Trage di morti a Lampedusa

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Centinaia di morti a Lampedusa per uno sbarco di immigrati che tentavano la fuga dal proprio Paese:è finita in tragedia.

Inevitabile in questi giorni, non riflettere su quanto accaduto a Lampedusa,ma anche pensare per quanto ancora accadrà.
Quante volte assisteremo a scene disastrate di disperati che tentano la traversata per giungere in Italia,varco che dà modo di arrivare ai più nordici paesi europei?
Perché assistere a uomini donne e bambini che s’imbarcano, spesso senza neppure saper nuotare, spinti dalla fame e dalla disperazione e che quasi sempre pagano forti somme di denaro a scafisti che arrivano a farli gettare in mare o frustarli se si sentono braccati?
Perché tali “carrette del mare” sovente vengono semplicemente ignorate da pescherecci di passaggio solo perché così è più comodo?
Perché indignarci per un giorno o due,proclamare il Lutto nazionale,se poi tra una settimana circa tale problema non occuperà più né le nostre menti né il nostro cuore?
Perché non occuparsene davvero e trovare soluzioni quantomeno reali,fattibili e soprattutto non tardive e che quantomeno prevengano le prossime sciagure già annunciate?
E soprattutto dov’è l’Europa che dovrebbe aiutare legislativamente,economicamente,logisticamente l’Italia quale Stato europeo e al contempo Stato accogliente i disperati per via della sua posizione geografica ?
Tale problema,tale disperazione continua inesorabile da molto tempo,
non è più l’ora di stare a guardare,è l’ora di reagire e di provvedere,di non nascondere più le teste sotto la sabbia.