Londra non finisce mai di stupire.
Un ponte-giardino pedonale lungo 370 metri per connettere il Nord e il Sud di Londra: è questa l’idea del designer britannico Thomas Heatherwick, in collaborazione con l’ambientalista e attrice Joanna Lumely, che ha vinto il concorso indetto da Trasport for London (TfL) per migliorare i collegamenti pedonali lungo il Tamigi.
Il London Garden Bridge si estenderà dall’area della Temple Church a quella di South Bank, connettendo così questo vivace quartiere recentemente rivalutato alle principali mete turistiche, come Covent Garden e Shoho. Il progetto dovrebbe essere completato entro il 2017.
La struttura del ponte sarà sostenuta da due soli pilastri sulla quale cresceranno alberi, erbe, orti e fiori tipici della Gran Bretagna. Una sorta di terrazza che si allarga e si restringe, offrendo la possibilità di attraversare il fiume godendo della natura e del panorama.
Gli ingegneri della ditta Arup saranno chiamati ad organizzare la progettazione del landscape, con la collaborazione del Dan Pearson Studio per la scelta della vegetazione.
Non si tratta del primo progetto verde sul Tamigi a ricevere l’approvazione dell’ amministrazione: già nel 2012 circolava l’idea di un parco fluviale galleggiante, poi procrastinata a tempo indeterminato, temendo potesse alterare il flusso del Tamigi danneggiando altri ponti.
Questa volta l’idea è condivisa, ma la sua effettiva realizzazione dipende dai finanziamenti. Il progetto costerà infatti 150 milioni di sterline (178 milioni di euro) e la Greater London Authority non sta investendo soldi pubblici. La strada per la realizzazione del London Garden Bridge è dunque in salita, come fa notare Isabel Dedring, vice-sindaco di Londra, che ha dichiarato: “se i finanziamenti del settore privato tardano ad arrivare, allora il progetto non sarà in grado di andare avanti”. Anche il ministro dei Trasporti, Lord Davies of Oldham ha espresso il suo dissenso definendo il progetto come “a very expensive piece of public art and a vanity project of the mayor” (un pezzo di arte pubblica molto costoso e un progetto vanitoso del sindaco).
Al progettista Heatherwick non resta quindi che confidare nel sostegno di sponsor privati, che potranno contribuire attraverso il “Garden Bridge Found”, istituito nel novembre 2013. Tra i possibili mecenate ci sono compagnie del calibro di ArcelorMittal Orbit, Emirates Air Line o addirittura Apple.
Il ponte-giardino non è l’unica novità del futuro panorama londinese. La società di analisi “New London Architecture” ha infatti calcolato che in pochi anni nella capitale britannica sorgeranno ben 236 torri alte più di venti piani e 22 di queste saranno dei veri e propri giganti che supereranno quota cinquanta. Quarantacinque sono già in fase di realizzazione, 113 progetti hanno appena avuto il via libera, 72 sono in attesa di approvazione e 6 sono nel limbo della pianificazione urbanistica inglese.
Nonostante ciò il London Garden Bridge sembra essere ancora un luogo distante da raggiungere. Per la sua realizzazione il progettista Heatherwick dovrà attraversare le turbolenze delle finanze pubbliche e sperare nell’attenzione di qualche capitano d’industria.
Come ha commentato l’ambientalista Joanna Lumley: “È abbastanza strano parlare di qualcosa che non esiste ancora, ma il Garden Bridge è già vivo nei piani e nell’immaginazione (…) Questo giardino sarà sensazionale! (…)
(…) Credo che porterà ai londinesi e ai turisti pace, bellezza e magia”.