo è “piano” cioè obbedisce alla geometria euclidea e come nella geometria euclidea lo spazio è infinito così si ritiene che l’universo sia infinito. 

D: L’universo è immensamente vivo, le stelle nascono, muoiono, e si formano nuovi sistemi solari forse in luoghi dove ancora l’osservazione dell’uomo non è arrivata. Allora, secondo lei che scopo ha tutta questa rivoluzione, quale è il vero significato di galassie e pianeti? 
H: Oggi sappiamo che l’evoluzione dell’universo ha permesso la formazione delle grandi stelle che esplodono come supernove e sparpagliano nello spazio tutti gli elementi che hanno costruito nel loro interno con le reazioni nucleari. Sono esse che producono tutti gli elementi necessari a formare nuove stelle coi loro pianeti e anche gli esseri viventi. Anche noi siamo il risultato dell’evoluzione dell’universo. 

D: Perché è così difficile studiare un buco nero?
H: Un buco nero è una regione dello spazio in cui è concentrata abbastanza materia perché la velocità di fuga superi la velocità della luce per cui nemmeno la luce può uscire, e quindi è impossibile osservarlo. Si può solo osservare l’effetto che la sua attrazione gravitazionale esercita sulla materia che gli orbiti vicino. 

D: Un buco nero potrebbe essere un passaggio che collega un universo ad un altro universo?
H: Era stata avanzata l’idea che tutta la materia e l’energia IMPRIGIONATA nel buco nero potesse uscire in un’alta parte dell’universo come energia e quindi un “buco bianco”. MA NON C’è NESSUNA PROVA DI CIO’.Invece Hawckings ha mostrato che anche un buco nero può evaporare: in tempi lunghissimi di molte centinaia di miliardi di anni, particella dopo particella potrebbe sfuggire al buco nero. 

D: Come le è nata la passione per le Stelle?
H: Mi piaceva molto la fisica e mi sono iscritta al corso di laurea in fisica. Quando si è trattato di scegliere l’argomento di tesi mi è capitata l’astrofisica. Allora ho capito cosa significa fare ricerca e soprattutto ricerca in astrofisica. L’astrofisica utilizza tutte le branche della fisica per studiare l’universo. 

D: Secondo lei quali sono le migliori fonti di energia per il futuro? 

H:Dovremmo utilizzare al massimo le energie rinnovabili, cosa che in Italia si fa ancora poco. La Svezia utilizza più di noi l’energia solare! Sarà comunque necessario ritornare all’energia nucleare. Le centrali moderne sono sicure, anche se c’è il grave problema delle scorie che devono essere interrate in profonde miniere. 

D:Perché non possiamo sfruttare l’energia prodotta dall’esplosione di una stella? 
H: Solo l’energia solare è utilizzabile. Le stelle sono troppo lontane. L’esplosione di una supernova distruggerebbe la vita sulla terra con le sue emissioni di raggi gamma, X e ultravioletti. Per fortuna solo le stelle almeno 8 volte più grosse del sole esplodono e sono rare. Non ce ne sono entro un migliaio di anniluce dalla terra. 

D: Che risposta si è data al significato della vita?
H:Che noi siamo il risultato dell’evoluzione dell’universo. Il naturale sviluppo dell’aggregarsi della materia sotto l’azione della gravità. 

D:Molti la definiscono, atea in assoluto. Mi scusi  se mi permetto, nella sua vita studiando l’universo e le sue bellezze, non gli è mai passato per il cuore un dubbio, che per esempio non tutto si possa spiegare e studiare con la scienza, ma l’origine provenga da  un volere piu’ grande? 
H: Per quanto possa sembrare straordinario che tutto ciò che osserviamo sia frutto di casuale aggregazione della materia,io questa visione la preferisco all’idea di Dio. Credo che Dio sia stato inventato dall’umanità sia per spiegare tutto ciò che la scienza ancora non sa, sia per la speranza di una vita dopo la morte, una vita migliore che ripaghi delle sofferenze e ingiustizie subite in questa. Mi sembra che credere in Dio sia come quando da bambini si credeva in Gesù bambino o nella Befana che ci portavano i doni. 

 

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