Papi vivi e Papi Santi

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I pellegrini stanno tornado nelle loro citta’ e lasciano dietro di se piazza San Pietro, ora quasi vuota. Fa un certo senso vede4re la piazza piena di carte e di bottiglie di plastica e non vedere piu’ le milione di persone che poche ora prima hanno invaso San Pietro.
Anche via della Riconciliazione era stracolma di una fiumara di gente.
Le stime dicono due miliardi di persone da tutto il mondo per vedere questo straordinario evento storico. Sono tante le immagini che rimmarranno di questo giorno, ma una tra tutte l’abbraccio tra i due Papi vivi, Papa Francesco e Benedetto XVI. Una immagine che parla da sola, che testimonia che anche un papa puo’ essere in pensione perche’ infondo sono servitori di Cristo, e’ un lavoro che testimoniano la vita di Cristo in terra.
Questo e’ l’insegnamento di Papa Francesco che e’ riuscito ancora una volta a estrarre dalla clausura Benedetto, e far vedere al mondo che puo’esistere una chiesa anche con due papi.
Non posso fare a meno di alzare gli occhi in questa piazza e guardare la finestra dalla quale Giovanni Paoolo II si affacciava sempre per le sue omelie. Ho rivisto Giovanni Paolo II in quella giornata, sofferente per lui e per i fedeli quando si affaccio’ e volendo parlare non riusci’ a farlo e sbatte’ la mano contro il leggio, quasi per picchiare la sua malatia, la sua croce sulla terra. Ecco quell’immagine oggi mi ritorna in mente a poche ore dalla sua Santita’, in quell’immagine c’era gia’ tutta la Santita’ sulla terra.
Giovanni XXIII, forse troppo lontano dalle generazioni di giovani, che erano a San Pietro oggi e quindi poco conosciuto, ha comunque coinvolto moltissime persone, il suo viso da buono e quel messaggio di carezza da portare hai bambini e’ rimasto inciso nel cuore della gente, e anche per chi come me non lo hanno “conosciuto” abbiamo captato la sua Santita’. Certo che Giovanni Paolo II, ha fatto del suo pontificato una concretezza della parola di Dio, abbracciava tutte le terre, tutti i popoli piu’ che con la preghiera, con l’esperienza  di vita. Il suo insegnamento nella sofferenza davanti al mondo, ci hanno insegnato di non avere mai paura, di lottare fino in fondo. Quella forza nel vincere il tremore del Parkinson piu’ di disegnare nell’aria il segno della croce, vale piu’ di mille parole. Questo ha fatto si che era gia’ un Santo tra noi.
Pero’devo dire che i santi non devono e possono essere i papi, anzi i santi nel maggior dei casi sono tra le persone piu’ umili, dove anche tra le malattie e le sofferenze della vita, non hanno paura.
Dio, pe chi crede, e’ piu’ vicino alle persone sofferenti che nella chiesa di Roma.
Tra le varie persone, munsulmani, ebrei, non credenti oggi, c’era un angolo della piazza riservato agli infermi e agli andicapatti e persone con la SLA sulle loro sedie a rotelle. Ho visto nei loro occhi la semplicita’e l’amore e la non vergogna di mostrare il loro corpo straziatoo, quelle pupille che puntavono e guardavano il cielo come se vedessero i papi Santi.
Ecco alla fine della cerimonia, ho visto i genitori di quei ragazzi con un sorriso che dava una energia straordinaria alla piazza, una serenita’ nei loro visi che avrebbe spiazzato anche un papa, ecco a loro ho pensato che forse la loro vita e’ una vita da santi.
Una vita di coraggio, di sofferenza affrontata con coraggio e dignita’. Dio ovunque sia stato oggi per me era piu’ vicino a quei genitori e a quei ragazzi inchiodati alle loro sofferenze, piu’che ad altre persone oggi presenti nella piazza.

Ora San pietro, e’ quasi svuotata, molti sono entrati dentro la basilica di San Pietro per pregare sulla tompa dei Papi diventati Santi. Il vuoto avvolte la piazza, tutti siamo stati testimoni di un evento storico importante che non si dimentichera’, un fatto mediatico senza precedenti, una apertura della chiesa verso un futuro piu’ moderno. Siamo passatida Giovanni XXIII dove la Tv all’epoca era in bianco e nero e poco mediatica, a Giovanni Paolo II che ha scardinato le porte della comunicazione e ne ha fatto il megafono per il Vangelo. E ora con Papa francesco e la sua semplicita’e simpatia che e’ arrivato nel cuore della gente. Non si capirebbe Papa Francesco senza il passaggio di Giovanni XXIII ,e Giovanni Paolo II.
Una chiesa un po’ meno teologica e piu’ vicina ai problemi della gente,almeno con le parole.
c’e un ritorno all’umilta’ vangelica di quell’Uomo che duemila anni fa sconvolse il mondo come questi papi hanno sconvolto la nostra vita e la nostra storia. I papi hanno una strategia nella chiesa, hanno un ruolo fondamentale devono fare di San Pietro una chiesa di periferia, o almeno dovrebbero.
Papa Francesco ripete sempre che bisogna tornare alla sorgente, la sorgente della vita.
Domani tutto questo girono sara’ gia storia, una storia che ci proietta verso la chiesa del futuro.
Un futuro che e’ gia oggi.

 

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