Londra ha salutato l’Amerigo Vespucci

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C’ è una nave, una vecchia signora dei mari, classe 1931, a cui le altre navi quando la incontrano in mare aperto o nei porti gli fanno il saluto. I transatlantici che hanno sempre la precedenza sulle navi, appena vedono questa grande signora rinunciano alla precedenza, spengono i motori e le fanno il saluto. Si tratta dell’Amerigo Vespucci la più anziana nave della Marina Militare Italiana ancora in servizio , la nave scuola più famosa al mondo, orgoglio italiano e dei mari di tutto il mondo.
E’ stata una grande emozione vedere questa nave tra i grattacieli di Londra. Una rara occasione di poter vedere questa nave a Londra infatti ha attirato moltissima gente, curiosi e appassionati di vela e di navigazione. Il giorno della partenza dai canali di Canary Wharf è stato uno di quei momenti storici e indimenticabili, come rivivere quelle vecchie immagini in bianco e nero degli immigrati che lasciavano i porti per inseguire un sogno.

amerigo 2L’Amerigo Vespucci non è una nave come le altre, ha qualcosa di speciale: il suo equipaggio.  Esso e’

molto particolare, fatto di giovani cadetti. Il modo di navigare dell’Amerigo Vespucci è unico , si basa ancora sulle vecchie tecniche e le tradizioni più antiche. Le vele sono ancora in tela olona, le cime sono tutte ancora di materiale vegetale, e tutte le manovre vengono rigorosamente eseguite a mano; ogni ordine a bordo viene impartito dal comandante, tramite il nostromo, con il fischietto: “ Ai nostri cadetti si insegna ancora a trovare il punto nave con le stelle e poi si cerca con gli strumenti moderni super tecnologici. Ma l’istinto dell’uomo deve rimanere quello di un tempo e stimolato sempre, la tradizione su questa nave è la base per navigare verso il futuro e sull’Amerigo Vespucci è sempre stato cosi e sarà sempre così” ci ha detto il capitano dell’Amerigo Vespucci,Curzio Pacifici.
Erano le 9 del mattino di un sabato qualunque a Londra, eppure sulla nave l’equipaggio era ognuno al proprio posto a pulire il ponte, chi a ridipingere le fiancate, chi a lustrare le campane di bordo, e a sistemare le corde, le quali messe tutte insieme arrivano a circa 36 km, piccoli gesti quotidiani come delle semplici carezze per questa vecchia dei mari . Il legno di cui è fatta la nave con il ferro della chiglia, sembrano un tutt’uno, fatti per durare nel tempo e nel tempo resistere a tutti i venti che ha incontrato in 80 anni di navigazione. Fa tenerezza pensare che questa nave abbia vissuto così a lungo, barche della sua generazione non esistono più oppure sono diventate musei ferme in qualche porto come fosse una vecchia casa di riposo. L’Amerigo Vespucci no, lei è ancora lì che naviga i mari girando tutto il mondo con il suo equipaggio che si stringe a lei, la cura, la ama : “ Un fattore molto importante della Vespucci è il suo equipaggio, il loro essere un team, un unico corpo che si stringe intorno alla vecchia signora dei mari, non e’ facile tenere uniti 400 persone; basta un errore di uno a vanificare il lavoro di tutti, e qui è importante che tutti siano coordinati, che tutti siano uniti in un unico corpo che diventa poi l’anima della nave” ha continuato il comandante durante il nostro incontro.
Nei 5 giorni che è stata a Londra, l’Amerigo Vespucci è stata visitata da molte persone e delegazioni della marina inglese che sono rimasti colpiti da come si lavora a bordo, e si impara a navigare su questa grande scuola galleggiante, dove i cadetti imparano la disciplina in un rigore unico che sta alla base della loro formazione prima di marinai, di ufficiali e di uomini.
amerigo 3Il comandante ci ha spiegato che l’Amerigo Vespucci è una nave dove gli allievi imparano la disciplina, il rigore, l’educazione e lo stare insieme che è la cosa più difficile, quella di trovare il giusto equilibrio tra l’equipaggio. Il loro rapporto diventa molto stretto, ragazzi da tutta Italia, dopo una selezione, si trovano insieme a portare nei mari questa vecchia signora e alla fine si creano rapporti molto speciali e importanti più di fratelli. E deve essere così, perchè in mare non c’è tempo di distrarsi o di essere in disappunto su una questione, si deve dare tutti il proprio contributo perchè quello che conta è la nave. Questa forma particolare di relazione viene insegnata solo sulla Vespucci, e questi ragazzi dopo l’addestramento si portano dentro di se un grande bagaglio, un qualcosa di speciale che li rende unici rispetto ad altre scuole di navigazione nel mondo. “ Agli inglesi non gli si può insegnare a navigare “ ha sottolineato il comandante – “ Loro hanno una marcia in più nel trovare subito la soluzione di una problema, ma davanti all’Amerigo Vespucci anche loro sono rimasti colpiti”.  Le loro navi non saranno mai come la Vespucci, se prendiamo il Cutty Sark è una nave bellissima, uno skipper stupendo, ma è un museo, non naviga più non e’ più in grado ormai di solcare i mari, mentre l’Amerigo Vespucci non ha mai smesso.
Sa un’altra cosa? Che l’Amerigo Vespucci è anche una nave che costa poco all’Italia” ci ha spiegato sempre il comandante – “ Costa veramente poco alle casse dello stato, il perchè è semplice: la manutenzione viene fatta dai cadetti dell’accademia e poi sfruttando i venti il nostro motore diesel lavora molto poco, pensi che dalla Francia fino a qui siamo arrivati a vela senza consumare nulla
Ore 2:00pm- Alla banchina di Canary Wharf, un gruppo di gabbiani in volo ha gridato per l’area nel momento in cui l’ultima scaletta della nave è stata rimessa, segno che la signora dei mari stava per partire, un grido quasi come per salutarla o per non farla partire. Un gruppo di gente si è affollata per scattare le ultime foto, un gruppo di cinesi sembrava impazzito, si sono fatti la foto di famiglia con alle spalle l’Amerigo Vespucci. Poi l’ultima corda ha toccato l’acqua, ed aiutata da due imbarcazioni più piccole si è staccata dal porticciolo dopo di che, lentamente, ma sempre troppo veloce per chi la voleva ancora lì, si è allontanata nel canale fino a diventare un piccolo punto verso il mare aperto. Alla fine si vedeva solo il gruppo di gabbiani che la inseguivano.

 

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