TRAGEDIE D’ACQUA E FANGO…

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Fa paura pensare come ormai ci stiamo a poco a poco abituando a tragedie e drammi collettivi sempre più spesso causati da calamità naturali.
È il caso della Sardegna,su cui alcuni giorni fa si è abbattuta una vera e propria bomba d’acqua che ha portato morte e devastazione.
Sedici persone sono decedute sopraffatte dalla furia di acqua e fango,molte sono morte nelle loro case,proprio quegli spazi che si creano con tanta fatica per la protezione delle proprie famiglie.
Intere strade,ponti,strutture distrutte definitivamente o comunque danneggiate in maniera importante.
Centinaia gli sfollati che in un pomeriggio hanno perso il lavoro di una vita.

Ovviamente,come sempre si aprono poi gli spazi alle polemiche di eventuali allarmi annunciati per tempo o meno o di soccorsi più o meno tempestivi.
Tutto ciò è orribile: si va subito con la mente ai nostri cari e alle nostre terre, si pensa a cosa si potrebbe fare per aiutare chi è in difficoltà, a volte si sospira pensando che per fortuna non è toccato a noi.
Ma spesso ci si domanda il motivo di tante e tali catastrofi,Sardegna,India,Filippine…quasi come a voler dire che la natura si ribella contro la scelleratezza umana.
Io credo che anche in altre ere e in altre circostanze si siano verificati purtroppo eventi infausti del genere,ma molto dipende anche dal criterio e dalla competenza e serietà del lavoro dell’uomo in quanto ingegnere,geometra,imprenditore.
Calcolando solo oneri e risparmi nello sfruttare i territori in cui viviamo invece di considerare qualità e sicurezza in primis, o costruendo strutture abitative e lavorative nonostante sia controindicato in certi luoghi non sicuri,di certo non ci si appresta a far si che tragedie simili siano evitate o quantomeno attutite.
Forse tali eventi disastrosi dovrebbero scattare nella nostra mente al pari di segnali d’allarme.
Il nostro problema principale come nazione e cultura, è la tendenza a non affrontare i problemi,i lavori di manutenzione,di strutturazione, a non concedere finanziamenti o varare piani pro controlli e opere idrogeologiche preventive,insomma a rimandare giustificando obiettivi ancor più urgenti.
Eppure abbiamo sotto i nostri piedi uno dei Paesi più belli del mondo…
Occorre dunque,a mio parere,sfruttare conoscente teoriche unite ad esperienze pratiche per creare piani di costruzione e di gestione delle emergenze validi nel tempo.
Di certo non tutto si può contro la furia della natura,ma possono sempre crearsi miglioramenti da apportare,tragedie da cui almeno ricavare maggiori competenze,migliorie nelle organizzazioni istituzionali.
Occorre,a lungo termine,creare una cultura di rispetto e conoscenza profonda del territorio poiché sarebbe un investimento nel futuro dei nostri figli,cercando di evitare simili tragedie devastanti.

 

foto ansa.it –