Visita storica di Papa Francesco all’isola di Lampedusa,per conoscere e pregare con i migranti del continente africano.
Lunedì 8 luglio una è data storica da rammentare:la visita di Papa Francesco all’Isola di Lampedusa.
È un fatto storico d’immane portata per varie ragioni:è il primo viaggio del Pontefice dalla sua elezione,è la prima volta che un Papa fa visita a quest’isola così martoriata e tra l’altro da figlio di migranti quale è Egli stesso ,come spesso ama ricordare.
Le sue immagini, accorato a parlare con un gruppo d’immigrati sbarcati da poco a Lampedusa e pieni di speranza mista a disperazione,hanno fatto il giro del mondo.
Il suo pranzo veloce fatto di un panino e un po’ di cassata?
È eloquente su quanto questa figura sia umile e disponibile,capace di riconoscere le reali priorità e in generale,di abbandonare un po’ quegli sfarzi dorati tanto cari all’alto prelato.
Egli ha ricordato quanti non ce l’hanno fatta a superare la traversata e ha pregato per coloro che sperano in una rinascita,lontani da fame e disperazione.
Sua Santità ha ringraziato inoltre gli isolani,le autorità e le Forze dell’ordine che si prodigano per gestire le masse di disperati che spesso affollano le coste lampedusane.
A mio avviso,questa visita è storicamente e culturalmente interessante e di valore per i cattolici ma non solo:sono convinta infatti che Papa Francesco abbia tra i suoi talenti, conclamati e non ,quello di saper catturate l’attenzione e scatenare riflessioni anche in molte persone non cristiane,proprio perché in realtà ciò che sostiene e afferma va aldilà dell’appartenenza a un credo ma va a toccare l’anima e la coscienza di chi lo ascolta.
La visita è stato un gesto magnetico eclatante,chiaramente non ha potere di trovare e portare immediate soluzioni,tuttavia riesce a scuotere e catturare le attenzioni di quanti seguono le gesta papali e di tutti noi che non possiamo non notare i continui sbarchi sull’Isola di migranti che vedono Lampedusa come l’ingresso per l’Europa,il varco della porta di una nuova speranza .
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