Le carte in Inghilterra: storia di un amore tardivo, ma proficuo

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Il gioco accompagna l’uomo da sempre; le prime testimonianze lo attestano fin dal 3500 a.C. presso gli egizi, che si svagavano con dadi rudimentali e palle, i quali sono poi penetrati in molte culture e si sono affiancati ai giochi di sorte, molto graditi in passato e ancora oggi. Alla sorte si sono aggiunte le carte, che oggigiorno sono il risultato di 1.200 anni di modifiche e di influenze pervenute da vari paesi di quattro continenti.

Le carte nascono in Cina nell’820 a.C. e nel XIV secolo giungono in Europa, per la precisione in Italia. Ovunque arrivassero, le carte piacevano a tutti anche se al tempo erano dipinte a mano, dunque un lusso che potevano permettersi solo gli aristocratici. La crescente richiesta, però, fece sì che si trovassero metodi più economici per creare mazzi di carte e all’inizio del XV secolo i tedeschi le stampavano in serie grazie a disegni incisi su blocchi di legno; questo nuovo metodo, più economico e veloce del precedente, permise che arrivassero anche alle classi meno abbienti e diventassero un divertimento popolare.
Quando iniziarono a diffondersi, le carte erano diverse da come le conosciamo oggi: al posto della regina e del fante c’erano due viceré, i semi consistevano in coppe, spade, denari e bastoni da polo e il jolly non esisteva.

Le carte, così rappresentate, toccarono le coste inglesi in ritardo rispetto agli altri paesi europei: risale al 1463 la prima menzione scritta sulle carte, nello specifico su una legge che ne vietava l’importazione. Come la storia dimostra, le carte non sono state fermate da questa legge e nel 1629 i produttori inglesi potevano contare su di una loro unione. Al tempo nascevano giochi nuovi in molti stati e la Gran Bretagna ne partorì uno conosciuto ancora oggi, il Cribbage, che si serve di uno specifico strumento per segnare i punti nelle varie fasi del gioco e necessita di molta attenzione e memoria.

Le stesse carte usate per il Cribbage non si sono limitate ad essere le protagoniste delle superfici piane dei tavoli, ma sono anche entrate nei rulli delle slot machine, inventate alla fine del XIX secolo dal tedesco Charles Fey. Col tempo, però, furono sostituite da altri simboli perché le combinazioni erano troppe e dato che alcune nuove slot contenevano i disegni di vari frutti nel Regno Unito si diffusero col nome gergale di “fruit machine”. Oggi le slot si trovano anche su internet e sono quelle che vanno per la maggiore perché è facile divertirsi con le slot machines online, che offrono una vasta offerta e sono fruibili da casa propria.

La carte da Cribbage sono finite quindi anche sulle slot machine, ma non dimentichiamo che la Gran Bretagna ci ha regalato un gioco ancora più famoso, il Bridge, originatosi dal Whist. Il Bridge, che oggi viene giocato in coppie di due giocatori ed è l’unico gioco di carte riconosciuto in Italia dal CONI come attività sportiva, era inizialmente praticato a tre e senza dichiarazione e nel tempo ha visto le varianti del Wisthbridge, dell’Auction Bridge, del Plafond Bridge e del Contract Bridge.

carteuk2Il suo antenato Whist, inglese d’origine e risalente al XVII secolo, era il gioco preferito degli aristocratici britannici; ci mise poco a diffondersi nel resto d’Europa, a raggiungere la corte francese e i circoli elitari.
Le carte da gioco intrecciano la storia di molti paesi e la Gran Bretagna non fa eccezione; gli apporti forniti non consistono solo nel patrimonio di giochi lasciatoci, ma anche in elementi più quotidiani. Quello che noi, traducendolo, chiamiamo “gobbo” oppure “fante”, riporta stampata sulla carta una “J” che sta per “Jack”, termine che spesso ci ritroviamo a usare anche noi italiani. Il jack, a sua volta, deriva dal “Knave” inglese, e anche il re e la regina vengono indicati con le lettere “K” e “Q” che indicano gli inglesi “King” e “Queen”.